La delusione
Alla fine non ha resistito e l'ha detto ai suoi, loro mi hanno abbracciato e baciato, tutti allegri hanno stappato una bottiglia di vino che tenevano da parte per le grandi occasioni. "Per te niente " hanno scherzato. Vedo tutta la scena come se non fossi più dentro il mio corpo, mi vedo seduta su quella sedia seduta composta come un involucro vuoto. Guardo tutti gioire mentre io me ne resto lì seduta un po' apatica, non ho voglia di gioire, ne di stare lì, non ho voglia di nulla. Vorrei riempirlo di insulti quando mi annuncia "Ho telefonato ai tuoi, oggi pomeriggio daremo la grande notizia anche a loro", invece me ne resto in silenzio a testa bassa e in disparte. Per fortuna sembra nessuno si accorga del mio umore nero, non avrei voglia di dare spiegazioni, anche perché non saprei nemmeno io cosa dire.
In realtà vorrei arrabbiarmi, vorrei avere la forza di insultarlo perché non mi sta rispettando in un momento così difficile. Vorrei alzarmi in piedi e lanciargli il bicchiere d'acqua che ho davanti in faccia. Ma stranamente non ho la forza di reagire, eppure normalmente il mio carattere è piuttosto focoso ed ho difficoltà a trattenermi quando mi arrabbio. Questa mia caratteristica mi ha cacciato un sacco di volte nei guai, soprattutto quando andavo a scuola.
Me ne resto in silenzio, immobile, ascoltando solamente i miei pensieri tristi.
Lo so, è un capitolo brevissimo, così per farmi perdonare ne pubblicherò un altro a breve. Non avevo modo di unire i capitoli perché trattavano argomenti molto diversi.
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