Capitolo 17
Layla, titubante ma divertita dalla palese provocazione dello sconosciuto, si voltò per raggiungere una delle vetrate alle sue spalle e guardare il cielo.
Aveva da poco smesso di grandinare ma il grigiore, che ancora regnava sovrano per le strade di South Clearwater, faceva ben intendere che la pioggia incessante ne avrebbe avuto ancora per un po'.
«Peter, non so lui, ma -se per te non è un problema- io mi metterei buona buona su uno di quegli sgabelli vicini al bancone.» esordì improvvisamente cominciando a muoversi verso le sedute alte, in pelle rossa, che occupavano la parte di bancone sprovvista di vetrine, adibita a caffetteria «Se hai ancora un po' di caffè ne prenderei uno volentieri.»
Si sistemò su uno degli sgabelli sotto lo sguardo divertito del ragazzo appena conosciuto, che sorrise quando lei gli passò di fianco. Peter si affrettò a raggiungere Layla da dietro al bancone, riempiendo una tazza con la miscela ancora fumante e porgendogliela subito dopo.
Tornò poi verso la cassa, dove l'unico cliente ancora in piedi si era avvicinato in attesa di essere servito.
Layla cominciò a sorseggiare un po' di caffè, non distogliendo però l'attenzione dai due che intanto avevano cominciato a parlare.
Vide Peter porgergli una confezione rettangolare in cartone ed una quadrata, soffermandosi a guardargli le pallide mani mentre armeggiavano col portafoglio e notando solo in quel momento l'inchiostro scuro di un tatuaggio venire fuori dalla manica destra della felpa.
Si rese conto di come stesse inopportunamente fissando la scena solo quando lo sconosciuto si voltò, inclinando leggermente la testa su un lato, sorridendole e cominciando a incamminarsi lentamente verso di lei.
Layla si apprestò a mandar giù un'altra sorsata di caffè, spostando la sua attenzione sulle alzatine in porcellana davanti ai suoi occhi e cercando di pensare ad altro per evitare di arrossire, vista l'ennesima figuraccia.
«Prima rifiuti il mio invito e poi mi fissi in quel modo?» le disse accomodandosi ad uno sgabello di fianco.
«In quale modo?» gli rispose lei, fingendosi sorpresa e arricciando le labbra.
«Beh, non nel modo in cui stai fissando quelle stoviglie.»
«Dici? Non me ne sono accorta.» Layla si voltò per pochi istanti verso di lui per sollevare le spalle e rilassarle subito dopo, prendendo poi la tazza e mandando giù gli ultimi sorsi di caffè.
«Hai una bella faccia tosta, Layla.» la canzonò sorridendo, continuando a guardarla mentre riponeva la tazza sul bancone e si portava le braccia al petto, incrociandole.
«Va bene, spilungone, ti stavo guardando. È che non ricordo di averti mai visto da queste parti e cercavo di capire chi fossi.»
«Se avessi accettato il mio invito a prendere un tavolo mi sarei presentato come si deve, ma hai voluto saltare quella parte e...»
«Ah, era un invito?» lo interruppe bruscamente lei, balzando giù dallo sgabello e mettendosi in piedi, spiazzandolo «Dovresti rivedere il concetto di invito, spilungone.»
«Dove stai andando adesso?» le domandò allargando le braccia mentre lei si avvicinava alla cassa.
«A prendere i miei cupcake e poi dritta casa. Ci vediamo!» Dandogli le spalle, sollevò un braccio per rimarcare il saluto mentre con gli occhi cercava di capire dove si fosse cacciato Peter, che non sembrava essere dietro al bancone.
«Ah-ehm, Layla?» la voce di quello che lei aveva deciso di chiamare spilungone la fece per un attimo sbuffare. Fece per girarsi sollevando le mani, intenzionata a chiedergli cosa ancora volesse da lei, quando lui la interruppe: «Questi cupcake?» le domandò indicando uno dei due pacchetti che teneva con una mano.
L'espressione scettica che si disegnò sul volto di Layla fece nuovamente sorridere il ragazzo, che non le diede il tempo di ribattere: «C'era il tuo nome scritto su e te li ho presi. Hai detto che dovevo scusarmi, no?»
«E ti scusi fregandomi il dessert, spilungone?»
«Quale parte di "te li ho presi" non era chiara?» sbottò lui avvicinandosi a lei e allungandole la confezione «E, comunque, mi chiamo Leon.»
«Va bene, spiLeongone, scuse accettate.»
Layla fece per prendergli la scatola dalle mani quando lui la ritirò sollevandola con uno scatto sopra la sua testa.
«Mi hai appena chiamato spiLeongone?» le disse facendosi serio e assottigliando gli occhi.
«È perfetto, ti si addice!» gli rispose Layla sollevando un sopracciglio e sorridendogli maliziosamente.
«Tu, ragazza, sei davvero strana, sai?» Leon si lasciò contagiare dal suo sorriso, consegnandole finalmente la confezione di cupcake.
«Grazie per i cupcake e per la strana.» gli rispose muovendo qualche passo verso la porta d'ingresso «Ci becchiamo in giro. Ciao, Peter, ovunque tu sia!»
Tentennò per pochi istanti prima di uscire, voltandosi prima di richiudere la porta in attesa di una risposta da Peter o da Leon, incrociando lo sguardo di quest'ultimo che le strizzò l'occhio accennando un sorriso.
L'aria fuori era carica di umidità. La pioggia aveva ormai smesso di cadere, nonostante i cupi nuvoloni che ricoprivano il cielo facessero presagire che un altro acquazzone sarebbe presto arrivato.
La rinfrescante brezza marina che si sollevava solitamente al calar del sole, si era trasformata in piccole raffiche di vento freddo che fecero drizzare i peli di Layla su tutto il suo corpo.
