Capitolo 15
Meglio prevenire che curare
- Serve aiuto, signore? -, disse il losco individuo avvolto nella sua veste sudicia e logora.
- No, grazie. -, rispose brusco Not afferrando la mano scheletrica con forza. La presa era talmente poderosa, che il corpo dell'individuo cominciò ad accartocciarsi per il dolore come pagine di libro in un camino.
- Aspetta, voglio parlarci. -, lo fermò, posandogli una mano sulla spalla il vecchio. Aveva uno sguardo strano, tra il furbo ed il crudele. Not lasciò la presa, continuando a guardare in cagnesco quell'essere viscido che giaceva tramante ai suoi piedi.
- Se ce l'hai chiesto, pensavi avessimo bisogno di aiuto. Sentiamo, quale assistenza potresti offrirci? -, chiese in tono fermo Mister Onion.
- Siete stranieri, io vivo qui da molto tempo, signore... -, spiegò l'essere alzandosi mentre si massaggiava il polso stritolato da Not nella speranza di alleviare il dolore.
- E tu fermi tutti gli stranieri che girano per Draft City? Non ci credo proprio. -, lo sguardo di Mister Onion si fece duro come ossidiana e, per essere più convincente, mostrò al malcapitato il pugnale che portava sotto la cappa.
- Il disegno sul muro, voi eravate attratti da questo disegno, vero? Io so cos'è e che significato ha. -, sibilò l'oscuro incappucciato con aria a metà tra il compiaciuto e lo speranzoso. I membri del gruppo si guardarono negli occhi e si scambiarono un impercettibile gesto di assenso. Si capirono al volo.
Not si guardò intorno, mentre, rapido, Elos frustò con un calcio il viso del sedicente informatore. Caduto a terra, Dear lo sollevò di peso e tutti entrarono nel vicolo che si apriva vicino al murales.
L'operazione fu repentina e Not si assicurò che nessuno assistette alla scena. Dear fece riprendere i sensi all'incappucciato e, solo dopo una mezza dozzina di tentativi, quest'ultimo rinvenì. Non fece in tempo ad aprire gli occhi che si sentì percosso da calci all'addome ed alle spalle, cercò di dire qualcosa quando un pesante pugno lo colpì al viso, facendolo svenire nuovamente.
"Non così forte, vuoi che muoia, cazzo?", disse Dear rimproverando Elos, autore dell'ultimo colpo.
"Guarda che ero nell'esercito, so come far parlare i vermi".
Senza dire niente, con calma, Mister Onion si allontanò dal gruppo per ritornare sulla grande strada principale. Percorse qualche metro e si fermò ad una delle tante bancarelle. "Pelle spray, per cortesia", disse al commerciante, che, dopo averlo informato in tono brusco dell'ammontare della spesa, intascò in silenzio il denaro.
Il vecchio tornò sui suoi passi e notò che nel frattempo Not era riuscito a far riprendere coscienza al malcapitato, che delirava e blaterava. Nello specifico, dalla bocca tumefatta uscì solo una parola comprensibile: "Perché?".
"Perché non siamo gente che scherza.", gli rispose il vecchio, con aria cupa ed il tono di voce fermo e serio, porgendogli una bomboletta di metallo circa della lunghezza del palmo della sua mano.
"Datti una sistemata, dicci cosa devi dirci e portaci dove devi portarci.", gli fece passandogli il medicinale.
Il rantolante essere ferito prese la bomboletta, aprì a fatica il tappo protettivo e si spruzzò sulle ferite, in particolare sul viso, il composto di gas e liquido color carne. Dopo il trattamento, sembrò un uomo nuovo, se così lo si poteva definire. Provò a toccarsi le labbra, ma un dolore lancinante bloccò il movimento del suo braccio sinistro.
"Guarda che è tutta apparenza, non fa miracoli", gli fece Dear.
"Ora parla."
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