Il diario

Seguendo il consiglio della mia psicologa ho deciso di andare in cartoleria per comprare un diario in cui scrivere tutta la storia. 

Lei Sostiene che io abbia fatto passi da gigante durante il percorso con lei ed in effetti mi sento decisamente meglio. 

Pare che la scrittura possa essere un ottimo strumento per superare traumi e depressioni. Il compito che mi ha affidato è di dedicare tutti i giorni almeno una decina di minuti alla riflessione e alla scrittura, dovrò fare una sorta di diario, sarà un modo per rivivere tutto dall'inizio per l'ultima volta. Questa volta però attraverso le emozioni, gli odori, i ricordi, le sensazioni he ho provato. Non so cosa ne uscirà onestamente, non sono capace a scrivere e forse neppure io so bene cosa provo. L'unica cosa di cui sono certa è di voler stare bene, di non voler più permettere a quell'uomo di avere potere su di me e sul mio futuro.

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Adoro le cartolerie, ho sempre pensato che assieme alle librerie siano posti magici. Il profumo dei libri e della carta, i colori delle copertine, degli evidenziatori. Tutta quell'oggettistica di bassissimo costo, gomme, matite con le piume, penne con i brillantini, difficile riuscire ad uscire senza aver acquistato nulla. 

Questi posti hanno la capacità di rallentare le persone, di farle smettere per un attimo di essere frenetiche. Trovi gente di tutte le età intente a sfogliare in religioso silenzio un libro.

Percorro la corsia delle agende e dei quaderni prendendomi tutto il tempo che mi serve. 

L'occhio mi cade su un quadernino con una foglia di acero in copertina. E' uno di quei quadernini con la spirale metallica che tiene assieme le pagine, ha la copertina è rigida con stampata la foglia di un acero caduta a terra e ricoperta di goccioline d'acqua. 

Mentre lo osservo un ricordo mi torna alla mente, qualche giorno fa ho visto un documentario che parlava degli alberi e in particolare mi aveva colpito la simbologia della foglia d'acero. 

Nella cultura giapponese simboleggia gli amanti, l'autunno, il tempo che passa e quindi l'ineluttabilità del cambiamento e del rinnovamento. Nei giardini zen: le foglie di questa pianta non vanno mai raccolte prima che l'ultima non sia caduta perché il ciclo della vita e delle stagioni è sacro e non va interrotto.

Mentre mi dirigo alla cassa con il quaderno stretto tra le braccia mi faccio tentare dalle penne, ne vedo una rosa con in cima un piccolo fenicottero il cui corpo è formato da soffici piume, del resto per poter scrivere mi serve anche la penna.

Sono tutta entusiasta dei miei acquisti, sto stornando verso casa quasi saltellando. Mi era mancata questa parte di me, sono sempre stata una ragazza che si galvanizzava per le piccole cose, un fagiolo che germoglia nel cotone, un piccolo acquisto, una coccinella che decide di atterrarmi sulla mano. 

In questi ultimo anni avevo permesso a Marco di spegnermi l'entusiasmo per le piccole cose, diceva che era un atteggiamento infantile. Senza nemmeno accorgermene dallo smettere di eccitarmi per piccole cose ero passata a perdere entusiasmo per la vita in genere lasciavo che il tempo scorresse e basta.

Butto il sacchetto con gli acquisti sulla mia scrivania, mi tolgo in fretta il giubbotto e la sciarpa. Ho un sacco di fretta, voglio scrivere, tirare fuori dalla mia testa tutte le emozioni. Ho deciso che butterò giù le parole di getto, senza badare agli errori, all'ortografia, non farò nemmeno attenzione a raccontare in reale ordine cronologico. 

Questo è il mio diario, il mio posto sicuro, mi chiedo solo quale sarà il destino delle pagine scritte una volta finito, non ho voglia di conservarlo, non voglio avere ricordi di questo periodo quando l'avrò superato.

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