Capitolo 19
Il peso del sangue
"Chi era è quel mostro?", chiese attonita Dear alla sua compagnia, altrettanto scossa dagli eventi e pensosa, in particolare nella figura di Elos, che per la prima volta dopo aver disertato, si trovò davanti dei soldati proprio come lui. Aveva sentito molto parlare del capitano Trafalgar e dei suoi combattenti scelti, gli Up Specials, macchine da guerra molto rispettate tra i ranghi dell'esercito della Nazione.
Elos fissò la schiena del ragazzo che accompagnava il capitano ed il suo vice allontanarsi ad ogni passo e dentro di sé provò per un attimo il senso di invidia che normalmente i soldati semplici come lui riponevano nei confronti dei reparti speciali, sembravano supereroi ai loro occhi, con le loro divise personalizzate e tutti quegli addestramenti massacranti che, si deceva, erano studiati per temprare sia il fisico che l'anima, per sempre. Anche avrebbe voluto fare domanda per diventare un soldato scelto, ma suo padre lo fermò, Elos lo odiò per questo, non riuscì mai a capire il perché di quella negazione, fino a quel momento.
Mentre osservava le sagome dei militari scomparire dietro un angolo formato dai palazzi, iniziò a comprendere le intenzioni dell'Ufficiale Dest; anche in quell'occasione tentò di proteggerlo ed anche in quell'occasione i fatti dicono che fallì. Ora ben intendeva che se fosse diventato un soldato scelto, sarebbe stato di certo uno dei migliori, uno di quelli di cui in caserma si parla, uno che non passa inosservato e non era certo una cosa che poteva permettersi.
Scomparsi ormai le figure degli avversari, ingabbiate tra il cemento e la ferraglia di Draft City, Elos volse il suo sguardo verso Dear, la visione del volto della quale alleviò la mente del ragazzo da dubbi pesanti come macigni, che le rispose descrivendo in breve chi fossero quegli uomini, senza riuscire però ad esaurire la curiosità che la ragazza racchiuse nella seconda domanda, ovvero "Capisco siano militari e che non gli stiamo simpatici, ma perché sembravano così arrabbiati?".
Per risolvere il dubbio dei due giovani, Mister Onion, l'espressione pensosa e grave, rispose.
"Il mio timore si è trasformato in realtà e la realtà in un pericolo per noi. Quel pazzo di Mandarine deve aver attaccato il convoglio di Up Spacials diretti qui nell'Hellaway all'inseguimento di Not ed Elos. Pensavo mentisse quel giorno alla Piramide, invece era maledettamente serio. Ha fatto in modo che la colpa ricadesse sull'H.O.P.E. originale e, se bene lo conosco, tenterà di trattare con Stardust e noi siamo la sua moneta di scambio. Avido, pazzo e traditore."
Le parole uscirono dalla sottile e rugosa bocca del vecchio come un fiume in piena e raggiunsero coloro a cui erano rivolte come affilati petali di ciliegio, delicate ma mortifere. Not, che era ancora in ginocchio nella posizione in cui Webb lo lasciò, realizzò subito la gravità della situazione. Erano molto più in pericolo di quanto pensassero, Elos Dest era in una posizione molto più critica di quanto si aspettassero.
Il ragazzo stesso, quasi per darsi inconsciamente forza, portò la sua mano destra sull'elaborata elsa della spada ad impulsi e la strinse con vigore, poi sentì una mano appoggiarsi delicatamente sulla sua spalla.
"Ti proteggiamo noi, tu sei forte, ma ti proteggiamo noi. Siamo una squadra, tu la nostra speranza", gli disse, quasi sussurrando, Dear, abbandonando giusto per un attimo il solito tono sarcasmo e cercando di smussare gli spigoli aguzzi del suo complesso carattere. Elos le sorrise e la ringraziò con un cenno che sembrava avere un sapore malinconico.
"E ricorda che il percorso che hai intrapreso ti porterà ad essere la speranza di tutti, non solo la nostra. Il tuo è un pesante fardello, ragazzo", aggiunse Mister Onion con il tipico tono che ha un anziano quando parla a cuore aperto con un giovane.
"Ora comprendo, il mio sangue me lo impone", chiosò Elos con una punta di amarezza tendendo la mano al suo maestro per aiutarlo a rimettersi in piedi dopo i duri colpi subiti. Nel compiere quel gesto, però, il ragazzo si accorse di una presenza di cui gli altri parevano essersi scordati. Morg, rannicchiato e mezzo tramortito, se ne stava appallottolato accanto al muro più vicino.
"Scusate, ma non è che questo ha sentito tutto?", chiese al gruppo preoccupato Elos. Un'espressione di sorpresa ed imbarazzo colorò il volto di Mister Onion di rosso e Dear si girò rapida verso l'essere malconcio. Con un balzo felino lo raggiunse e lo minacciò col suo solito fare : "Hai sentito tutto? Eh, rispondi sgorbio!"
Morg, intontito dalle numerose botte ricevute in quella strana giornata, fece numerose volte con capo segno di no, ma, data l'evidente bugia, fu colpito da un pugno dritto allo stomaco dalla ragazza, che poi gli si avvicinò.
" A volte fare i furbi non è il miglior modo di essere furbi, sai? Guarda che noi ti ammazziamo." Morg recepì il messaggio e fece numerosi versi e gesti per comunicare che non avrebbe parlato mai a nessuno di questa faccenda.
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