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Mi svegliai nella mia nuova stanza. Le tende bianche sospinte piano dal vento primaverile. Sfiorai d'istinto le labbra, trovandole gonfie ed arrossate. Øystein ronfava piano tra i suoi caldi e morbidi cuscini.

Un nuovo giorno era arrivato alla casa delle Madame e la sola cosa che avevo in testa, era Michele.
Michele.
Corsi giù dalle scale legnose ridendo. I piedi scalzi sul pavimento freddo. Percorsi il corridoio maschile e mi catapultai nella camera di Michele. Sulla porta il numero 37. La spalancai, fregandomene del fracasso che avrei provocato e mi buttai tra le braccia di Michele. Lui era ancora tra le calde coperte, ma gli occhi erano già svegli e le labbra aperte in un dolcissimo sorriso. - Buon giorno mia cara. - Rise piano, lasciando umidi baci sul mio collo. - Buon giorno pasticcino. - Sussurrai tenendomi stretta a lui, mentre accarezzava i miei capelli corvini, districando i nodi.

La sua stanza era leggermente più piccola della mia, ma ospitava un'immensa vasca per il suo animale totem, che gioioso sguazzava tra le verdi alghe. Mi sdraiai sul letto di Michele, lui accanto a me. Continuava a lasciarmi una scia di baci sulla spalla destra, cingendomi stretta a lui. Risi presa dal solletico mentre mi baciava sul collo scoperto. Nel vano tentativo di trattenermi, immersi il mio viso sulla sua spalla. - Sei pazza, se Madame Viviane ci scopre-... - Un rumore di passi. L'indistinguibile tacco di Louboutin, con la sua suola rossa; rimbombavano fino a noi. Tremai contro il petto di Michele, i nostri sguardi torri rizzati si riflettevano nell'altro. - Sotto il letto! Sotto il letto! - Sussurrò al mio orecchio. Mi buttai a capofitto sotto quel mondo di lenzuola, scarpe e merendine scadute. Trattenni il respiro quando mi ritrovai a pochi centimetri dai tacchi vertiginosi di Madame Viviane. La punta delle sue scarpe davanti al mio naso. - Michele! - Esclamò imbarazzata. - Copriti per favore. Non è garbato. - Disse allontanandosi, accennando al suo petto nudo. Un rumore su di me ed i piedi scaldi di Michele al mio fianco. - Scusi Madame Viviane, non mi aspettavo una sua visita... - Disse mentre apriva le ante del suo armadio, inforcando gli occhiali. - Sì, effettivamente non era in programma, ma vede, dei rumori circospetti hanno svegliato alcuni suoi compagni. - Accennò vaga, avvicinandosi dopo che si era coperto con una camicia bianca. - Non insinuerà certo che commetta azioni da lei non gradite, Madame. - Disse severo Michele, mentre piano veniva verso di me. - No di certo, ma volevo accertarmene. - Concluse Madame Viviane imbarazzata. - La aspetto a breve per la colazione. - Urlò Madame già lontana, con sottofondo il rumore dei suoi tacchi. Sospirai, alzandomi con l'aiuto di Michele. - Scampata per un soffio. - Espirai verso la porta chiusa. Lui mi abbracciò stretta a se, stropicciando la camicia appena indossata. - Tranquilla. Finché saremo vicini, io ti proteggerò da qualsiasi cruccio. - Disse accennando a sua madre, mentre piano mi allontanavo da lui. - Neanche una ricompensa per i miei servigi? - Chiese fingendo tristezza. Immediatamente mi avvicinai a lui. Io in punta di piedi, allungandomi verso il suo viso. Di slancio lui mi prese i fianchi prima di poterlo baciare, per poi farmi volteggiare. I nostri pochi indumenti in una danza di stoffa semi-trasparente. Il nostri volti uniti in un casto bacio. - Scappo prima che Madame ci scopri, biriccone! - Sussurrai ridente con in piede già fuori dalla porta, mentre lui mi salutava con un largo sorriso sulle labbra, sventolando piano la mano.

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