ciaone
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<<Hey!>>
Una voce incuriosita...
No, non c'era più spazio per dubbi di nessun tipo!
Era stata la SUA voce incuriosita a rompere l'imponente montagna di ghiaccio che si era creata fra di noi, che superava di gran lunga i quaranta gradi dominanti la foresta. Ed io che pensavo si trattasse di un sogno estivo, povera illusa! Mi sarei scottata entrambe le mani sul fuoco!
Mancavano all'appello:
- un nostalgico, suggestivo camino
- una tazza di cioccolata calda fumante (o anche due perché no!?) accompagnata da delle coperte e un morbido pigiama in pile
- la pioggiaaa (giuro la amo!)
e l'atmosfera si sarebbe potuta scambiare per invernale in un nanosecondo di quel passo lì!
Menomale che tutto ad un tratto le cose sembrarono assumere un'altra piega, totalmente estranea alla precedente.
Un sogno pieghettato, già. Certo che tutte a me capitano! I sogni però, sono cose belle...Quindi zittisco immediatamente le lamentele.
È vero, l'inverno è la mia stagione preferita ma quel ghiaccio mi procurava un fastidio assurdo e non alla pelle; era veramente troppo, come insopportabile...Insopportabile sì!
AIUTO!
Che mi stava prendendo?! Mi stavo ammalando a causa degli innumerevoli sbalzi di temperatura?
Non mi era mai importato o almeno non più di tanto espandere la cerchia di amici. "Amici"...Un parolone, vabbè! Dovevo essermi beccata un'influenza un po' particolare.
Quella ragazzina però, non era come tutti gli altri. Una sensazione davvero asfissiante me lo suggeriva o meglio gridava a squarciagola.
Altro che antipatica, introversa, altezzosa come mi ero affrettata ad abbozzarla nella testa quando ancora l'istante prima ci limitavamo ad osservarci lontanamente, a squadrarci dalla testa ai piedi letteralmente!
Alla fine nessuna persona capita per caso nella vita; il ragazzo che non si sopporta finisce per diventare il proprio fidanzato, la ragazza che ti guarda male la migliore amica e così via. A proposito, non ero in grado di comprenderne le ragioni ma che mi guardavano tutti dall'alto verso il basso era risaputo, non di certo una novità, purtroppo.
L'apparenza inganna. Gioca compiaciuta, come soddisfatta, strangolando la nascita di qualsiasi legame che si sarebbe potuto instaurare con uno sconosciuto.
Uno sguardo inganna, calpesta ogni germoglio. Dei modi di fare, degli atteggiamenti.
La mente umana desidera a tutti i costi piacere agli altri, ma ciò potrà realizzarsi pienamente nel momento in cui saremo noi i nostri primi apprezzatori, i nostri fan numero 1. Lo pretende "a tutti i costi", non "con tutto il cuore".
Siamo inconsciamente ossessionati dal giudizio esterno e così creiamo personaggi su personaggi, sprechiamo il tempo costruendo maschere dietro cui "proteggerci". È quando siamo da soli che, essendo messi alle strette, come a nudo, comprendiamo chi siamo veramente, con tutte le insicurezze esistenti su questa terra.
Ciascuno di noi si pone in un certo modo davanti agli altri che poi non corrisponde all'effettivo modo di essere o di fare della persona; rari non sono i soggetti che non ingannano bensì gli istanti in cui i soggetti sono leali con se stessi e con chi li circonda. In un mondo in cui tutto è allo sbando, tradimenti, valori inutili gloriosamente celebrati, la sincerità, dire la verità in faccia nel bene e nel male è una delle più grandi forme di rispetto. Oggi rara.
Una parola di troppo o una in meno inganna. Un messaggio scritto ma anche un vocale. Un post di Instagram. Insomma i social. La ragione ancora e così pure l'evidenza. Ma il cuore non dovrebbe cedere a ricatti di questo tipo, cascare in trappole come le qui presentate, sprofondare così in basso senza disporre della capacità di saper tornare a galla. È troppo semplice fidarsi quando si hanno prove sufficienti, quello che è difficile e meraviglioso al contempo è abbandonarsi all'altra persona senza conoscerla bene ancora.
