Capitolo 7
SOGNO LIVIDO - parte 2
Trafalgar e Constantine si erano salvati, ma parevano essere gli unici ad avercela fatta. Si girarono e lo spettacolo fu atroce: corpi di soldati dilaniati giacevano in pozze di sangue dense che riflettevano le fiamme ed i pochi ancora vivi impiegavano le ultime forze rimaste in lamenti micidiali, alternando versi incompresibili a bestemmie e maledizioni al cielo. I due superstiti cercano di aiutare come potevano quelli che sembravano in condizioni migliori, ma non poterono farci nulla; uno dopo l'altro morirono. Mentre, esausti, stavano seduti con la schiena appoggiata ad un masso vicino al relitto, un soldato malconcio si fece avanti zoppicando vistosamente. Stupiti, Webb e Trafalgar si precipitarono ad aiutarlo.
- Come stai soldato?- , gli chiesero mentre lo fecero sedere. Il ragazzo era ferito all'addome ed aveva una ferita, non molto profonda a prima vista, alla tempia.
- Diciamo che poteva andarmi peggio, signore.- rispose il soldato sottovoce, prima di addormentarsi profondamente.
- Se la caverà, lasciamolo riposare. Approfittiamone per andare a cercare qualcosa da mettere sotto i denti.- disse Trafalgar a Webb, dirigendosi verso la foresta. – Mi raccomando, Constantine: fai attenzione, la natura qui è imprevedibile-, Occhi di ghiaccio annuì.
Per prima cosa recuperarono qualche erba che facilitasse la cicatrizzazione delle ferite, dal momento che il kit di primo soccorso era andato distrutto insieme all'aeronave ed alle vite di molti giovani militari. Recuperate le erbe mediche, il nuovo obiettivo era il cibo. Dopo un paio d'ore di ricerca, quello che riuscirono a raccattare fu una manciata di bacche ed un piccolo mammifero simile ad un coniglio; per tre persone non era molto, ma viste le condizioni non era neanche un bottino così misero.
Tornati vicino al relitto, trovarono il ragazzo sveglio, le gambe distese e la schiena contro il masso. Per prima cosa presero dai loro zaini le borracce e lo fecero bere, dopodichè anche loro si provvidero a placare la sete. Webb si stava dando da fare per accendere il fuoco, mentre Trafalgar si mise a parlare con il giovane.
- Come ti chiami, soldato?-, esordì il capitano sedendosi vicino al ragazzo
- Sephire, signore. Sephire Rex.-, rispose formalmente il sottoposto.
- Rex... un nome da combattente! Si vede che hai la stoffa. Da ora in poi sarai Seph.- fece Trafalgar dandogli una pacca poderosa sulla spalla.
- Signore, per la verità tutti mi chiamano Rex...-, tentò di protestare il soldato, interrotto prontamente dal comandante.
- Di' un po', non vorrai contraddire subito il tuo superiore, vero?-
- Assolutamente no, signore.-
- Bravo. Oh guarda, il pelato ha acceso il fuoco finalmente. Ce ne hai messo di tempo, Cost!- esclamò Trafalgar portandosi una mano alla bocca, - Coraggio, andiamo a mangiare qualcosa, Seph-, fece infine al giovane aiutandolo a rialzarsi.
Tutti e tre si ritrovarono attorno al fuoco e consumarono un leggero ma appagante pasto. Il silenzio calò nella foresta, nessuno fiatava, anche gli animali che numerosi popolavano quella remota regione dell'Hellaway sembravano essersi ammutoliti di colpo; solo il crepitio delle fiamme che consumavano la legna umida rompevano ad intermittenza quel silenzio innaturale. Dopo aver mangiato l'ultima manciata di bacche amare Seph si fece coraggio: – Signore, vice-comandante Webb, voi avete idea di chi possa essere stato a farci questo?-, provò a chiedere. I suoi superiori si scambiarono uno sguardo di intesa e Trafalgar si schiarì la voce.
