Il panico


Qualche ora più tardi sono in cucina che cerco di preparare qualcosa per cena. Gli odori mi disturbano, non soffro di nausee , sono gli odori a disturbarmi, non vorrei stare in cucina tanto non ho fame neppure oggi. 

Sono in preda all'ansia, ho l'intestino in subbuglio, mi fa male la pancia, ho le mani fredde e sto sudando, mi muovo con il busto ritmicamente avanti e indietro, non riesco a stare ferma. All'improvviso il collo della maglia che indosso è troppo stretto, mi manca l'aria, con una mano cerco di allargarlo. Mi è crollato un macigno sul petto, il cuore mi fa un gran male, la cassa toracica è troppo stretta per il mio cuore che si è ingrossato e rimbalza sulle costole. 

"Eccolo, ci risiamo, un altro attacco di panico" conosco fin troppo bene queste sensazioni. "Melissa calmati, lo sai bene che non è un infarto, è solo nella tua testa". Una vampata di calore mi assale, comincio a tremare, sento il rumore dei denti che sbattono tra loro "Melissa non stai impazzendo, cerca di controllarti, lo sai bene che se dai retta a ciò che senti non ne uscirai più". 

Devo trovare al più presto il modo di distrarmi, non devo più pensare all'attacco di panico. Cambio stanza e cerco Mirtillo, mi avvicino a lui supplicandolo di lasciarsi accarezzare. Sembra capire che ho bisogno di lui, si strofina su di me e si arrampica fino alla spalla, inizia a strofinare il muso contro il mio viso e fare delle rumorose fusa. 

Comincio a stare un pochino meglio, ora il cuore inizia a farmi meno male. piano piano riprendo il controllo di me ."menomale che sta passando, ora vedrai che starai meglio". Con le dita gratto sotto il mento di Mirtillo che preme il muso per godersele.

Con il mio nuovo super olfatto sento un cattivo odore, "oddio sto bruciando la cena", corro in cucina con il micio ancora in spalla, abbasso la fiamma sotto il pentolino, per fortuna sono arrivata in tempo! Pensavo di aver bruciato tutto invece hanno solo iniziato ad imbrunire i lati della pentola. 

La porta d'ingresso sbatte, Marco che rientra dal lavoro nel suo solito modo poco raffinato, prima o poi distruggerà il vetro della porta. "Cosa hai bruciato?" nemmeno mi saluta, non ha fatto in tempo ad entrare in casa che già si sta lamentando. Non lo sopporto più, ha esaurito tutte le mie scorte di pazienza. "Dobbiamo parlare" dico. Gli indico la porta del salotto, ci si dirige sbuffando, io lo seguo.

Dover affrontare Marco e dirgli tutto non sarà per nulla semplice, Melissa deve racimolare tutto il coraggio che ha, sappiamo perfettamente come la pensa Marco e gestire il suo caratteraccio in una situazione così stressante .

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