Il cuore dovrebbe scappare, evadere da questa realtà in cui c'è veramente poco di reale; dovrebbe arrampicarsi ma non sugli specchi, fuggire via, lontano da tutti quei sotterfugi che non fanno altro che appesantirlo. Invece cade inciampando in tentazione perennemente. È h24 stordito da futili paranoie che gli fanno da interferenza alla vita.
Si rimane "di ghiaccio" anche quando si è convinti di sapere tutto di una persona. La verità è che non conosceremo mai nessuno a trecentosessanta gradi, nemmeno noi stessi. Questo perché ci sarà sempre qualcosa che sfuggirà all'essere umano; un lato del carattere, una particolare espressione facciale, una variante del suono della risata. Non si smette mai di scoprire perché non ne si può fare a meno. E chissà quale universo si cela dietro gli innumerevoli limiti posti da un'insensata "prima impressione"!
Che strano...L'apparenza inganna ma del mio istinto non avevo mai dubitato precedentemente a quest'episodio. Il fatto è che a volte siamo così veloci a giudicare che riesco a farmi schifo da sola. Quanto oro ci facciamo scivolare di dosso per poi riempirci di fango! Di persone tossiche che non fanno altro che spegnerci facendo buio sul nostro cammino invece che luce, di gente falsa che non tiene veramente a noi ma a cui serviamo esclusivamente per il raggiungimento di secondi fini, di chi vuole il nostro male al primo posto nella classifica della vita.
In fondo un'opportunità la meritano tutti. Anche il ragazzo che vorremmo come amico o quantomeno conoscere meglio; ma non abbiamo il coraggio di inviare quel benedetto messaggio perché "chissà cosa potrebbe pensare di me dopo, quale idee strane concepirebbe la sua mente".
Siamo assaliti da un'insaziabile voglia di rapportarci col mondo esterno ma frenati, con le ali bloccate da fin troppi pregiudizi dettati proprio da stupide impressioni e/o presentimenti. Scappiamo perfino da una tastiera che ci ripara più che a sufficienza.
Lottiamo, oggi però, per quello che vogliamo, per ciò che ci rende felici. No, siamo ostinati poiché chiusi nei confronti del cambiamento, della nostra persona, degli altri. Poi però ci lamentiamo. Abbiamo una bravura innata per questo.
Ci sentiamo terribilmente soli ma non finiremo mai di puntare il dito senza sapere cosa si nasconde realmente dietro un determinato mucchio d'ossa.
Cazzo persino in un sogno devo trascinarmi la costante paura di essere presa in giro in qualsiasi momento da qualunque persona mi ritrovi di fronte?!
I-N-C-R-E-D-I-B-I-L-E.
Quanti anni di tranquillità si stima mi possano restare nel caso continuassi a condurre una vita del genere per un lasso di tempo abbastanza prolungato e del tutto indefinito?
Ho sempre guardato ai sogni come ad un riparo sicuro da una realtà stabilmente incerta. Mi sbagliavo, come da copione.
Il mondo non è sempre a colori Chiara...Perché fatichi ancora a realizzarlo?
E cresci una volta per tutte (si e la sindrome di Peter Pan?)! Smettila di sognare, cerca di darti una bella svegliata! Non si può vivere a lungo di unicorni volanti, magici universi rosa e fatine che abitano boschi incantati!
Ora ti trovi in una soffocante foresta con una sconosciuta appena dinanzi al tuo sguardo. Altro che bosco incantato! SCONOSCIUTA sì...Per quanto il tuo cervello possa sforzarsi di ricordare, resta il fatto che tu non la conosci. Quindi che te ne frega?
Forse è il caso di svegliarsi veramente, in tutti i sensi.
A volte mi rimproveravo di rimproverarmi, ero davvero cattiva con me, più di quanto non lo fossi con gli altri...Che magari se lo meritavano molto di più, eccome se lo meritavano!
Svegliarmi...Certo! Ma giusto per cambiare sogno e sceglierne uno più sereno, che non mi faccia avere pensieri almeno durante le poche ore notturne. Voglio volare leggera poiché libera da ogni turbamento. Io senza sogni non vivo. Una cosa su una vita l'ho capita.
Quindi ricapitolando, è questo il destino a cui ogni adolescente deve abbandonarsi senza via d'uscita? Non esiste almeno un pochino di meglio?
Non so.
Una strada secondaria per esempio? Un'uscita d'emergenza, un percorso alternativo...Magari con un minior numero di curve, anche se si dovesse allungare, "più" rettilineo. Rettilineo sarebbe impossibile da trovare. Non si può avere tutto.
