36: I preparativi

"Non ciò che si desidera sempre avviene, ma ciò che si conquista con le proprie forze con certezza perviene"
Furon le parole di uno scrittore ucraino vissuto al tempo in cui codesta viene narrata e che spiega lo stato d'animo della fanciulla ripiena di fervore verso quel ragazzo che le aveva toccato il cuore.

Tornata a casa da quella notte che ella definì "magica" si ritrovò la dimora piena di addobbi matrimoniali "finalmente Pasha ha trovato una ragazza che lo sopporti" disse ridendo tra se, nel soggiorno trovò suo padre seduto su una piccola poltrona nell'intento di fumare la sua pipa con lo sguardo perduto nel vuoto, una piccola cantilena che attirò subito la sua attenzione (sua madre le cantava sempre quando Sveta era ancora in fasce) bussò alla porta della stanza di Polina

"Si, entra"

"Madre perché la nostra casa è stata abbellita con tali addobbi, Pasha ha trovato moglie?"

"No mia cara, sei tu che hai trovato un marito"

Il mondo di Svetlana si bloccò in quell'istante, il suo respiro le mancò per vari secondi, "no, non può essere vero, sono preda di un incubo" urlò la sua anima dentro di lei, prese fiato è scandì ogni singola parola con urla che avrebbero pietrificato qualsiasi omicida

"Come avete osato voi, la mia vita non vi riguarda"

"Dolce Sveta, ti reputi una donna eppure il tuo comportamento è identico a una bambina, non sei in grado di gestire la nostra casa figuriamoci se potrai mai gestire le tue emozioni"

"Voi mi propugnate sole menzogne, non siete nessuno per giudicare il mio operato"

"Zitta, ho preso la mia decisione, a distanza di due settimane da ora sposerei il conte nonché il prossimo governatore della città Mikhail Viktorovič, affinché tu possa trovare un uomo che ti metta in riga e noi trovare una salvezza economica grazie al suo grande patrimonio"

le urlò in pieno volto, non attendendo una risposta dalla ragazza scese per al piano terra con in mano il suo abito nuziale (abito che aveva usato sua madre e sua nonna prima di lei).
Sveta rincorse la donna, e le continuo a insultarla

"Voi non avete a cuore la mia vita, il vostro amore è solo per il l'ignobile danaro"

Uno rumore si espanse nella stanza, le cinque dita di Polina avevano lasciato un segno fin troppo visibile sulla guancia della ragazza che trattene le lacrime per orgoglio

"Sgualdrina che non sei altro, so delle tu fughe con quel morto di fame, so anche che tuo fratello ti ha concesso la sua benedizione, ma sappi che quando verrai maritata quel pezzente non lo rivedrai mai più e tuo fratello lo spedirò il più lontano possibile da qui, così che non possa interferire più nella nostra vita"

Ora le lacrime sgorgavano dalle guance della fanciulla come un fiume in piena, il suo dolore aumentò quando girando lo sguardo a sinistra scrutò il padre che aveva osservato tutta la scena senza muovere un dito per portar quiete

"Padre vi prego, dite qualcosa"

Saša abbassò il capo s'alzò e di diresse nella sua stanza, i suoi passi furon come un martello che andò a frantumare il cuore di sua figlia in tanti pezzi, Svetlana si pose con la schiena contro il muro è si accasciò a terra riflettendo sulla sua vita, i suoi sogni oramai spenti.

Aleksander poggiò il capo sul cuscino, anche lui distrutto dalla sofferenza nel vedere la figlia ridotta in quello stato, ma la moglie gli impediva di far e dire qualsiasi cosa, ella conosceva i demoni che imperversavano nell'animo del suo coniuge.
In cuor suo Saša disse

"Non si può vivere con codesta sofferenza"

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