- Si ragazzo, diciamo che un'idea ce l'abbiamo, come dici tu-, disse il comandante muovendosi per trovare una posizione più comoda per affrontare un discorso che sembrava essere piuttosto spinoso – vedi Seph, io ed il vice Webb abbiamo fondati motivi per ritenere che la nostra spedizione sia stata vittima di un attentato ed abbiamo pochi dubbi riguardo agli autori: si tratta dell'HOPE.-
- HOPE? E che diavolo è?-, fece Seph stupito, tirando un pugno al terreno
- È un'organizzazione militarizzata antigovernativa, vogliono fare un colpo di stato, insomma. Era quasi un decennio che non si facevano vedere e pare abbiano scelto noi per la festa di bentornato. Il solito culo!- intervenne Costantine con il solito commento tagliente.
- La Nazione non permette l'esistenza di organizzazioni del genere!- replicò Seph sconvolto, cercando una qualche frase di conforto da parte dei suoi superiori.
- Al contrario- , le parole pronunciate da Trafalgar alimentarono l'incredulità e l'angoscia del soldato. Il comandante gli spiegò che molte erano le cose che il governo di Stardust cercava di impedire e che un gran numero di queste accadevano comunque, in maniera clandestina ed incontrollata. Cercò di fargli capire che la Nazione che amava e che serviva fedelmente era come una chiave che, nelle mani di un uomo come Ultima Risorsa, serrava a doppia mandata la grande porta della libertà, - Ma se adoperata dall'uomo giusto, quella chiave la può spalancare, la porta.-, intervenne Webb.
- Ma non capisco, se è come dite voi, la Nazione non è una cosa buona, anzi... Allora perché combattete per lei?-
- Vedi, non hai capito un cazzo.-
- Calma Cost, è solo un ragazzo ed è normale sia sconvolto.- , fece Trafalgar placando l'irriverenza del suo vice con un gesto della mano, al quale Occhi di Ghiaccio replicò alzando lo sguardo al cielo.
- Vedi Seph, quello che stiamo cercando di dirti è che il problema non è tanto la Nazione, quanto chi la guida...- , spiegò Trafalgar, che per un attimo sembrò perdere la sua proverbiale sicurezza, tanto che non riuscì a guardare negli occhi il soldato.
- Intende dire il Nobile Stardust!- disse Seph quasi tra sé e sé, come se stesse pensando ad alta voce, mentre affondava le mani nella terra. Era talmente scosso che il suo subconscio gli doveva aver suggerito di stringere, di sentire qualcosa di concreto e reale; e niente poteva riportarlo alla realtà meglio di una zolla di terra umida dell'Hellaway, così viva ed inerme come lo era lui in quel momento.
- Si, capisco...-, disse con lo sguardo perso nel vuoto Seph. – Anzi no, non capisco proprio invece. Perché prendete ordini da Stardust e combattete per lui, se lo odiate tanto? Siete come loro, siete come quelli dell'HOPE!- urlò il soldato tremando con il dito puntato contro i suoi superiori.
- Non siamo per niente uguali a "loro". Noi abbiamo fatto un giuramento, siamo soldati e uomini di parola. Abbiamo promesso solennemente di proteggere la Nazione e di combattere fino alla morte per LEI, non per Stardust. Ora andiamo a dormire, è tardi per i bimbi come te.- ringhiò contro il ragazzo Costantine, che si girò e si diresse verso il relitto dell'areonave, salvo fermarsi dopo qualche passo. – Il discorso è chiuso e se osi ancora paragonarmi a quei vermi dell'HOPE ti spacco quel cranio di merda con le mie stesse mani, Seph.-
Il soldato non osò neanche pensare di rispondere a Webb e si limitò a trascinare il suo corpo vicino al relitto, dove avrebbero trascorso la notte distesi vicino ai cadaveri dei loro compagni.
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