Il forum
Dopo aver pianto per ore, ho deciso, mi iscrivo a quel forum che ho scoperto nei giorni scorsi.
Le parole compaiono da sole sullo schermo, cerco di descrivere brevemente la mia storia, non voglio dilungarmi inutilmente ma essere diretta e coincisa.
Le risposte non tardano ad arrivare, con mia delusione nemmeno qui troverò aiuto, poche parole di conforto, nessuno mi riesce a comprendere, sono tutte pro life. Sono proprio una persona orrenda, sono tutti d'accordo nel dire "non abortire", "poi te ne penti", "vedrai che poi lo amerai" e... se io non fossi capace di amare? Se l'unica scelta fosse smettere di vivere?
Entro nello studio della psicologa, le gambe mi tremano, le mani sudano, sento che sto per avere l'ennesimo attacco d'ansia, ma so che devo provare il tutto per tutto, questa è probabilmente l'ultima possibilità.
Mi aspetta una signora bionda, ha un fare molto gentile, mi sorride amichevolmente.
Non sono mai stata da una psicologa per scelta, da ragazzina ho fatto qualche seduta controvoglia perché mi ci avevano mandato i miei ma non sono servite a molto, non avevo nessuna voglia di confidarmi con un estranea, ma questa volta è diverso, sono certa che stavolta mi servirà.
Passa un ora che nemmeno me ne accorgo, ho raccontato tutto di un fiato e per la prima volta qualcuno mi chiede "Come ti fa sentire tutto questo?", fissiamo un altro appuntamento per l'indomani, siamo entrambe consce che ho un urgente bisogno di aiuto.
Continuo a leggere e scrivere nel forum, spero che qualcuno riesca a compiere il miracolo e mi faccia scattare qualcosa in testa che mi convinca a tenerlo.
Mi sento orribile, faccio pensieri che nessuno dovrebbe fare, dentro di me non sta crescendo un feto ma un tumore ed io voglio fare la chemioterapia perché voglio vivere. Vorrei che sparisse, voglio la mia vita di prima, è colpa sua se sto così.
Sono tornata dalla psicologa, oggi la seduta si sta svolgendo in maniera differente, ho appena ottenuto il permesso di essere debole, il permesso di soffrire, finalmente non mi sento sbagliata, potrei dire che per un attimo mi sono sentita quasi bene.
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Nello studio dalla ginecologa me ne resto seduta in punta alla sedia avvolta nel mio giubbotto.
Odio dover continuamente raccontatore la tutta la storia, mi sta logorando rivivere tutto dall'inizio nei miei racconti.
L'ultima volta che sono stata qui ho provato la felicità, ma oggi no, oggi non ho più voglia di sorridere, gli occhi non mi brillano più. L'ambiente troppo luminoso questa volta non mi infastidisce, nulla di ciò che accade fuori della mia testa mi importa.
La ginecologa si mostra estremamente comprensiva, mi spiega che purtroppo la depressione può capitare anche durante le gravidanze, se ne parla pochissimo, perché tutti parlano sempre di quella post partum ma questa non è meno grave.
Mi spiega che volendo potrei seguire un percorso con dei farmaci per aiutarmi a gestirla, che non è la cosa più consigliabile ma nei casi come il mio potrebbe diventare indispensabile.
Sono categorica nel dire che non voglio assolutamente prendere farmaci mentre sono incinta, ho troppa paura possano fare male al bambino, e se dovesse nascere con dei problemi non potrei mai perdonarmelo.
Adoro questa donna nonostante sia molto diretta pare che sia la persona che mi abbia capito di più. Ho deciso di scegliere lei perché ero certa non fosse un obbiettrice di coscienza. La ginecologa che avevo in precedenza non voleva nemmeno prescrivermi la pillola anticoncezionale, quindi figuriamoci se avrebbe mai accettato di farmi abortire. Avevo deciso di cambiarla anni fa, perché non ho mai tollerato i ginecologi obbiettori di coscienza.
Fortunatamente la mia scelta mi ha portato a una dottoressa piena di umanità, durante la visita gira lo schermo per non farmi vedere il feto, mi sta preparando le carte per poter fare l'interruzione di gravidanza volontaria, sa che rivederlo mi farebbe sentire ancora peggio. Mi spiega che sono ancora in tempo per cambiare idea, che anche il giorno stesso dell'intervento posso tirarmi indietro.
Quando mi sta per congedare dopo la visita mi si avvicina, mi guarda negli occhi e mi dice "Anche avere un figlio è una scelta egoista, ascolta il tuo cuore e non quello che vogliono gli altri, la vita è solo tua".
* L'obbiezione di coscienza in ambito medico avviene dove un professionista si rifiuta – per esempio – di svolgere un aborto ad eccezione che ci sia un imminente pericolo di vita per la donna.
La legge italiana garantisce il diritto all'aborto da più di quarant'anni, ma per alcune donne ancora oggi avere accesso agli interventi di interruzione volontaria di gravidanza è difficile. [..] Nonostante la legge 194, quella che regola l'aborto, vieti l'obiezione di coscienza di struttura, in Italia esistono almeno 15 ospedali con il 100 per cento di ginecologi obiettori, che si sottraggono cioè per motivi religiosi o di altro tipo a praticare gli interventi di interruzione volontaria di gravidanza (IVG).11 ott 2021 [il Post]
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