35: Il fienile

Svetlana rimase affascinata dal baldo giovane, ma non gli destò molto interesse in quinto il suo amore era Alyosha, dietro quel sorriso Sveta volle sapere cosa di nascondesse, Zoya le si avvicinò sussurrandole "pensaci, sarebbe un marito adatto per te" li il dubbio crebbe nella sua mente "costui è il ragazzo che mia madre m'aveva annunziato?".

Le ore sembravan non passare mai, si parlava solo (anzi si spettegolava) le tre ragazze erano ammaliate da Misha dalla sua bellezza, un metro e ottanta, capelli neri, una pelle che tendeva all'olivastro (si poteva ben dire che egli non fosse russo, ma che la madre avesse avuto un rapporto prima del matrimonio con un turco) quel pomeriggio si dilettò con i suoi racconti eroici durante la guerra (tralasciando il fatto che appena egli avesse intravisto il minimo segno del fumo cretosi dalla polvere dei fucili, scappasse via con la coda tra le gambe, in poche parole non era altro che un codardo).

Nel mentre Misha allungò sempre di più la sua mano verso quella di Svetlana fino a toccarle il dito indice, la ragazza che subito capì le sue intenzioni s'alzò di scatto e si diresse verso la porta

"Sveta dove vai?"

"Perdonatemi, debbo rincasare mia madre non vuole che io torni a casa a piedi"

"Schiocca, c'è il cocchiere giù al portone, quindi rimani ancora qui con noi"

"Ti prego, rimani vorrei conoscere qualcosa di più su te" disse a Sveta tendendogli la mano in segno che possa cambiar idea"

"Chiedo venia, ma ho faccende casalinghe da dover portare a termine"

Nadezhda e Irina cercarono di fargli cambiare idea, ma Mikhail disse loro

"Lasciatela andare, ci sarà modo di poterla rincontrare sicuramente in futuro"

Sveta simulò un piccolo sorriso ma in cuor suo decise di non voler rivedere mai più costui, peccato che ella non sapesse nulla del matrimonio imminente.
Tornata a casa, non ebbe nemmeno il tempo di sdraiarsi sul letto che la madre l'assillò con le sua domande

"Amore, come è andata la giornata?"

"Madre è andata come voi speravate, bene"

"Dimmi hai conosciuto qualcun'altro questo pomeriggio?" (Ovviamente era stata lei a chiedere a Mikhail di presenziare alla cerimonia del tè)

"No madre, nessuno che mi abbia suscitato alcun interesse"
"Figlia mia ne sei sicura?"

"Madre basta, lasciatemi riposare, ho il capo che mi duole"

Polina non volendo stressare più del dovuto la ragazza s'allontanò dalla stanza, andando a preparare gli addobbi per il suo matrimonio, mentre stava ripulendo il suo abito da sposa Saša gli venne incontro

"Cosa sta succedendo, perché hai ripreso quell'abito?" Chiese stizzito

"Saša ho trovato un marito per nostra figlia, un uomo che in cambio della sua mano ci darà tantissimo"

"Non credi che nostra figlia debba sposarsi seguendo i propri sentimenti e non il desiderio di potere della di lei madre?"

"Taci, rammenta che la vita di Svetlana la gestisco io, non farmi tirar fuori i tuoi vecchi ricordi, non sarebbe per nulla piacevole"

"Quelli furono altri tempi, ora è passato"

"Allora non ti disturberà se lo annunziò a tua figlia"

Saša scosse il capo e uscì fuori dalla sua casa, ciò che fece in gioventù lo tormenta ancora nei suoi sogni, egli non si riteneva colpevole di ciò che fece poiché non era pienamente conscio del risultato dei suoi gesti, inoltre la moglie costantemente lo minacciava di raccontare tutto se si fosse intromesso nella vita sua o della figlia.

31 gennaio 1848

Sveta si svegliò con un leggero mal di testa "eppure ho dormito tutta la notte" ripeteva a se stessa, rimase alcuni minuti sul letto a massaggiarsi le tempie finché Pasha non venne a trovarla nella stanza

"Pasha che ci fai qui, non dovevi lavorare nei campi?"

