IV
<<È questo il dojo?>> domandò Yumichika, guardando di fronte a sé.
<<Sì.>> annuì Renji.
Si trovavano davanti ad un piccolo edificio in legno.
Sopra l'entrata c'era un'insegna, su cui c'era scritto "palestra di kendo Madarame".
<<Andiamo, su.>> lo spronò l'idol, avvicinandosi alle porte scorrevoli, aprendole.
Il moro, dietro di lui, non ebbe neanche il tempo di sporgersi per osservare il posto, che udì delle grida.
<<Datevi una mossa, razza di pappamolle!>> urlò una voce maschile, facendo sobbalzare il modello che, successivamente, portò lo sguardo su un uomo, vestito con abiti tradizionali, e pelato.
"Non dirmi che è lui...Rangiku me l'ha proprio mandata..." pensò maledicendo la sua amica.
<<Hey, Ikkaku!>> chiamò Abarai, entrando nella palestra.
Anche se non voleva fare lo stesso, Ayasegawa si trovò costretto a seguirlo dentro, chiudendo la porta alle sue spalle.
Quando l'uomo notò il rosso, gridò ai suoi allievi di continuare a correre per il perimetro del dojo, mentre lui si avvicinava a passo svelto ai due nuovi venuti.
<<Renji e...tu dovresti essere il modello.>> disse, in cenno di saluto, quello che era stato chiamato Ikkaku da Renji.
<<Sono io. Ayasegawa Yumichika. Non mi hai mai visto in tv o su qualche rivista?>> domandò Yumichika, stupito dal fatto che sembrava che l'altro non lo conoscesse.
<<No. Non mi interesso a quella roba.>> rispose l'altro.
<<Madarame Ikkaku.>> aggiunse qualche attimo dopo, scrutando il moro e accorgendosi di essere più alto.
<<Piacere...>> mormorò il modello, non sapendo bene cosa dire.
<<Bene ragazzi, ora che vi ho presentati, posso tornare al mio lavoro? Oppure non ti soddisfa, Ayasegawa?>> chiese Abarai, poggiandosi le mani sui fianchi.
<<Poteva essere più aggraziato, ma mi troverò costretto ad accontentarmi di lui.>> affermò Ayasegawa, accennando un sorrisetto.
<<Per proteggerti, non serve la grazia, sai?>> commentò Madarame.
<<Beh, allora mi toccherà vedere quanto sei forte.>> Yumichika sorrise ancora di più, guardando negli occhi il più alto.
Il rosso rimase fuori da quel discorso, notando gli sguardi dei due.
Era come se si stessero studiando, probabilmente uno per capire se poteva fidarsi, mentre l'altro per comprendere se, sotto quella maschera di bellezza e sorrisi, ci fosse qualcosa di più concreto.
<<Io vado, ci sentiamo più tardi.>> disse, ad un certo punto, Renji.
<<Ok.>> risposero in coro Ikkaku e il modello.
L'idol rabbrividí appena per quella risposta in sincrono, ma non aggiunse nulla, uscendo subito dopo dal dojo.
<<Quindi, ora cosa si fa?>> s'informò il moro.
Il più alto lo guardò e, poi, spostò lo sguardo sui suoi allievi.
<<Quando finisco la lezione, andiamo prima a casa mia, così prendo il necessario per spostarmi da te.>> spiegò e l'altro annuì.
-
<<Tu vivi in questa catapecchia?>> chiese Yumichika, osservando la casa fatiscente che si trovava davanti.
<<Non tutti hanno i soldi per una villa.>> commentò Ikkaku, aprendo la porta con le chiavi.
Successivamente, fece entrare l'altro, per poi seguirlo dentro.
<<Andiamo in camera mia.>> disse, facendo cenno al modello di seguirlo.
Il moro annuì e percorsero il piccolo corridoio che, dall'entrata, portava alla cucina, al bagno e alla camera da letto.
Internamente, la casa non sembrava poi così tanto male, eppure il mobilio era povero e le pareti erano completamente bianche, come quelle della Soul Society.
Madarame entrò nella sua stanza e afferrò subito un borsone, aprendo poi l'armadio.
