Apatia

L'ultima settimana l'ho passata sul divano a gambe incrociate con lo stesso pigiama addosso e la coperta tirata sopra la testa. Non mangio molto, non ho nemmeno sete, non mi alzo quasi mai dal divano, non ho la forza per farlo. Sono talmente apatica che anche cambiare canale diventa un impresa, così la tv resta tutto il giorno accesa su qualche programma che non mi interessa. Guardo le immagini che scorrono sullo schermo ma non le comprendo, non so cosa sto vedendo, sono solo bagliori di luce. Mi sento sola incompresa, non oso dire le cose terribili che mi passano per la testa a Marco, non capirebbe mai. Non comprenderebbe come mi sento, c'è un alieno dentro di me che mi sta prosciugando, si sta nutrendo della mia gioia di vivere e delle mie energie. Provo solo il desiderio di lasciarglielo fare, lasciarmi uccidere pian piano per poter porre al termine tutto questo.

Arriva a casa Marco, inizia a protestare "Sono stanco, ho lavorato tutto il giorno, la cena devi farmela trovare pronta, smettila di stare lì a poltrire." "Marco sto male, credo di aver bisogno di aiuto" cerco di dire. "Smettila di lamentarti sempre, sei solo incinta, non sei mica ammalata" ribatte. "Credo di aver bisogno di uno psicologo, non sono sicura di farcela da sola" a quelle parole si altera ancora di più e risponde "Puoi parlare con mia madre, oppure con il prete, anzi ti farebbe bene pregare" . Mi volta le spalle e si dirige in cucina, Mirtillo lo segue miagolando per ottenere la cena. "Alzati e dai almeno da mangiare a questo gatto". Obbedisco, raccolgo la ciotola di Mirtillo e metto la dose giusta di croccantini per la cena con il micio che continua a miagolare. Poggio la ciotola a terra e Mirtillo indietreggia, lo chiamo ma non si avvicina, allungo una mano verso di lui che fugge, come se non mi conoscesse, come se fossi un estranea. Marco che ha visto tutta la scena nonostante non abbia particolare simpatia per i gatti concorda con me sul fatto che sia molto strano. Prova a chiamare il micio che gli corre incontro e si fa accarezzare, ricomincia a miagolare per avere la cena, così Marco prova a dargli lui la ciotola con le crocchette, Mirtillo ci si fionda sopra e inizia a divorarle. Scoppio in un pianto a dirotto e me ne torno sotto da coperta sul mio rifugio, nemmeno Mirtillo mi vuole più bene, la mia vita è meglio se terminasse qui.

Questo è un capitolo piuttosto corto ma impegnativo Melissa è caduta in uno stato depressivo e sembra essersene accorto soltanto Mirtillo, quel gatto che vive in simbiosi con lei sembra che in qualche modo voglia far capire anche a Marco che Melissa non è soltanto pigra ma che ha bisogno di aiuto.


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