"Si, ma mi è stato dato un messaggio, per ciò sono corso subito qui per dartelo"

Curiosa più che mai prese il foglietto di carta e lesse il contenuto

"Amore, ti aspetto stasera nel fienile che si trova dietro la mia dimora"

Il mal di testa sembrò quasi scomparire in quell'istante, subito si vestì con gli abiti più sgargianti che possedeva

"Ma tu non stavi male?"

"Prima, ma ora sono più felice che mai"

Pavel letto il messaggio capì la felicità della sorella, ma gli sorse un dubbio

"Sveta e come farai con nostra madre, cosa gli vorresti dire?"

"Gli dirò che Misha mi ha invitata a cenare da lui, in modo da conoscerci meglio"

Tutta la mattinata fu spesa per abbellire il suo corpo, arrivata la notte scese le scale con grande gioia, pronta ad avere una notte infuocata con chi lei amava, la madre osservate le vesti della sua prole disse a gran voce

"Ragazza, ove ti stai locando con codesti indumenti?"

"Madre a una cena"

"Hai perso il senno, rimarrai qui come ogni anno a festeggiare con la tua famiglia"

"Madre, non v'è lo voluto enunciare ma Misha tramite una lettera mi ha chiesto di raggiungerlo per passare con lui e la sua famiglia la notte"

"Ciò che ha detto è la verità, poiché sono stato io a renderle il messaggio del ragazzo"

Polina sembrò più che convinta dalle parole dei figli, con orgoglio abbracciò la figlia, le baciò la fronte e disse

"Figlia mia, è venuto il tuo momento di brillare"

Le diede anche la sua benedizione e lasciò che partisse, durante il viaggio venne raggiunto da un uomo a cavallo, dalla lontananza Sveta non capì chi egli fosse finché costui non scese da cavallo, aveva il volto coperto da un telo nero

"Messere chi voi siete?"

"Sono colui che ti porterà a destinazione"

Aveva una voce familiare ma non capì cosa volesse intendere con quelle parole
"Chiedo venia ma io non vi conosco"

Quando si tolse il velo, non vi fu nessun dubbio, Sveta gli saltò letteralmente addosso

"Ti sono mancato?"

"Tu non ne hai idea"

Alexey le tese la mano per farla salire sull'equino per poi galoppare fino alla sua dimora, lei si tenne così stretta al ragazzo che Alyosha per poco non gli mancò il respiro.

Giunti a casa, la portò nella sala da pranzo ove un immenso banchetto fu posto sulla tavola, c'era ogni ben di Dio, all'inzio ebbe un pò di vergogna a parlare con la famiglia del suo amato ma più passano le ore più lei si rilassò nel calore di quelle persone, giunta l'ultima ora dell'anno il ragazzo con il permesso della sua famiglia prese per mano Sveta e la portò nel fienile, qui si posero entrambi sulla paglia, guardandosi l'un l'altro negli occhi

"Amore mio, come vorresti passare quest'ultima ora dell'anno?" Chiese Sveta incuriosita

"Io una mezza idea c'è l'avrei"

"Dimmi quello sarebbe?" E mentre aspettava la risposta incominciarono a baciarsi (non ve dubbio su cosa Alyosha intendesse) la passione che impregnò quel luogo avrebbe arso tutta la paglia e il legno li locato, le mani toccarono la pelle, le lingue si incrociavano come una corda a due capi, dei gemiti uscirono dalla bocca della fanciulla per l'estasi che ella provò in quei momenti, dopo circa una quarantina di minuti stremati rimasero li ove i loro corpi ebbero trovato l'assuefazione del piacere carnale (vollero rimanere nudi, il motivo me ancora oggi me ignoto) ogni tre secondi Alyosha posava un bacio sulla nuca di lei che a ricambiò con carezze sulla sua barba, a mezzanotte furono sparati vari colpi d'arma da fuoco in aria dai contadini nelle vicinanze per annunziare il nuovo anno.

Contemporaneamente posero le loro mani sulla guancia e sul petto l'un dell'altro e si dissero con un bacio.

"Da ora fino alla fine dei tempi"

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