Prologo

Quel giorno la pioggia batteva insistente contro la vetrata, impedendo a molti studenti della classe di concentrarsi. La professoressa spiegava incurante, mentre gli alunni erano assorti a fissare le gocce d'acqua scendere inesorabili.
Solo una ragazza in fondo all'aula sembrava fosse attenta alla lezione, mangiucchiava il tappo di una penna e con sguardo ammiratore osservava l'insegnante. Le piaceva studiare e d'altronde, nella solitudine costante in cui viveva, non poteva fare altro. Sorrise mentre segnava degli altri appunti: quell'argomento l'aveva particolarmente presa, grazie anche alla divertente spiegazione dell'insegnante.

La campanella dell'inizio della ricreazione suonò e d'improvviso tutti i suoi compagni si svegliarono dallo stato di trance in cui erano caduti; forse era davvero l'unica a cui piacesse quella materia. Vide tutti gli altri studenti affrettarsi per uscire dall'aula, seguiti poi dalla professoressa. Si guardò un attimo in giro prima di prendere la sua merenda.

«Ehi!» esclamò una voce acuta entrando nella classe. Una ragazza dai capelli rossi, chiaramente tinti, le si parò di fronte. «Tu sei Lee Soomin?» chiese osservandola di traverso.

«Come fai a sapere il mio nome?»

«La professoressa Choi mi ha detto di chiedere a te gli appunti della sua lezione. Sono nella classe di fianco» le rispose la ragazza con un sorriso smagliante in volto. Gli occhi neri le brillavano di una felicità inspiegabile.

«Insegna anche da voi? Pensavo avesse solo il nostro corso» borbottò Soomin. Diede le spalle alla nuova arrivata per prendere un quaderno con la copertina verde dallo zaino e glielo porse, ricambiando con falsa allegria i ringraziamenti. Non le piaceva stare in compagnia di altre persone, soprattutto se erano degli sconosciuti.

«Te lo riporterò domani, non preoccuparti» disse l'altra stringendo il quaderno tra le dita sottili.

Soomin annuì incurante, non era certo preoccupata per quello. Aprì con cautela il suo porta merenda giallo e ne osservò scettica il contenuto; non la ispirava particolarmente, ma era risaputo che sua madre non fosse una maga della cucina. La donna lavorando ed essendo anche l'unica a doversi prendere cura di lei, non aveva mai avuto molto tempo per migliorare nelle sue doti culinarie; ciononostante si ostinava a prepararle ogni mattina lo spuntino per la ricreazione. Era ammirevole quella sua ostinazione, spesso però Soomin avrebbe preferito non mangiare.

Sospirò prima di prendere le sue bacchette usa e getta e separarle. Non avrebbe lasciato neppure una briciola nel piatto, era pur sempre qualcosa preparato per lei con dei sacrifici e lei non avrebbe mai e poi mai fatto amareggiare sua madre.

L'altra ragazza, a cui Soomin aveva già smesso di prestare attenzione, fece per allontanarsi, però dopo il primo passo si fermò di colpo. «Non è che me lo faresti assaggiare?» disse indicando con il dito il contenitore, da come lo guardava sembrava non mangiare da settimane.

Soomin scrollò le spalle prima di avvicinarle il contenitore. «A tuo rischio e pericolo, mia mamma non è proprio un'ottima cuoca» la informò prima di passarle le bacchette.

Gli occhi della rossa si sgranarono, pareva avessero avuto di fronte una divinità. Spostò in avanti la sedia del banco di fronte e si sedette, poi assaggiò la merenda. Soomin era pronta a vedere un'espressione disgustata sul volto dell'altra e dentro di sé cantava già vittoria, quando però la vide arricciare il naso e prendere un altro sostanzioso boccone non poté fare a meno si schiudere le labbra sorpresa.

«Come fai a dire che non è buono! A me piace da matti!» esclamò la ragazza masticando con gusto.

«Sei la prima persona che ama la cucina di mia madre. Wow, non credevo sarebbe mai successo» sorrise bonariamente Soomin. Una parte di lei pensava che tutto ciò fosse stato detto solo per non offenderla, ma sentire quei complimenti le aveva fatto piacere.

La rossa mangiò per qualche altro minuto, poi alzò la testa verso di lei «Comunque, piacere» disse porgendole la mano con un'espressione raggiante «mi chiamo Park Nayeon.»

Soomin la squadrò da testa a piedi, come per accertarsi non avesse nulla di sospetto, e ricambiò il gesto seppur un po' timorosa.

