Capitolo 17
Rosso Sorriso
Ricevuta la notizia riguardo la natura del nemico che Not stava affrontando, Elos si liberò con facilità del suo avversario e, insieme a Dear, si raggiunse il suo maestro. I due ibridi si stavano studiando. Not rispondeva ai pugni e calci di Doc-Hunter con altrettanti colpi a mani nude, di potenza, però, inferiore. "Se continuiamo a questi ritmi non reggerò ancora per molto, meglio impegnarsi", pensò Not, mentre parava l'ennesimo gancio. Dopo essere riuscito a distanziare il nemico con un calcio, Not si levò di dosso la cappa sgualcita roteando su se stesso e mostrò a Doc-Hunter le lame che spuntavano minacciose dai sui avanbracci. Lo sfidante per un attimo rimase immobile, stupito dall'asso nella manica del suo simile, ma poi ghignò in segno di sfida.
"Non ti salveranno. Stanne certo.", disse con sicurezza prima di lanciarsi contro Not armato dei suoi soli pugni, serrati ed implacabili. La potenza e la velocità dei sui movimenti aumentò molto, così come la precisione, ma grazie agli arti trasformati in lame di purissimo metallo di Toby, Not parò senza problemi le bordate del colosso. A seguito dell'attrito generato dai colpi, si creano copiose scintille, dietro le quali, con agilità, si nascose Elos, che a sorpresa colpì con un calcio ben assestato allo stomaco Doc-Hunter, ormai unico dei suoi in grado di combattere.
Not spinse via Elos appena in tempo per non essere colpito dalla risposta del nemico, che dopo aver sferrato un montante a vuoto, indietreggiò di qualche metro in cerca di un breve momento di riposo. Far riposare l'avversario, però non era certo abitudine del'H.O.P.E. Con rapidità, infatti, Dear si diresse contro Doc-Hunter brandendo il coltello sulla cui lama era ancora grondante il sangue del nemico sfigurato poco prima, ma l'omone, con una mossa che solo un ibrido o una macchina erano in grado di compiere, puntò l'indice ed il dito medio contro la ragazza che stava contro di lui avanzando.
Un gesto apparentemente innocuo, se non fosse per il fatto che le dita meccaniche si aprirono assumendo una forma diversa, simile alla canna di una pistola. Da quella che prima era la punta delle dita iniziò ad uscire una forte e concentrata luce gialla. Dear arrestò il proprio movimento appena si accorse del bagliore, "E' finita", pensò. Il proiettile di luce stava per uscire dalla sua sede diretto contro la ragazza, ma d'improvviso la luminescenza cessò. Dear, che istintivamente aveva posato lo sguardo ai piedi di quello che sarebbe stato il suo assassino, notò la testa di Doc-Hunter rotolare attorno al proprio stesso corpo disegnando un semicerchio sullo sporco asfalto di Draft City, che visto dalla prospettiva giusta prendeva la forma di un sorriso. Un sorriso come quello stampato sul volto di Elos, che colpì con straordinaria rapidità il nemico, quasi fosse un riflesso incondizionato.
A stento si rese conto di quello che fece, ma mutò l'espressione in modo che gli altri non potessero aver dubbi sull'intenzionalità della sua azione. Gli occhi di Dear fissarono il suo salvatore stupiti, sbarrati all'inverosimile ed un poco lucidi.
"Grazie davv.."
"Non dirlo neanche, sono un soldato, è mio dovere aiutare... I miei compagni", interruppe bruscamente i ringraziamenti il militare.
"Sei pazzo, ragazzo?!", urlò ad Elos Not dopo esserglisi avvicinato ed averlo preso per un braccio, lo sguardo duro ed il viso quasi incollato a quello del giovane.
"Credevo fossimo stati chiari, niente stupidaggini bimbi. Questa non è una gita.", gli disse Mister Onion rimanendo immobile e fissando un punto fermo. Le rughe della fronte gli si unirono formando un'esile corda tremolante, come quella su cui sentiva di trovarsi in precario equilibrio il Elos. "Non devi mai più usare in pubblico la spada ad impulsi! È un'arma antica, è un'arma potente, è un'arma che solo gli eletti possono brandire e, lo imparerai presto, gli eletti non piacciono alle persone.", concluse il suo ammonimento, con tono amaro il vecchio.
Elos iniziò a riflettere sul senso di quelle parole e, soprattutto, sul suo ruolo, su ciò che gli stava capitando. Si ritrovava nell'Hellaway in un sudicio vicolo di una sudicia, titolo che sa quasi di complimento, città desolata alla ricerca di un losco individuo che voleva rapirlo. "Che diavolo ci faccio qui?", pensò. "Che potere nascondono queste armi?"
"E, soprattutto, un'arma del genere non ti fa certo passare inosservato, ragazzo." Una voce proveniente dall'inizio del vicolo interruppe il flusso di coscienza di Elos. Not scrutò tra il gioco di luci ed ombre creato dai palazzi di Draft City e riconobbe un viso, poi un altro.
"Ma come..?", si domandò pietrificato.
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