Ayasegawa si guardò intorno e si avvicinò alle spalle dell'altro, per poter spiare dentro il guardaroba, mettendosi sulle punte.
<<Non ho nulla di adatto ad un signorino come te, mi dispiace.>> commentò, divertito, il più alto.
<<Troverò un modo per sistemare un po' il tuo look e renderlo degno di me, tranquillo.>> ridacchiò il modello.
I due, dopo quello scambio di battute, rimasero in silenzio, e il maestro di kendo riempì il borsone con gli abiti che trovava davanti agli occhi.
Prese delle maglie e dei pantaloni, nulla di troppo elaborato, e rinchiuse l'armadio.
<<Hai del cibo a casa, vero?>> domandò, voltandosi verso l'altro.
<<Certo, faccio la spesa regolarmente.>> rispose Yumichika, sorridendo fiero di sé stesso.
Ikkaku lo guardò per un attimo, ma non disse nulla, limitandosi ad annuire.
<<Allora possiamo andare a casa mia.>> affermò il modello.
<<Yumichika.>> lo richiamò Madarame.
<<Sì?>> il moro l'osservò e lui gli poggiò un berretto sulla testa.
<<Mettiti questo, altrimenti è ovvio che la gente capisca dove abiti.>> il più alto distolse lo sguardo e l'altro mormorò un "grazie", arrossendo senza neanche rendersene conto.
Successivamente, uscirono dalla casa, dirigendosi verso l'abitazione del modello.
Non ci misero molto ad arrivarci e, quando si fermarono davanti ad una villa a due piani, il maestro di kendo aprì la bocca per dire qualcosa, ma si zittì.
<<Il potere del denaro, mio caro.>> disse Ayasegawa, sorridendo e aprendo la porta, entrando e togliendosi il berretto.
La sua guardia del corpo lo seguí dentro e chiuse la porta, osservando l'entrata, fin troppo elegante per uno come lui.
<<Al piano terra trovi il bagno per gli ospiti, la cucina e la sala. Al primo piano ci sono due stanze e due bagni.>> spiegò Yumichika.
<<Capisco...quindi occuperò l'altra camera?>> domandò Ikkaku.
<<Puoi lasciare i tuoi abiti nell'armadio ma, se ti risulta più comodo per proteggermi, puoi sempre dormire con me.>> il più basso sorrise.
<<Nah, non voglio intaccare la tua bellezza.>> commentò l'altro, accorgendosi solo posteriormente di quello che aveva detto — avrebbe preferito prenderlo in giro, ma quelle parole sembravano solo accrescere l'ego del modello.
<<Io vado a preparare la cena, tu mettiti pure comodo.>> disse il moro, andando verso la cucina.
Madarame l'osservò in silenzio, salendo al piano superiore.
Riconobbe subito la camera per gli ospiti, molto più spoglia di quella del padrone di casa, e vi entrò.
Lasciò il borsone sul pavimento e si piegò per prendere da esso una maglia a maniche corte e un paio di pantaloncini, che indossò subito.
Successivamente, tornò al pian terreno e si avvicinò alla cucina.
Si fermò sulla soglia della porta, vedendo che l'altro gli stava dando le spalle mentre stava preparando del riso e delle verdure in padella.
Incrociò le braccia al petto e fece vagare il suo sguardo su quel ragazzo.
Era un vero e proprio modello, non si scomponeva neanche quando cucinava.
Eppure, non gli importava il lavoro che faceva, lui era lì solamente per proteggerlo e per fare un favore al suo amico.
<<Oh, Ikkaku.>> disse Ayasegawa, voltandosi verso di lui, notandolo.
Il più alto si chiese per quale motivo avessero iniziato fin da subito a chiamarsi per nome, ma non disse nulla a riguardo.
Invece, si avvicinò al moro.
<<Mi aiuteresti ad apparecchiare?>> chiese Yumichika, sorridendogli.
Probabilmente, usava sempre quel sorriso per far fare agli altri tutto quello che desiderava.
Ma Ikkaku non ci diede peso e annuì.
Solamente quando il modello gli rivolse un altro sorriso, più dolce, lui lo ricambiò.
Probabilmente, quella convivenza non sarebbe stata malissimo.
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