Capitolo 16


Un caloroso benvenuto


"Quello è il simbolo di una persona importante, qui a Draft.", fece, indicando il disegno sul muro, colui che diventò a tutti gli effetti un informatore della compagnia in cerca di risposte.

"Mister Mandarine, così si fa chiamare."

"Non vuoi dirci di più?", lo spronò Not serrando il pugno. La minaccia ebbe l'esito sperato e l'informatore proseguì il suo racconto, intervallato da colpi di tosse e rantoli di dolore.

"Gestisce uno dei più grandi giri di contrabbando di Gold in città ed anche parecchie bische clandestine, qui nei vicoli. Qui la gente è furba, sa come muoversi. Se vedi un cerchio arancione disegnato su un muro, non è certo un avviso di lavori in corso.", disse ridacchiando e tossendo.

Not si inginocchiò in modo da poterlo guardare negli occhi e lo prese per la veste all'altezza del collo. "Basta tossire e ridere! Come ti chiami, in che rapporti sei con questo Mandarine?", gli domandò strattonandolo con forza. Il poveretto urlò per lo spavento e Not lo lasciò, non volendo alzare i toni ed attirare l'attenzione.

"Morg... Il mio nome è Morg", rispose in evidente affanno, cercando di non rispondere all'esigenza di tossire, "io non ho rapporti diretti con lui, l'ho visto solo una volta. Vendo per conto suo un po' di Gold, per sopravvivere. La vita è dura in questa città."

"Morg!", urlò una voce alle spalle del gruppo. "Sei tu Morg?".

Era una voce pastosa, potente, proveniente da un corpo altrettanto imponente e roccioso. Il nuovo arrivato era accompagnato da due compari più minuti di lui, ma a Draft City è risaputo che non si giudica la forza di un avversario dalla stazza, ma dalla fame e dalla cattiveria e quei due sembravano averne almeno quanto il loro compare più nerboruto. Not si girò per primo e subito notò che l'uomo alla destra del colosso brandiva una spranga di metallo dalla forma non più perfettamente lineare. "Deve essere una delle sue armi preferite, ne deve aver pestata di gente con quell'affare per avergli dato quella forma.", pensò l'ibrido serrando leggermente gli occhi.

"Chi siete?", chiese con tono minaccioso Elos ai nuovi arrivati, lo sguardo deciso serrato sull'omone.

"D... Doc-Hunter! Per fortuna sei qui, mi hanno riempito di botte.", esclamò Morg non riuscendo a nascondere grande gioia per aver riconosciuto un volto amico.

"A quanto pare siamo quelli che ve le suoneranno per le feste. Prendetelo come una festa di benvenuto qui in città, stranieri.", rispose ghignando Doc-Hunter, "Certo non avete l'aria di essere dell'Hellaway.", incalzò.

"Cani della Nazione, magari.", disse prima di sputare con disgusto a terra l'uomo alla sua sinistra.

"Oh, noi li odiamo quelli.", fece ridendo con aria minacciosa l'individuo che agitava con fare intimidatorio la spranga fissando Dear, che si era appena girata verso i nuovi arrivati.

"Esatto, li odiamo. Coraggio ragazzi, diamo un caloroso benvenuto ai nostri visitatori!", urlò Doc-Hunter.

Lui stesso per primo si scagliò contro Not, a mani nude. Non aveva bisogno di armi, i suoi pugni erano forti e precisi, la sua tecnica rozza, ma efficace e le sue gambe eccezionalmente lunghe gli permettevano di tenere a debita distanza l'avversario, quando ve ne era necessità. Solo quando riuscì a rispondere ad un suo gancio colpendolo con un montante allo stomaco, Not si accorse che non era umano. Non del tutto almeno.

Mentre Elos si occupava di uno degli scagnozzi di Doc-Hunter, Dear si stava già per sbarazzare del suo avversario, l'uomo minuto con la spranga che prima la fissava con subdolo interesse.

Dopo aver schivato un paio di fendenti lo colpì con un calciò al collo, tramortendolo, estrasse il suo fidato coltello ed incise un preciso e profondo taglio orizzontale dritto negli occhi sul volto del nemico, che si rannicchiò a terra tenendosi le mani strette al volto in preda allo spavento ed al dolore. "Ecco cosa succede a chi mi fissa troppo.", commentò calma la ragazza, che certo sapeva farsi rispettare anche in una terra arida e cruda come l'Hellaway.

Elos, che dopo aver allontanato il suo rivale per un attimo, aveva assistito a tutta la scena e rabbrividì dopo che il suo sguardo incrociò quello di Dear. Elos accennò un occhiolino in segno di apprezzamento ed intesa alla ragazza, che non lo considerò neanche, rimanendo impassibile.

"Meglio lasciarla perdere questa, è una pazza sadica!", pensò tra sé e sé Dest.

"Ragazzi attenzione, pare che questo Doc-Hunter sia un ibrido come me!", avvisò i suoi compagni Not con un ghigno di sfida stampato sul volto.

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