11: I due eredi
I due ci provarono più volte ad avere un figlio ma più ci mettevano vigore più non usciva nessun risultato, finché nel maggio del 1829, Polina rimase incinta, Saša fece spargere la notizia in tutta la città per mettere a tacere le voci che affermavano dell'infertilità della ragazza.
I mesi passavano, Saša si mise all'opera creando una stanza vuota e sporca di polvere in una camera adatta al figlio che avrebbe avuto, non stava più nella pelle nel desiderare ardentemente di coccolare un bambino che lo avrebbe chiamato "padre" di donargli tutto l'amore che gli fu strappato in gioventù.
Dello stesso canto era Polina che tramite i consigli delle domestiche attingeva sempre più coscienza del grande ruolo che gli sarebbe aspettato anche lei era dell'idea di viziare suo figlio così che in età adulta egli avrebbe potuto dire ai suoi figli "per mia madre io ero il suo mondo".
Durante la gravidanza Polina incominciò ad avere un forte desiderio di dolce e di frutta, si faceva preparare sempre dei Sochniki (dolci composti da burro e farina ripieni di ricotta e con alcune piccole scorze di limone).
In verità vi dico che il povero Aleksander per poco non si indebitò con tutte le pasticcerie della città, sperava solo che i desideri culinari della moglie sarebbero finiti dopo la nascita del bambino.
Sul lato della frutta mangiava solo frutti di bosco, ne mangiava in grandi quantità (per reperirli Saša dovette andare fino in Crimea per comprarli) nonostante i vari richiami suoi e delle governanti la ragazza non riusciva a smettere mangiarli, alla fine dovettero nasconderli.
Il due febbraio 1830, verso sera la coppia si stava apprestando ad andare a fare una passeggiata in un piccolo parco lì vicino ma mentre Marija e Tatiana la stavano aiutando a vestirsi, Polina sentì un fortissimo dolore al basso ventre quando abbassò lo sguardo a terra vide il pavimento totalmente bagnato.
Un urlo fortissimo si sentì al secondo piano, Saša gettò il cappotto a terra e corse saltando i gradini, la paura più grande era che Polina fosse caduta a terra, quando aprì la porta Tatiana gli intimò di sbrigarsi ad aiutare la povera donna in preda alle contrazioni.
Più volte venne chiamato il medico me egli non rispose (solo dopo si scoprì che non si trovava in città in quel momento).
Per tutto il tempo gli tenne la mano dicendogli parole d'incoraggiamento e conforto, le urla che Polina emetteva per il dolore sembravano non essere umane (ancora oggi le persone che vi passarono nelle vicinanze di quella casa, tremano a sol pensare a quelle urla agghiaccianti).
Sembrava un'eternità ma alla fine verso le undici di sera nacquero due gemelli, Polina non riuscì a vederli poiché svenne per il dolore.
"Aleksander Igorievic, congratulazioni vostra moglie via ha donato due meravigliosi gemelli, un maschio e una femmina, come li vorreste chiamare?".
Saša con cautela li prese in braccio entrambi che ancora piangevano, baciò la fronte del bambino e lo chiamò "Pavel", fece la stessa cosa con la bambina chiamandola "Svetlana".
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