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I suoi occhi nocciola saettarono su di me. Arretrai. Maude non aveva torto, la bellezza di quella donna era indescrivibile. I sogni che avevo fatto addietro smentivano la sua reale beltà. Fuori la primavera si sfogava con prepotenti tuoni. Presto un temporale si sarebbe abbattuto sulla casa, svegliando i pochi ragazzi rimasti e mostrando i loro totem a quel mostro. Strinsi i denti, cercando di trattenere tra le mie labbra l'ira e l'impotenza. Cosa posso fare? La Madre di Michele si avvicinò piano a Maude, mentre i suoi occhi fissavano ancora i miei. - Non le hai ancora raccontato la parte più avvincente della storia, mia cara. - Disse, mentre Madame Maude continuava a scuotere la testa, negando ogni sua singola sillaba, come per cancellare ogni ricordo insieme alla sua terribile voce. Sembrava terrorizzata da quello che avrebbe potuto dirmi. - Non le hai detto che è colpa tua se sono diventata un mostro. - Continuò, mentre il chiarore della Luna risaltava le sue vene. Ormai quei intricati intrecci avevano coperto ogni parte del suo corpo, tranne il volto, ancora pallido e celestiale. - Non le hai detto che sei stata tu ad uccidere il mio animale totem! - Urlò. L'acuto aveva spaccato i vetri della stanza, portando il vento tra noi. Le prime gocce della tempesta mi accarezzavano le braccia, mentre freddi fulmini illuminavano la stanza buia. A scatti potevo vedere quelle due ombre bianche. Stupefatta dalle parole di quella donna mi voltai verso la Madame, quella persona in cui avevo riposto fiducia, credendo alle sue false promesse di protezione, di una casa. Il prezzo era stato la mia vita e la mia famiglia. Un amaro boccone, rispetto alle gustosità di cui mi aveva parlato. La felicità. La felicità. Pensai amaramente. Avevo sempre visto Maude come una seconda madre, un nuovo punto di riferimento, un'appiglio sicuro. Cercai il suo sguardo invano. Non aveva neanche la prontezza di ribattere alle meschine insinuazioni di quella donna. Non potevo credere a quelle parole. Non potevo credere che quella delicata e debole figura si fosse presa gioco di me, di tutti noi. No. - No! - Urlai. - La donna che descrivi non è lei! - Ribattei, proteggendo Maude, proteggendo una falsità. Lo sapevo, ma non potevo accettarlo così facilmente. - Potrà sembrarti debole, ma è colpa sua se si è tramutata in pietra. Lei è orefice del suo destino. - Rispose. Le sue parole erano un colpo al cuore. Il petto doleva. Fa male... tanto male. - Lei vive e respira come me e te, non può essere una misera statua. - Sapevo che ciò che lei aveva detto era reale, ma la mia coscienza non si era arresa, al contrario del mio animo: Spezzato, umiliato... - E' solo questione di tempo, prima che si tramuti completamente. Ma le sue mani hanno già perso sensibilità. - Come d'istinto, Maude sfiorò le punte delle sue dita. Ancora una volta non smentiva le crudeltà che diceva l'altra. - E' vero? - Il mio sguardo oltrepassò la madre di Michele, poggiandosi sulla umile figura di Maude. Ma lei continuava a non proferire parola. Non faceva niente, se non rimanere in silenzio, lo sguardo basso. - Perché?! - Urlai verso di lei. - Perché l'hai fatto?! - Non capivo. Non era forse lei a dire che un animale totem era una responsabilità? Un tesoro da preservare, nutrire ed amare? O era solo una copertura? Una bugia? Il suo sguardo mi attraversò le membra. Finalmente si degnava di guardarmi. Avrebbe respinto quelle assurdità. - E' vero è tutto vero. - Ammise accasciandosi a terra. No. - Non ti credo! - Urlai. - Non importa ciò in cui credi o meno. - Disse aspra la donna dinanzi a me. - Non esiste il ''buono'' o il ''cattivo'', ma tutti sono capaci di fare delle assurdità se gliene presenta l'occasione. - Si era avvicinata a me. Nel suo candore mi sorrise, mentre fuori la tempesta era appena sopraggiunta, bagnando l'intera sala, mentre le tende danzavano al vento primaverile.

- Ma esiste la vendetta. -

Sussurrò improvvisamente. Dalle rampe di scale l'indistinguibile tacco di Louboutin rimbombava veloce nella stanza. La mia testa scattò verso il volto terrorizzato di Madame Viviane. Riportai lo sguardo verso la madre di Michele, trovandovi solo il corpo insanguinato di Maude.

Morta.

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