2: Aleksander Igorievic Petrov
Camminavano da quasi dieci minuti per le vie della città, quando Saša incominciò a scrutare l'aspetto fisico di quell'uomo, aveva quasi sicuramente una quarantina d'anni, capelli neri, era alto più o meno quanto lui, un metro e settanta, possedeva delle piccole orecchie, un naso rotondo e due occhi di color blu che a dir sua gli penetravano l'anima, nella sua mente viaggiava come un cavallo Imbizzarrito un pensiero, cosa vuole da me, perché mi ha teso la mano.
Questi pensieri lo assillarono finché l'uomo non gli aprì un cancello, dietro di esso c'era una grande casa, il ragazzo rimase sbalordito dell'immensità di quella dimora, entrando in casa diede il suo cappotto lercio a una ragazza della servitù, in quella casa c'era ogni cosa che si possa desiderare nella propria dimora, quadri, candelabri, un camino, un tavolo enorme sui cui mangiare, addirittura c'erano anche delle statue d'epoca romana.
Fëdor rimase molto compiaciuto dallo sguardo di quel ragazzo di cui non sapeva ancora il nome, gli mostrò la stanza degli ospiti qui gli disse di riposare e che Tatiana, la ragazza a cui aveva dato il cappotto lo avrebbe svegliato per l'ora di cena.
Saša si mosse costantemente sul quel letto, assaporando tutta la sua comodità, le sue coperte erano fatte di lana, i cuscini invece erano fatti con pura seta, era un sogno per lui che fino al giorno prima dormiva in un piccolo vicolo, sporco e buio.
Verso sera, Tatiana cercò di svegliarlo più e più volte visto che il ragazzo non demordeva a lasciare quel meraviglioso letto.
Quando si trovò nella sala da pranzo, trovò Fëdor che leggeva un giornale davanti al camino, e una donna molto giovane, che preparava la tavola non poteva far parte della servitù, aveva degli abiti troppo belli e lussuosi per essere una delle tante domestiche, quando la ragazza lo vide fece un enorme sorriso, gli andò incontro abbracciandolo, anche qui Saša non seppe cosa dire né cosa fare, provò a dire qualcosa, ma la donna gli mise un dito sulla bocca, intimandogli di stare in silenzio, dicendogli "tutto ti sarà detto a tempo debito".
Le pietanze che furon portate a tavola, dire che fossero squisite sarebbe stato un eufemismo, Saša subito si ingozzò come se domani non rischiarasse l'alba, mangiò finché Fëdor non lo scrutò con uno sguardo che trapelava un certo grado di rabbia misto a preoccupazione, "stai attento, potresti affogare con tutto quel cibo" disse l'uomo, il viso del ragazzo divenne di un colore simile alla lava incandescente.
Dopo mangiato Aleksander presa la parola e chiese del perché fosse qui, certo egli stava a suo agio, chi non lo sarebbe stato, ma non capiva ancora del perché della sua presenza in un luogo a lui non consono per il suo stato sociale, nei suoi occhi si poteva leggere un terrore immane.
La donna con tono amorevole gli disse "Saša non devi temere nulla, qui non ti verrà fatto nessun male", a quelle parole egli si rilassò, ma chiese ancora del motivo della sua presenza in quella casa, la ragazza il cui nome fu rivelato, Olga, disse d'esser sorella minore di sua madre, Saša non poteva credere a ciò che le sue orecchie stavano udendo, rimase lì bloccato su quella sedia, nemmeno una bufera l'avrebbe spostato da li.
In quei momenti, Aleksander si ricordò che quando egli chiedeva di suo nonno alla madre, ella non né volle parlare fin quando all'età di dodici anni gli disse che non voleva niente a che fare con suo padre visto che aveva messo incinta una ragazzina, la madre gli disse solo che la bastarda della sorella venne chiamata con questo nome, Olga (non volle mai conoscerla, visto che era frutto di una delle tante scappatelle del padre).
Olga comprendendo la situazione del ragazzo, gli andò vicino e lo tenne stretto tra le proprie braccia, li Saša non riuscì più a trattenersi e pianse fino a che non si addormentò.
La mattina seguente, mentre s'era quasi svegliato, sentì un calore provenire dalla schiena, si girò con molta calma e vide che quella giovane donna che gli aveva scombussolato il cuore lo stava abbracciando, per non svegliarla si alzò molto lentamente e uscì dalla stanza, si mise davanti al camino ancora acceso, vi rimase per qualche tempo fin quando non sentì una mano che gli accarezzò i capelli, alzò la testa e la vide.
"Tesoro come stai?" Gli sentì dire ma non rispose, ella s'abbassò per baciargli più volte la guancia, mostrandogli un grande affetto, "voglio delle risposte" chiese alla ragazza, lei gli girò delicatamente il volto verso di sé, "ti dirò tutto quello che vorrai sapere" disse con tono amorevole.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top