Viviamo per vivere o per sopravvivere? Penso di essere ossessionata da questa domanda...No perché io non vivo serenamente. Anzi così e in questo momento credo di non star vivendo proprio. Minimamente.
Soltanto ⅓ dei pensieri che mi tormentavano e degli interrogativi che iniziarono ad assillarmi in maniera capricciosa non appena i nostri sguardi si incrociarono per la prima volta...Quando ero solita scorgere innanzitutto il male e poi, delle volte, il bene nelle persone che avevano scelto di dirigere i propri passi verso il sentiero che con qualche ostacolo di mezzo li avrebbe condotti alla mia vita. Quando mi facevo ingannare facilmente; dall'apparenza ma non solo.
Ignoravo l'altra faccia della moneta, quell'unico lato positivo delle cose. Ero così intenta a prestare attenzione al bicchiere mezzo vuoto che puntualmente finivo per dimenticare l'esistenza della metà piena. Non avevo la più pallida idea di che cosa fosse la parte buona dell'oscurità. Non la vedevo, di conseguenza per me non poteva esistere. Figuriamoci avere un significato nella mia esistenza...
Avevo paura del mondo e non riponevo fiducia nella stessa umanità che senza crearsi più di così tanti problemi me l'aveva tradita. Spezzata assieme al cuoricino. Perciò mi chiudevo a riccio. Non ero per niente socievole, anzi quasi mi frastornavo quando qualcuno mostrava una certa confidenza nei miei riguardi.
Mi bagnavo prima di piovere.
Non riuscivo a rendere custode della chiave che con molta facilità avrebbe sbloccato il lucchetto del mio cuore nessuno. Nemmeno me medesima. Così lo tenevo chiuso come in una cassaforte.
Soffrivo di notevoli problemi di autostima ed insicurezza. Mi sentivo diversa, diversa dai miei coetanei. Per questo sbagliata e ciò mi toccava il profondo, uno strazio per l'anima. Uno dei miei più grandi sogni era cambiare...
Per quanto possa amare parlare con il genere umano quando si tratta di uno sconosciuto cerco di tenere a freno le figure di "m" già presenti in abbondanza nel mio giovin cammino...Insomma non lo saluto mica a caso!
Riesco nel mio intento?
Mmm, non sempre direi. Affatto!
Continuo per la mia strada? Con quella esatta strada?
Stavolta la risposta giusta è decisamente "sempre".
Fallisco ancora?
Ritento sino all'infinito. Non vedo dove possa trovarsi il problema. Ritorno, cioè ricasco sui miei passi e poi, ovvio! Di nuovo direzione infinito!
Non mi arrendo.
Ce l'ho fatta finalmente.
Ho un debole per le sfide! Soprattutto per quelle impossibili. O meglio definite come tali.
Insisti. Resisti. Raggiungi e conquisti!
È il ciclo della vita. E se non ci credi tu, nessuno mai lo farà al posto tuo. Ci sono troppe responsabilità da assumersi in gioco...
<<Ehi dico proprio a te! Non è che ti sei persa? Se vuoi posso essere io la tua bussola!>>
Ma come ci reputiamo divertenti e spiritosi! Non solo sconosciuta, pure con uno spiccato senso dell'umorismo! E tu chi saresti la padrona della foresta forse? Vuoi guidarmi come Virgilio con Dante? Ti ricordo che non siamo in una selva... - mi limitavo a ribattere nella mia mente. E forse, da un lato, era meglio così, magari voleva veramente aiutarmi. Mi sgridavo sempre di tacere, ma delle volte anche di parlare a sproposito.
Non ero né acida né incattivita. Il terrore degli esseri umani mi scatenava questo prototipo di reazioni.
Nonostante la risposta coi fiocchi, perfettamente a "tono", non trovavo il coraggio di replicare ad alta voce, di tirare fuori tutto; così me ne stavo in silenzio coi pensieri che facevano casino al posto mio. Era una delle cose che maggiormente mi riusciva e che allo stesso tempo odiavo di me. Beh questione di abitudine e tanto allenamento! Che non auguro a nessuno. Se provo a voltarmi indietro scruto nostalgica miriadi di occasioni perse oramai ben in lontananza...
