32: Un'amicizia innata
Rimasero li ad abbracciarsi, Pasha con l'intenzione di dare felicità alla sorella, e Sveta con la speranza della promessa fatta, della neve scese su i loro capi e un forte vento incominciò a battere il suolo, Pavel d'istinto si tolse la giacca e la pose sulle spalle di lei, ma nell'arco di pochi secondi sentì una immane fitta alla schiena ove s'accasciò per qualche istante, con il volto ancora poggiato sul suolo udì un'altra persona che parlava, sicuramente era colui che l'aveva colpito
"Mi hai capito, togli le tue mani dalla ragazza"
"Alyosha fermati" gridò esterrefatta la ragazza
"No, costui ha osato toccarti, la deve pagare"
"No non capisci, lui è mio fratello"
Il bastone di legno che aveva nel palmo della mano gli scivolò al sentir quella parola "fratello" subito gli andò incontro per aiutarlo a rialzarsi
"Perdonami io non lo sapevo"
Pavel lo prese per il collo con l'intenzione di strangolarlo li dov'era
"Ora basta" gridò Svetalna
I due subito si lasciarono e indietreggiarono alcuni metri l'un dall'altro
"Non mi avevi detto che tuo fratello era tornato"
"Non ho avuto modo, egli è rivenuto solo pochi giorni fa"
"Svetlana chi è questo bifolco che ha osato colpirmi?" Gli intimò Pavel ancora scosso per l'accaduto
"È il ragazzo di cui mi son innamorata, te ne avrei parlato stamane se solo nostra madre non m'avesse assillato"
Una "pace" fu suggellata con una stretta di mano forzata, ma nè Pavel nè Alexey si apprezzavano, il primo pensava che un campagnolo portasse solo umiliazione alla sorella, il secondo aveva già compreso una certa unione morbosa (anche se solo a livello affettivo) tra la sua ragazza e il di lui fratello.
Per acquietare gli animi, Alyosha propose ai due di venire a cena da loro il di seguente così che possano conoscersi meglio, gli fu detto che la risposta gli sarebbe giunta l'indomani verso l'ora di pranzo, prima che se ne andasse Sveta prese per mano il giovane e lo portò vicino al cancello della tenuta
"Alyosha perché stasera sei venuto senza avvisarmi?"
"Era da qualche giorno che non avuto tue notizie, ero in pensiero per te"
"Comprendo, ma la prossima volta avvisami affinché non si ripetano ulteriori fraintendimenti"
"Bene, ma ora dimmi cosa debbo aspettarmi da tuo fratello, il modo in cui m'osservato non mi è piaciuto per nulla"
"Stai sereno, con lui ci parlerò io, tu promettimi che non ti farai prendere dal rancore dovute a ciò che t'ha detto"
"Lascerò stare se ciò ti rende felice"
"Tu non puoi immaginare quanto"
Si diedero un bacio per poi allontanarsi, Sveta trovò Pasha seduto sulla staccionata lungo il campo
"Che t'ha detto?"
"Nulla di che"
"Sveta lo sai che io ti appoggerei in ogni tua scelta, ma quel ragazzo non mi piace"
"Ovvio, non vi siete ancora conosciuti"
"Davvero? Ho conosciuto il suo bastone sulla mia schiena, ciò mi basta e avanza"
"Ti ha colpito poiché pensava che mi stessi molestando, ti prego dagli una possibilità"
"Gliene darò una sola, se la delude sappi che mi metterò tra lui e te"
Quella sera, la ragazza rimase sveglia inginocchiata sul letto a pensare a cosa sarebbe successo la sera seguente, andrà bene o male, mio fratello riuscirà ad trovare un'intesa con il mio Alyosha, un mal di testa la colse così forte che alla fine dovette chiudere gli occhi e riposare il capo.
La mattina seguente s'alzò con una forte ansia mista a una grande gioia, concluse tutte i suoi lavori di casa in tale stato, tale che Pasha girovagando per la casa la vide con un aria talmente stanca che le accarezzò i capelli dicendole
"Sveta, tranquilla stasera andrà tutto bene"
In cuor suo egli veramente lo sperava, ma non gli disse che necessitava delle scuse di Alexey prima di cenare in casa sua, quelle parole placarono l'anima della fanciulla che in pace finì i propri doveri, in serata dopo aver indossato il vestito più bello che aveva, bussò alla porta di Pasha
"Dai muoviti, che ci aspettano"
"Si, un attimo"
Non volendo aspettare un attimo in più, aprì la porta e vide il fratello con un elegante abito sul letto mentre egli si stava prodigando nel abbottonarsi la camicia
"Ti avevo detto di non entrare"
"Avanti vieni qui che ti do una mano"
"Si ma fai piano, questa camicia è di origine italiana, me costata molto"
"Pasha è dove hai preso codesti danari, se li hai sperperati a San Pietroburgo?"
"Un amico di Napoli ma dato un prestito?"
"Chi è costui?"
"Non te ne ho parlato, quando potrò te lo farò incontrare da vicino, è un tipo un pò ambiguo"
Finto di vestirlo, i due entrarono nella carrozza che li avrebbe accompagnati alla casa degli Smirnov, davanti alla tenuta Svetlana mise il braccio sotto quello del fratello e si incamminarono verso l'entrata, quando si palesarono li davanti nemmeno il tempo di bussare per la seconda volta che furon accolti calorosamente da Alyosha, che baciò la ragazza sulla guancia per poi dare la mano a Pavel
"Ti chiedo ancora scusa per l'equivoco d'ieri, non avrei dovuto reagire il quel modo così brutale"
"Non ti preoccupare, oramai è passato"
La serata fu un verso successo, le pietanze furono ottime, molte furono le risate fatte su quella tavola con le innumerevoli battute alquanto intelligenti di Alexey conditi poi con delle storie di guerra raccontate dal nonno di quest'ultimo, Pavel scoprì con gioia che quel "bifolco" non era solo acculturato ma possedeva anche una gentilezza mai aveva incontrato fin ad'ora, così come tutta la sua famiglia che emanava un calore che egli non riscontrava nella sua (almeno nei suoi genitori), prima di Pasha prese in disparte il ragazzo e con schiettezza gli chiese
"Quali sono le tue intenzioni con mia sorella?"
"Io posso dirti solo che la amo con tutto il cuore, darei me stesso per lei"
"Ciò mi basta"
Ora Pavel poteva dormire sogni tranquilli o almeno non avere dei pesi riguardanti la sorella poiché quella sera in Alyosha trovò l'uomo adatto per Svetalna conscio che avrebbe provveduto a ogni sua necessità.
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