Ballando
Mi scateno a ritmo di una canzone di cui conosco la coreografia e tutti i pensieri e le preoccupazioni spariscono per un attimo. La cantante annuncia la prossima canzone che purtroppo non conosco, così un po' sconsolata raggiungo il bordo pista nel punto in cui ho abbandonato la mia giacca. Mentre osservo i ballerini e tento di imparare i passi, sento una voce alle mie spalle "Se vuoi te lo insegno, è semplice!" Marco si avvicina e mi indica i passi chiamandoli con il loro nome.
Passiamo il resto della serata a chiacchierare finché mi chiede "Dov'è andato il tuo ragazzo?". Non voglio raccontare a un quasi estraneo che abbiamo litigato, prontamente invento una scusa. Non sono capace di mentire e si capisce, balbettando un po' cerco di cambiare discorso. Marco non insiste e mi chiede "Se hai bisogno di un passaggio ti accompagno a casa volentieri". Mi ritrovo ad accettare l'invito, anche se mi dispiace approfittarne ma altrimenti non saprei davvero come tornare a casa. Per me è un estraneo ma i miei genitori lo conoscono, quindi credo sia per questo che è così gentile con me.
Ormai è notte fonda, l'ultimo gruppo ha appena finito di suonare, tutti pian piano recuperano le proprie borse, zaini e giacche accatastati alla rinfusa sotto il palco. Ci metto un po' ad identificare la mia felpa, del resto sono tutte uguali: blu con il logo della scuola di ballo stampato sulla schiena, per riconoscere la mia ho legato un nastrino rosa alla zip. So già che al mio rientro verrò rimproverata dai miei genitori, mia madre non vuole che io faccia tardi, mi rinfaccerà che la loro casa non è un albergo, che non posso andare e tornare a mio piacimento ma ci sono delle regole da rispettare. Sono sempre molto precisa e responsabile, la classica brava ragazza, se per una volta che faccio tardi dovranno accettarlo. Ho iniziato a lavorare da giovanissima, contribuisco con le spese di casa, la macchina me la sono comperata da sola a 18 anni grazie ai risparmi che ho sempre messo da parte. Non fumo, non ho nemmeno mai fumato una canna e non esagero con l'alcol. Nonostante i miei sforzi non è mai abbastanza, c'è sempre un motivo per essere rimproverata da mamma, so che mi vuole bene e il suo intento è quello di farmi essere responsabile, però così finisce per non farmi mai sentire all'altezza.
Siamo nell'auto di Marco, una vecchia utilitaria anni 90, dal colore indefinibile che ricorda un marrone caldo. Gli interni sono senza dubbio "vissuti", in certi punti i sedili sono un po' logori, se non altro è pulita. Inizio a dare indicazioni imprecise su come raggiungere casa mia. Mi prende in giro quando confondo la destra con la sinistra ad un incrocio, fortunatamente si ricorda più o meno come raggiungere il mio paese. Si ferma davanti al cancello di casa, lo saluto con un cenno della mano, queste situazioni mi mettono sempre in imbarazzo, non so come salutare le persone, si aspettano forse un abbraccio, un bacio sulla guancia? un semplice ciao e grazie direi che andrà bene.
C'è un atmosfera strana nell'aria, il saluto questa volta non è una cosa formale, nell'aria aleggiano quelle vibrazioni che ci sono solitamente prima di un bacio. Mi appiattisco contro la portiera, non voglio che accada, io ho un ragazzo e io non tradisco. Così cerco di fuggire via il prima possibile, apro la portiera ma ho scordato di togliere la cintura di sicurezza. Finisco per restare praticamente incastrata tra la cintura e il marciapiede, tutta la scena ha del comico. Marco inizia a ridere, mi sento sollevata, sono uscita da quella potenziale situazione di pericolo facendo una figuraccia come al solito. Scoppio a ridere anch'io, forse più per il sollievo di non aver fatto qualcosa di cui mi sarei pentita piuttosto che della figuraccia appena fatta. Mi rimetto in piedi a fatica, saluto e vado verso casa. Noto che Marco ha aspettato che entrassi prima di mettere in moto l'auto e andarsene. Apprezzo un sacco questi gesti, sono poche le persone che hanno queste attenzioni per il prossimo.
Finalmente eccomi qui a pubblicare il secondo capitolo, pian piano sto iniziando a capire come utilizzare Wattpad. Questo Marco direi che non è il classico figo di cui si legge nei romanzi, però ha il suo fascino. Nelle note di fine pagina non so bene di preciso cosa dovrei scrivere, quindi vi lascio con qualche ciancia a caso. Ci leggiamo nel prossimo capitolo se ne avrete piacere.
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