D
i lei, riflettendoci, non sapevo nulla; quale fosse il suo colore preferito, le crush, se praticasse o meno sport, la pizza che mangiava più volentieri, le sue passioni, il genere musicale prediletto, chi era...Una sconosciuta, come da premessa. Ma essere al corrente di ciò non mi bastava. Non era una notizia esaustiva.
Sembrava rispondere positivamente al concetto d' "incognita" fin quando non volli venire a conoscenza del nome; sta alla base di ogni legame ed è la domanda che, come penso un po' tutti, sono solita fare per prima. Generalmente è molto utile...
Come ti chiami? - chiesi sorprendentemente disinvolta.
Non è vero che niente può trasformarsi. Le circostanze, i sentimenti, le aspirazioni, i sogni e persino le persone con i loro caratteri, i comportamenti cambiano. Tutto potrebbe evolversi negativamente, ma il medesimo "tutto" può sempre migliorare.
Una cosa, tuttavia, è certa: non siamo altro che bruchi che attendono ben un'esistenza la metamorfosi in farfalla.
Dovevo dimostrare di aver imparato, almeno un po', la lezione. Nonostante le paranoie infinite, dovevo darle un'opportunità.
Un sogno può rubarti (o donarti) tutta una vita oppure viaggiare per il subconscio per appena qualche frazione di secondo.
Almeno "lì" potevo concedermi il lusso di comportarmi come avrei sempre voluto fare. Sarei potuta essere chi da sempre avrei voluto essere. E poi soffrivo di fin troppi sensi di colpa per fare i conti con l'ennesimo...Dovevo.
Il peggio che sarebbe potuto succedere non sarebbe potuto succedere! Al massimo mi sarei svegliata e il mattino seguente avrei già dimenticato tutto. Non avevo nulla da perdere, semmai da vincere.
Raramente sottovaluto i sogni che faccio, anzi ho come il bisogno costante di raccontarli a qualcuno che abbia voglia di sentirli e soprattutto di stare a sentirmi; sono ossessionata dal cercare in continuazione un collegamento con la realtà e questo perché facendo (in un qualche modo) parte di noi mi risulta alquanto impensabile si possa trattare di un mondo totalmente a se stante, come di un qualcosa esclusivamente fantasy...A meno che non sogno di affrontare dragoni.
Facile uscire da un sogno, difficile uscire con facilità dalla vita.
Riflessione del giorno:
ma quanto sarebbe bello se vivere fosse come sognare!?
Caspita come rimbombava nei miei oramai ricordi quel saluto che tutto era eccetto che un semplice "hey!"! Tre letterine che non regali alla prima persona che capita...Tranne nel suo caso!
Ma doveva esserci una sfumatura di significato o motivo, nessuno mi avrebbe convinto del contrario; le avevo ispirato simpatia?!
Non mi saluta con la stessa enfasi ed energia gente che osa definirsi mia "amica" figuriamoci una persona a caso...Oppure non doveva essere proprio a caso!? Così mi buttai, finalmente!
Aspettavo quell'attimo da tutto un sogno.
Il coraggio, purtroppo, non te lo puoi dare, però credo si possa ricevere come un dono ed io avevo allungato le braccia nel gesto di prenderlo in quel momento esatto, per la prima volta.
Non avevo né scalato il monte Everest né tantomeno salvato l'umanità; le avevo rivolto una semplicissima domanda. Ma per me che ero sempre stata la "ragazzina dell'angolino", quella abbandonata da tutti se non da qualcuno che non aveva di meglio da fare che non fosse insultarmi puntualmente e pesantemente e da persone false, era una piccola grande vittoria, più grande che piccola. Per me che non mi avvicinavo mai a nessuno per prima era davvero importante. Per me che ero l'esatto opposto della socialità significava. Tanto.
Forse stavo riacquistando fiducia nell'umanità che non avevo salvato, che aveva salvato tutti all'infuori di me. O quasi tutti.
<<Luce Aurora, ma puoi chiamarmi anche solo Aurora e tu?>> - rispose quasi subito mettendo a tacere l'ondata di riflessioni che mi stava travolgendo.
Il primo tassello di un enorme mosaico. Un pezzo di un puzzle da 1500 pezzi.
