Le scuse
Silvia mi ha telefonato questa mattina, siamo state al telefono quasi un ora. Inizialmente non volevo nemmeno risponderle ma ero talmente curiosa di sapere cosa volesse da me che non ho resistito.
Si è scusata un sacco per aver parlato con Andrea, dicendomi che l'ha fatto esclusivamente perché era preoccupata per me.
Ho deciso che proverò a superare questa situazione, le ho detto che mi servirà del tempo prima di potermi fidare nuovamente di lei. Apprezzo davvero molto che si sia scusata, in fondo era in buona fede, in un certo senso mi ha fatto un piacere, ho ritrovato una persona a cui voglio molto bene.
Durante la telefonata mi ha raccontato che Marco le scrive spesso, che lei lo liquida dicendo di non sentirmi da un po', mi ha detto " Ho imparato la lezione, non tradirò più la tua fiducia". Visto che lei non gli dava molta retta lui le ha telefonato, secondo Silvia sta cercando di farci litigare.
Mi ha raccontato che lui le ha detto che sono andata a prendere le mie cose e che mi ha visto felice. Si è convinto che terrò il bambino che ho avuto una sorta di illuminazione dal signore e che quindi ora sono serena felice e credente.
Silvia gli ha detto che non le risultava ma che in ogni caso sono cose di cui avrebbe dovuto parlare con me che lei non voleva assolutamente mettersi in mezzo.
La conversazione con Silvia è continuata parlando di argomenti più leggeri, avevo bisogno di distrarmi un attimo e di parlare anche di futilità, finché la mia amica ricorda di non avermi detto una cosa. "Non voglio parlarti sempre di lui, ma dopo tutto quello che è successo non voglio che pensi che ti ho tenuto cose nascoste. L'altro giorno durante la telefonata con il tuo ex gli ho chiesto come avesse fatto a non accorgersi che non eri più tu, che forse se ti fosse stato più vicino non saremmo arrivati a questo punto."
Non ci credo Silvia ha preso le mie difese, e soprattutto sta ammettendo che fosse palese che io non stessi bene. "Sai cosa mi ha risposto? che in effetti si era accorto che non stiravi più, non pulivi casa, che non gli facevi trovare il pranzo pronto ma che pensava fossi solo pigra , che dato che non sei mai stata poi così tanto femminile e amante delle faccende domestiche stessi approfittando del fatto di essere incinta per non occuparti più delle faccende".
Che razza di idiota, come diavolo fa a pensare una cosa del genere? Quindi io per lui ero solo una domestica e un incubatrice per realizzare i sogni della sua famiglia? Perché a questo punto dubito che realmente fosse lui a volere un figlio se fa questi discorsi.
Ricordo perfettamente quando mi ha dato la fedina che gli ho restituito il giorno che me ne sono andata di casa. Era il giorno di Natale, ci trovavamo a casa dei suoi per il pranzo, mi aveva praticamente obbligato ad andarci, io volevo passarlo con i miei nonni ormai anziani, so che ogni anno potrebbe essere l'ultimo e so quanto loro ci tengano a questo giorno.
Con un senso di colpa per non aver partecipato per la prima volta al pranzo organizzato dai miei genitori che riuniva tutta la famiglia mangiavo distrattamente un grissino mentre i suoi parenti si scambiavano i regali. Marco ha estratto dalla tasca un pacchettino con l'emozione che gli si leggeva in faccia, il terrore saliva in me.
Avevo capito che quella scatolina conteneva un anello, temevo si mettesse a fare una proposta di nozze lì davanti a tutti, non avrei nemmeno potuto rifiutare. Mentre scartavo lentamente per prendere tempo e cercare di capire come poter fuggire da quella situazione lui mi dice " Questo è solo un pegno del mio amore per te, non è una proposta di matrimonio perché è ancora poco che stiamo assieme" Ed io tirai un enorme sospiro di sollievo.
Fu il momento di tutti i convenevoli, e le domande del tipo "Ti Piace?" domanda idiota come avrei potuto rispondere di no davanti a tutti che mi fissavano?
Finché mi confessò che l'aveva accompagnato il padre a sceglierlo, cosa che ho sempre detestato di lui, ma possibile che non sapesse fare qualcosa senza coinvolgere i suoi.
Ricordo i San Valentino e le feste della donna passati assieme che sebbene sapesse che detestavo certe ricorrenze si presentava tutte le volte con una rosa o con la mimosa, peccato che fosse sempre identica a quella che riceveva mia suocera, non ho mai capito chi fosse tra lui e suo padre quello che andava ad acquistare questi presenti per tutti.
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