Quel semplice pomeriggio

Era un bel pomeriggio d'estate.
Io e mio padre eravamo seduti su una panchina,ad ascoltare il fruscio del fiume davanti a noi, mentre con la sua tenera voce, mi raccontava le diverse cavolate della sua infanzia.

Mio padre lo ho sempre reputato un bel uomo:alto, magro,occhi azzurri e uno sguardo impressionante.

Era un momento indescrivibile:gli uccelli che con il loro fischiettio creavano una melodia di sottofondo,il vento che muoveva i miei lunghi capelli castani e il verde degli alberi che mi trasmettevano una sensazione di liberta'.
Intanto che papa' si fumava la solita sigaretta con cui si divertiva a formare nuvole di fumo, lo interruppi.
«Papa'!papa'!Sai cosa vorrei diventare da grande? »gli domandai sfoggiando in un grande sorriso,la gioia che provavo a raccontargli questo mio pensiero.
«Cosa?» mi domando'. 
«Beh ecco..prima di tutto..vorrei diventare una brava poliziotta».
Mio padre comincio' a ridere.
Sapeva bene che sono la tipica ragazza maschiaccia e corraggiosa e mi ci vedeva bene in questo ruolo,anche se avrebbe preferito che facessi la dottoressa o l'infermiera.
Ero una ragazza che ne commetteva di ogni:salivo sul tetto di casa facendo quasi prendere un infarto a mio padre, ho quasi dato fuoco alla legnaia perche' volevo scaldare le bambole infreddolite e mettevo nel serbatoio della macchina di babbo tonnellate di sabbia.
«Penso che me andro' via da qui» ammisi con certezza.
«Dove vorresti andare Adele?»mi domando' incuriosito.
«In America!»
«Manca solo che ti traferisci sulla luna e siamo apposto! »disse ironicamente.
«Beh papa'...non finisce di certo qui! Avro' una bella casa, una macchina e due figli.» ribadi' sempre piu' sicura.
Tiro' l'ultimo tiro di sigaretta e la getto' per terra spegnendola con la sua scarpa rovinata e alzo' le spalle per poi dire:
«Sogna,sogna, figlia mia».

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