Se non fosse che come "Aurora" conoscevo soltanto quella che era stata la mia compagna di catechismo per qualche anno e con lei aveva in comune solo quello ed è il secondo nome di mia sorella, quest'indizio poteva anche essere d'aiuto. E invece no. Creava ancora più confusione nella mia testa, un'incredibile perdizione dentro quella foresta. Pensavo che una volta scoperto avrei potuto ricollegare quel volto alla realtà, quegli occhioni ad un viso reale. Mi sbagliavo pure stavolta. Cavolo un'esistenza più sbagliata della mia non c'era universo su cui potesse esistere!
Dovevo chiederle il cognome, che stupida! Magari associandolo al nome mi si sarebbe accesa la lampadina...Che sciocca che sono a volte! E qui il mio migliore amico direbbe "solo a volte?".
Non era nemmeno il primo tassello di un enorme mosaico, un pezzo di un puzzle da 1500 pezzi. Si doveva trattare inevitabilmente di una sconosciuta o al limite di un'amica di amici.
Non la conoscevo in prima persona ma sarebbe potuta entrare a far parte del mio mondo se solo entrambe lo avremmo voluto veramente. Se saremmo state disposte a scambiarci i rispettivi lucchetti che custodivano dagli altri il nostro cuore.
Molte cose accadano quando meno ti aspetti possano succedere, quando non le stai più cercando sono loro che trovano te e così nascono anche molte amicizie. A caso. Tipo in un sogno.
Ogni legame nella prima parte del proprio film pone sul palcoscenico della vita due perfetti sconosciuti. Pure un'amicizia condivisa con una persona che si conosce da tanto tempo può svanire nel bel mezzo del nulla. Ed un'altra nata così, anche con il peggior nemico, durare un'intera esistenza.
Accennava qualche apparente timido sorriso, non sembrava infastidita. Era a suo agio e con una voglia di scoprire, fra le molteplici cose che di lei iniziarono a trasparire piano piano, risultante infinita!
So ch'era un po' presto per espormi, ma dava l'idea di essere un tipo socievole.
A volte basta veramente poco per uccidere l'apparenza e abbattere il terribile muro dietro cui si nasconde codardo un pregiudizio. Tipo
un "hey", sinonimo che qualcuno è fermo all'ingresso del tuo cuore ad aspettare che tu gli apra accogliendolo ad arterie aperte o un sorriso per l'appunto.
Una delle meraviglie della vita, quella mai scoperta, anche se nessuno ci avrebbe mai scommesso, pure se non riuscivo a tenere il cuore aperto, per me era fare amicizia; ho sempre pensato non si viva che di ricordi e di rapporti. E i ricordi non sono altro che una conseguenza dei vari rapporti che instauriamo con il mondo circostante. Il resto è superficiale.
Senza farla attendere troppo ripresi:
<<Chiara (che faccio glielo chiedo o non glielo chiedo?). Il tuo cognome (o la va o la spacca!)? >>
<<Eh...Sei venuta qui da sola?>>
E dopo questa direi che si era spaccato anche quel po' che stava iniziando a nascere tra di noi. Con quella risposta le dovevo aver dato il colpo di grazia, l'impressione di un robot, di una persona sistematica a cui non importava nulla dei veri valori se non delle cose superficiali, tipo materiali, senza attenzione né preoccupazione verso i sentimenti. Nel peggiore dei casi di una stalker professionista che si trovava lì per "somministrarle" il quarto grado. C'era d'aspettarsela una simile reazione. Quella diffidenza accompagnata dalla fatica evidente nel tentativo di cambiare discorso. Forse se mi fossi impegnata di più nel riformulare e articolare meglio la domanda avrei ottenuto la risposta che tanto cercavo...Il fatto è che volevo sapere chi fosse.
E poi era mia intenzione non perdere tempo, da una parte. A furia di star a rimuginare se fare o meno una cosa, finisce che "momento scaduto", non la si fa più. Dall'altra non vedevo l'ora quel sogno si perdesse nel nulla proprio come mi ero persa io in quella foresta, era durato fin troppo.
Io se non mi infastidiscono sono una santa, sono calma come l'acqua di uno stagno, ma non c'è peggio di chi osa indispormi e infilarsi in mezzo quando voglio ottenere qualcosa. Si sono pure un pochino lunatica.
<<Io da sola? Scherzi?! Sono con...Con una comitiva di amici certo! Emh saranno sparsi, persi anche loro per la foresta, sai è molto grande!>>
Non so perché ma avevo mentito, spudoratamente.
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