Silvia

Silvia è la mia amica storica, oggi è venuta a trovarmi e stiamo facendo quattro passi al parco.

Camminare sta diventando il mio unico passatempo, anche se mi provoca contrazioni mi riesce a svuotare la testa. 

Le racconto che i miei genitori non sono favorevoli all'ivg, mi hanno detto che mi vogliono bene e me ne vorranno qualsiasi decisione prenderò ma che non mi supporteranno durante il percorso per interrompere la gravidanza, che se lo voglio fare dovrò farlo da sola. 

Silvia è d'accordo con loro, nemmeno lei riesce a capire come mi sento ed io non mi sono mai sentita così sola ed incompresa. Mi guardo i piedi, le mie adorate scarpe da ginnastica nere si sono impolverate a furia di camminare lungo le stradine con il ghiaino dentro al parco. 

Le lacrime mi stanno scendendo lungo le guance, non ho più la forza di spiegare le ragioni alla mia amica. Non mi sono mai sentita più incompresa di ora. Come è possibile che le persone non si accorgano di quanto io stia male? Come è possibile che non vedano i solchi neri sotto i miei occhi? Sono sempre stata una persona gioiosa, piena di entusiasmo, una di quelle persone che sanno apprezzare le piccole cose, con voglia di fare cose nuove ed ora invece sono apatica, mi muovo in maniera lenta. 

Sollevo il cappuccio della felpa oversize che indosso, e scompaio dal mondo, mi rinchiudo nei miei pensieri.

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Da quando sono incinta ho perennemente lo stomaco sottosopra, non riesco a capire se sia dovuto all'ansia o alla gravidanza stessa. Sto utilizzando quei braccialetti che si trovano in farmacia per il mal d'auto. Premendo in un determinato punto all'interno dei polsi pare che abbiano la capacità di alleviare la nausea. Credo per effetto placebo ma pare stiano funzionando. 

Mi metto a sgranocchiare un pezzo di finocchio, nelle ultime settimane è diventato il mio cibo preferito, l'unica cosa che in realtà mi va di mangiare. 

Apro il forum a cui mi sono iscritta , leggo i vari commenti, la maggior parte sono di donne che professano la parola di Dio e mi incoraggiano ad andare avanti.

"Pensaci bene prima di fare l'ivg perché poi non puoi tornare indietro te ne pentirai per il resto della vita" è l'ennesimo commento della pro-life* di turno, devo ammettere che mi stanno facendo aumentare la mia ansia e le mie insicurezze, io quel bambino ora non lo voglio ma se poi me ne pentissi? se poi la mia vita peggiorasse?

*Per movimento pro-life (in italiano pro-vita o per la vita) si intende un insieme di organizzazioni e di movimenti sociali, politici e di opinione che a livello internazionale o nazionale si oppongono alla pratica dell'aborto e, in molti casi, si oppongono a vari livelli alle legislazioni che ne consentono la pratica legalizzata. (fonte Wikipedia)

Purtroppo in Italia molte idee e preconcetti sono radicati, anche a causa della religione, credendo di fare del bene molte associazioni creano danni irreparabili. Sono molte le donne che per i motivi più disparati decidono di intraprendere legalmente l'interruzione volontaria di gravidanza (ivg). Per la maggior parte delle donne è una decisone sofferta per alcune segnerà il resto della vita, per altre solo un periodo, altre non ne resteranno particolarmente scosse. 

Per chi non si trova coinvolto direttamente è facile giudicare e dare consigli, facile dire "Potevi pensarci prima", "Impossibile che capiti una gravidanza nel ventunesimo secolo". Vi svelerò un segreto, i metodi contracettivi possono fallire anche al giorno d'oggi. I motivi per cui ci si trova ad affrontare una gravidanza possono essere molteplici, anche tragici come una violenza oppure il semplice non aver usato la testa di una notte, perché gli errori li possiamo commettere tutti.

Ho sentito spesso il consiglio "Dallo in adozione piuttosto che abortire", su questo ci sarebbe da aprire un enorme capitolo, non è facile decidere di dare un figlio in adozione, non è facile affrontare la gravidanza e poi separarsene, non è nemmeno facile essere giudicati dalle persone per tutto il tempo. Restano anche tutti i timori sul futuro del bambino, perché ci si chiedere "sarà felice?", "riuscirà a perdonarmi?" .

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