L'infermiera
Sento il respiro mancarmi mentre salgo le scale dell'ospedale, oggi ho finalmente la visita per l'interruzione di gravidanza. Sono molto spaventata, non so cosa aspettarmi, non so se saranno disposti a fare l'intervento.
Ho paura.
In sala d'aspetto c'è qualche donna in attesa dell'infermiera che ci fisserà l'appuntamento con l'anestesista. Le altre donne hanno tutte un espressione triste, mi accascio sulla prima sedia libera, con una mano premo contro la pancia per cercare di sopportare i dolori provocati dalle contrazioni.
Cerco di riprendere fiato, da quando sono incinta ho un enorme difficoltà a svolgere anche la minima attività fisica, sono bastati 2 piani di scale per ridurmi uno straccio, mi sfilo la giacca mentre cerco di far tornare il respiro normale.
Mi sento gli occhi addosso, alzo lo sguardo e vedo una donna troppo vecchia per essere incinta, mi guarda con disprezzo, non so chi sia ne cosa ci faccia qui ma vorrei poterle gridare addosso tutto il mio dolore.
Mi si avvicina una donna in divisa bianca, mi chiede se ho l'appuntamento e se ho portato tutte le carte con me. Annuisco alzando la mano che stringe la cartellina con tutti i documenti necessari.
Ho dovuto prendere appuntamento per poter venire oggi e fissare poi l'appuntamento successivo con l'anestesista.
"Mi segua" mi dice con un espressione grave, obbedisco.
La donna in bianco mi indica una porta e senza mezzo sorriso mi dice "Entri lì e attenda la mia collega".
La stanza è in penombra, vicino alla parete ce una scrivania con un pc acceso, decido di farmi coraggio ed avvicinarmi , ma attendo in piedi.
Tutto questo mi ricorda un film dell'orrore, da un momento all'altro mi aspetto l'arrivo di energumeni che con un tovagliolo imbevuto di cloroformio mi facciano svenire per poi rapirmi per rubarmi qualche organo con cui poi faranno contrabbando.
Chissà se il cloroformio ha davvero il potere di far dormire e chissà per cosa viene usato, quando torno a casa devo fare una ricerca in internet, sono proprio curiosa. La porta si chiude, mi risveglio dal mio sogno a occhi aperti, ho troppa fantasia ogni tanto.
Un'infermiera con i capelli corti e la piega perfetta si va a sedere alla scrivania e mi indica la sedia dicendomi "Accomodati".
Prendo coraggio e un po' balbettando dico "Sono qui per il colloquio per poter procedere con le pratiche per l'ivg", la donna mi risponde dicendo "Devi fare una visita con un ginecologo prima", "L'ho già fatta privatamente per velocizzare le pratiche i documenti li può trovare tutti qui, assieme alla lettera del medico di base e della mia psicoterapeuta" rispondo.
La mia psico mi aveva avvisato che mi avrebbero cercato di rendere le cose difficili, quindi si è offerta di scrivermi una sorta di lettere di accompagnamento che certificava che stavo facendo un percorso di psicoterapia. Non ero obbligata a fare un percorso di psicoterapia ma solitamente viene consigliato e avere la lettera della mia terapeuta sicuramente sarà di aiuto.
Ricordo il giorno che ho dovuto parlarne con il mio medico di base per poter avere un certificato da presentare oggi, non era per nulla felice e anche lui ha cercato di farmi cambiare idea.
La signora piega perfetta non sembra ancora convinta e inizia a dire "L'interruzione di gravidanza non va presa alla leggera, non è un metodo contraccettivo, è comunque un intervento che ha i suoi rischi, voi giovani dovete smetterla di essere così superficiali."
Cerco di giustificarmi " Non la sto affatto prendendo alla leggera, tant'è che sono seguita da una psicoterapeuta e ho una grande sofferenza dentro, non è stato frutto di una disattenzione, è una gravidanza desiderata, la depressione però non era prevista e mi sta piano piano uccidendo, inoltre il padre del bambino non vuole più avere a che fare ne con me ne con il bambino, ho perso anche il lavoro quindi non potrei nemmeno permettermi di mantenerlo." Le sto vomitando tutto addosso. Lei però non sembra ancora convinta, cerca di dirmi che ci sono associazioni disposte ad aiutare le mamme in difficoltà, ci sono case famiglia, ci sono fondi regionali.
Fatico e non poco a spiegarle che il problema principale è la mia depressione, che non riesco a voler bene a quell'ammasso di cellule. Non oso dirle che ho pensato più volte a farla finita altrimenti rischio di ritrovarmi ricoverata in psichiatria e costretta a portare avanti la gravidanza.
Sto cercando di mantenere una pubblicazione regolare, di circa 2 capitoli a settimana, il primo lo pubblico lunedì o martedì, mentre il secondo il giovedì solitamente. Abbiamo superato da poco le metà della storia.
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