L'ivg

Questa mattina mi sono alzata presto perché l'appuntamento all'ospedale era fissato alle 7.00. 

Mi ha dato un passaggio mia mamma, sono scesa al volo davanti al portone d'ingresso, sapevo che non sarebbe venuta con me, non ho voluto insistere è già tanto che mi abbia portato fino a qui. Non voglio incrinare maggiormente i rapporti con la mia famiglia, già hanno un equilibrio molto precario. Loro non riescono proprio a comprendermi, ho più volte cercato di fargli capire il mio stato d'animo ma senza riuscirci. 

Stranamente non ho paura dell'intervento, non mi fa paura dell'anestesia totale. Non temo la morte, quella sarebbe solo un effetto collaterale, in un certo senso avrei comunque raggiunto il mio scopo perché vivere così non è tollerabile. 

La mia unica paura è che salti l'intervento. 

Vivo questa giornata come un traguardo, mi darà la possibilità di ricominciare tutto da capo. Sarà dura dovrò capire bene chi sono e cosa voglio fare nella vita. Da oggi inizia un nuovo capitolo, mi impegnerò a non fare più gli errori che mi hanno portata fino a qui.

Sono finalmente stesa sul letto dell'ospedale, affianco a me una donna che ha subito un importante operazione nei giorni scorsi. Non ho voglia di chiacchierare con lei, mi dispiace essere scortese quando cerca di fare conversazione, ma non ho proprio voglia di raccontargli perché sono qui, mi vergogno a dirle che sto per interrompere una gravidanza, non credo mi capirebbe, fino ad ora mi sono sentita solo giudicare e quasi mai comprendere. 

Purtroppo in questo ospedale mettono volutamente i pazienti con gli stessi interventi o patologie in stanze differenti. Dovrebbe servire per non far influenzare negativamente l'umore, quando parlando tra loro riscontrano sintomi diversi o guarigioni più lente.

Prendo il mio diario dallo zaino ed inizio a scrivere, la mia psicologa mi ha dato un consiglio proprio utile.

In stanza sono arrivate due infermiere, la mia compagna di stanza mi dice che va a fare una passeggiata così mi lascia la mia intimità, ora mi sento quasi in colpa per essere stata un po' scortese con lei prima. Una delle due mi consegna una strana tunica da indossare che mi lascia tutta la parte posteriore scoperta così mi infilo sotto il lenzuolo, non voglio mostrare il mio sedere a tutti. L'altra mi infila un ago sul braccio, fa tutto parte della preparazione dell'intervento. Noto con piacere che è molto brava, solitamente quando devono farmi un prelievo mi riducono il braccio come un colabrodo invece lei è riuscita a trovare la vena al primo colpo.

ok ora devo ammettere che l'ansia ha iniziato a salirmi.

Sento bussare alla porta, giro la testa per vedere di chi si tratta, che meravigliosa sorpresa è la mia psicologa! Questa mattina era di turno in ospedale e ha deciso di venire a farmi visita sapendo che avevo oggi l'intervento.

Non si è fermata molto, ma la sua visita mi ha fatto un enorme piacere, è riuscita anche a tranquillizzarmi. 

Ho sempre un enorme difficoltà quando mi trovo a dover spezzare un capitolo in due, in questo modo ho ottenuto un capitolo striminzito, e l'altro troppo lungo, ma non posso nemmeno interromperlo sul più bello come quando stai guardando un film thriller sulla tv pubblica e parte uno stacco pubblicitario... l'odio  .

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