Si affrettò a raggiungere il suo scooter, prendendo il casco dal portapacchi e adagiandovi all'interno il cartone.
Mentre si sistemava il casco sulla testa un brivido di freddo le percorse la schiena; istintivamente incrociò le braccia cominciando a strofinare le mani sulla pelle in cerca di un po' di calore.
"Forza, dieci minuti e sarò al calduccio a casa." Pensò fra sé e sé, cercando di incoraggiarsi.
Montò in sella allo scooter bloccandosi un attimo prima di scattare in avanti per rimuovere il cavalletto.
Si ricordò che una certa auto scura, di un certo spiLeongone, era ancora lì a bloccarle il passaggio. Ora si spiegava il perché di quel sorriso sornione quando aveva lasciato la pasticceria.
Una non poco educata imprecazione le stava per uscire dalle labbra quando avvertì una stretta morbida e calda sulla schiena che la zittì.
«Se abiti lontano da qui posso anche darti un passaggio.» La voce di Leon alle sue spalle la colse di sorpresa.
S'irrigidì quando si rese conto che la piacevole sensazione improvvisa era dovuta alla felpa che il ragazzo le aveva adagiato sulle spalle soffermandosi per qualche istante con le mani su di esse.
«Con il mio Barnabas non ci impiego niente ad arrivare. Ammesso che tu ti decida a spostare la macchina.» gli rispose prendendo ad accarezzare il manubrio del suo motore «E poi non ho nessuna intenzione di lasciarlo solo qui.»
«Barnabas?» ripeté Leon un secondo prima di lasciarsi travolgere da una fragorosa risata che lo costrinse a tenersi la pancia con le mani.
«Cos'è tu non hai dato un nome alla tua auto?» sbottò Layla, che continuò a parlare subito dopo visto il silenzio di lui, interrotto solo da qualche flebile gemito dovuto alla sua risata «Immagino tu sia tipo da dare quei nomi stupidi e omologati come Summer, Jessica, Betty... o magari un originalissimo Kit.»
«In sincerità non ho mai pensato a dare un nome alla mia auto, sarà la prossima voce nella mia lista delle cose da fare.» le rispose finalmente, con un sorriso genuino che cancellò l'espressione imbronciata dal volto di Layla.
«Non avrai un granché da fare se una cosa del genere sale in alto alla tua lista.» Layla sollevò un sopracciglio per accentuare il sarcasmo del suo tono, portandosi poi una mano sulla spalla per togliersi la felpa che lui le aveva adagiato «Ad ogni modo, è davvero tardi, devo rientrare.»
«Ho capito, ti levo la mia nonhounnome dalle scatole. Questa tienila, servirà più a te che a me.» le rispose risistemandole la felpa sulla schiena e scostandole dolcemente la mano «Io abito qui dietro e in più in auto non è che ci sia tutto questo vento.»
«No, sul serio non ne ho bisogno ti ringrazio.» ribatté lei seguendolo con lo sguardo mentre cominciava ad allontanarsi.
«La sera mi piace gustarmi un pezzo di brownie caldo prima di andare a letto. Ecco perché vengo qui tutti i pomeriggi.» le disse raggiungendo lo sportello della sua auto.
«E questo cosa c'entra?» controbatté Layla inclinando il capo.
«Devo proprio dirti tutto, eh?» Leon sollevò in alto le mani lasciandole ricadere sul tettuccio dell'auto dove si appoggiò prima di continuare «Ti sto dicendo che vengo qui tutti i giorni intorno a quest'ora. Potresti venire anche tu per restituirmi la felpa. Credevo fosse chiaro che era la scusa perfetta per rivederti.»
«Ed io che pensavo ti stesse a cuore la mia salute.» fece lei fingendo un'espressione delusa «Mi hai illusa.»
«Facciamo allora che domani ti offro un altro cupcake per farmi perdonare.» Leon, ancora una volta, le ammiccò, aprendo poi lo sportello ed entrando in auto sistemandosi sul sedile.
Abbassò i finestrini con uno dei tasti alla sua sinistra e si sporse verso Layla mentre metteva in moto.
«Al tramonto mi trovi qui, non farmi aspettare troppo. Ciao Barnabas!» le urlò agitando una mano, ingranando la marcia e premendo sull'acceleratore per partire sotto lo sguardo divertito di Layla, che aspettò che l'auto sparisse lungo la strada prima di togliere il cavalletto.
Sorridente, accese finalmente il motore, infilando le braccia nelle maniche della felpa per non perderla lungo la strada.
La sera era ormai calata e quell'indumento le avrebbe sicuramente giovato lungo la via di casa. Prese saldamente tra le mani il manubrio e si spostò indietro caricando il peso sulle gambe per uscire dal parcheggio.
Ripensò alla sera prima, agli strani eventi che l'avevano sconvolta, a William e al suo strano comportamento e a Sue, rendendosi conto che il ragazzo appena conosciuto, anche se per poco, le aveva fatto dimenticare ogni cosa, distraendola e strappandole non pochi sorrisi.
Prese a viaggiare con la mente, chiedendosi se fosse o no il caso di tornare lì il pomeriggio seguente. "Gli restituisco la felpa e vado via. Niente di più." Si ripeteva nella sua testa mentre girava la manopola destra per dare gas e mettersi in strada. "Dopotutto William esce con Sue, cosa dovrei fare? Mettermi in fila?"
Presa dai suoi quesiti non si accorse del pick-up grigio parcheggiato dall'altro lato della strada, imboccando la via per casa sua inconsapevole di quello che le sarebbe accaduto dopo quell'incontro, per lei, tanto piacevole.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top