«Vorresti diventare mia amica?» Un sorriso genuino si formò sulle labbra di Nayeon mentre la fissava in attesa di una risposta.
Soomin la guardò stupita, come se reputasse tutta quella situazione una semplice burla. «Stai scherzando, vero?» le chiese pronta a scoppiare in una risata.

«No, perché dovrei?»

«Mi stai vedendo? Chi vuole essere amica di una come me!» spiegò Soomin mentre con la mano si indicava il volto. Le sue parole potevano sembrare dure, ma per anni si era sempre sentita ripetere di essere "strana" e quella convinzione le si era insinuata profondamente nell'animo. Per questo aveva da sempre evitato gli altri e anche loro in un tacito accordo non avevano mai cercato di stringere un rapporto, dando per scontato non volesse amici.

«Un'altra persona che è come te?» chiese timidamente Nayeon.

«Oh» sussurrò Soomin. Perse qualche attimo per guardare la ragazza cercando di trovare le parole per risponderle ma, nel momento in cui stava per farlo, notò dalla finestra una figura correre per il prato esterno sotto la pioggia. Schiuse le labbra nell'osservare il bellissimo ragazzo che, incurante per la propria salute, percorreva il cortile diretto verso un albero. Il piano terra della loro scuola era leggermente rialzato e per questo riusciva a distinguere i tratti di quello che le era parso un suo coetaneo.

Lo guardò attentamente, mentre il dubbio che lui non fosse un iscritto della sua scuola le scombussolava i sensi. Fissò i suoi capelli mori, appiccicati sulla fronte per l'acqua, e lo trovò dannatamente carino.

«Ehi, Soomin? Ci sei ancora?» chiese Nayeon mentre le passava una mano davanti agli occhi. L'altra ragazza era come caduta in uno stato di trance e sembrava non avere possibilità di risveglio, riuscii a compiere un solo gesto: alzare il dito verso la vetrata.

Nayeon si voltò nella direzione indicata osservando anche lei il giovane uomo coreano, ora seduto sotto la quercia più vicina.

«Oh Santo cielo!» esclamò. Strizzò gli occhi per cercare di focalizzare meglio i dettagli del volto, ma da quella distanza tutto sembrava vano.

Soomin si sistemò gli occhiali sulla punta del naso e avvicinò il volto alla finestra. Era la prima volta che un ragazzo le scombussolava la mente fino a quel punto.

«Scendiamo!» strillò entusiasta Nayeon. Prese l'altra per il polso e in poco tempo le due si ritrovarono a percorrere di corsa i corridoi abbastanza affollati della scuola sotto gli sguardi inquisitori degli altri

«Ma perché mi stai trascinando con te?» piagnucolò Soomin; aveva tentato già di liberarsi, ma tutto ciò era stato vano. In realtà il suo stesso corpo non era riuscito a opporre così tanta resistenza; era dura da ammettere, ma anche lei desiderava osservarlo in modo più ravvicinato.

«Siamo amiche ora, no?» domandò con fare ovvio Nayeon.

«Ma non ho detto niente!» tentò di smentire Soomin.

«Però sei rimasta in silenzio e, mia cara,» Nayeon si fermò davanti all'uscita della scuola «chi tace acconsente» affermò prima di spalancare la porta.

«Stiamo seriamente uscendo? Ci faremo la doccia!» parlò preoccupata Soomin. Aveva rinunciato a contraddire Nayeon: era impossibile farle cambiare idea e, alla fine, non credeva sarebbe stata un'esperienza orribile diventare sua amica.

«Quel ragazzo era troppo bello per perdere l'opportunità di parlarci» spiegò la rossa mentre la conduceva velocemente nella zona in cui lo avevano visto appostarsi.

«Come fai a sapere sia bellissimo? Lo hai visto appena di sfuggita!»

«E pensa, se lo avessi avuto di fronte cosa avrei potuto dire?»

Le due ragazze si ritrovarono di fronte alla quercia in cui avevano visto poco prima il ragazzo seduto; ora però, al posto del modello di Victoria Secret, era rimasta a terra solo una piccola matita.

Angolo me

Questa è una storia Het da come si è potuto capire, tengo a specificare che Nayeon non è la stessa delle Twice, ma potete immaginarla come volete u.u

Non parlatemi di ship perchè, anche se ne seguo qualcuna, non sono ossessionata e non le reputo vere. (Non mi uccidete, pls)
Motto di vita: Vivete e lasciate vivere!

Spero di aggiornare presto, ma conoscendomi sarà dura.

GAIA





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