Capitolo 13
Come salmoni
L'aeronave era atterrata in un raro spiazzo isolato e privo della tipica folla urlante che popolava le strade della città.
- Seguitemi, per prima cosa dobbiamo trovare un posto dove nasconderci, poi penseremo al resto.-, fece con tono sicuro Mister Onion.
Il gruppo si diresse verso il primo vicolo alla destra del mezzo. La via era stretta e resa puzzolente dai fumi espulsi con regolarità dai tombini borbottanti sparsi qua e là per la strada. Una mano viscida, all'improvviso, si poggiò sulla spalla destra di Dear e cercò di tirarla con forza verso di sé. La ragazza, accortasi della presa, con un rapido movimento estrasse un affilato coltello dalla fondina che portava legata alla coscia, afferrò per l'indice la mano del misterioso individuo e, senza neanche pensarci un secondo, tagliò il dito.
Lo sconosciuto ritirò immediatamente la mano nell'oscurità da cui era giunta ed emise un acuto grido di dolore accompagnato ad irripetibili insulti all'indirizzo della giovane. Dear, che si era difesa senza neanche interrompere la marcia, dopo qualche passo gettò a terra l'indice.
- Questa città ha proprio bisogno di una bella ripulita -, si limitò a commentare.
- Dear, forse è meglio se capisci una cosa: NON DOBBIAMO FARCI NOTARE! -, le disse Not sottovoce.
La ragazza fece spallucce. Ormai erano giunti alla fine del vicolo, il quale sfociava una grande via commerciale piena di luci e persone urlanti.
Il vecchio, che apriva la fila, sporgendosi con la testa per scrutare ciò che li aspettava nel grande viale, tese un braccio a protezione del gruppo nel tentativo, in fine riuscito, di placare eventuali istinti esplorativi da parte degli altri membri della piccola comitiva. Con un rapido cenno al capo, fece intendere a Not ed agli altri la necessità di celare il proprio volto, per quanto possibile, con il cappuccio delle vesti che avevano recuperato sull nave prima di scendere.
Ultimata l'operazione di camuffamento, Mister Onion si buttò, portandosi dietro i compagni d'avventura, nel flusso di gente urlante che popolava la larga strada, con lo stesso spirito di resistenza che hanno i salmoni quando risalgono la corrente. Elos, Not, Dear ed il vecchio Onion, per la prima volta, si resero conto di essere così, soli contro tutti, solitari nel tentativo di resistere ad una forza alla quale pare impossibile opporsi.
A volte però anche i salmoni ce la fanno.
Dopo qualche passo, rallentato dalla folla, i quattro si ritrovarono travolti dal chiasso e dalla confusione che regnava nella città. Nonostante la difficoltà nel muoversi, l'anziana guida continuava a procedere dritto volgendo lo sguardo qua e là nella speranza di trovare qualche indizio riguardo i loschi affari di Mandarine.
Percorso circa un quarto della lunghezza del viale, gli occhi di Mister Onion si posarono su uno strano simbolo pitturato su un sudicio muro anonimo che nascondeva l'ingresso di uno dei tanti stretti vicoli di Draft City. Con un gesto nervoso intimò i compagni di seguirlo dall'altra parte della strada per esaminare da vicino il disegno. Appena gli occhi dell'anziano furono in grado di mettere a fuoco l'obiettivo, la comprensione del significato di quest'ultimo fu immediata; si trattava del disegno di un cerchio, a tratti tremolante, colorato con poca cura di colore arancione ed alla cui destra e sinistra erano riportate due "M" ben visibili in nero.
- Non ci sono dubbi, è un mandarino stilizzato, il suo simbolo. Questo vicolo deve portare da qualcosa o qualcuno che sa dove si trova e cosa combina in questa città -, disse soddisfatto il vecchio.
- Non è poco sicuro usare un simbolo così facilmente riconoscibile? Pensavo volesse nascondersi -, commentò dubbioso Elos.
- Certo ragazzo, vuole nascondersi. Quale modo migliore di farlo utilizzando un richiamo al proprio nome in codice utilizzato solo all'interno di un'organizzazione segreta? -, rispose Onion.
- Già, proprio così. Elos, non avrai pensato certo che i nomi utilizzati all'interno dell'H.O.P.E. fossero veri? -, fece Not stuzzicando il ragazzo.
- Beh, non ci avevo mai pensato, ecco... -, ribattè goffamente Elos.
- Non ci credo che sei così idiota! Secondo te un vecchio può chiamarsi Onion?! -, sbottò Dear indicando sgarbatamente il capo dell'H.O.P.E.
- Guarda che non è quello che ho det...-
- Silenzio! Volete per caso farci scoprire? -, tentò di ristabilire con autorità Mister Onion quando una mano callosa si poggiò sulla sua spalla. L'attenzione di tutti si spostò su quella protuberanza tutta pelle e ossa, dal colore pallido e tendente al verde come al cielo sopra la Nazione, estensione di un corpo con le medesime caratteristiche.
Il losco personaggio era poco più basso del vecchio, lo si poteva definire con tranquillità un uomo minuto. Quasi tutta la figura era avvolta in una cappa, perfino la tesa. Anche col favore dell'oscurità fornita dal vicolo, il lungo naso non riusciva a nascondersi; era talmente appuntito da sembrare quasi un becco d'uccello.
- Allora, ce la fai? Vuoi una mano? –
- No grazie, ce la faccio, per chi mi hai preso? Cerchiamo qualcosa da mettere sotto i denti, sto morendo di fame.-
- Si, non ne posso più di stare in questa tana per topi.-
Trafalgar, in bilico sui piccoli gradini della scala che collegava il condotto fognario alla superficie, tirò su con forza un tombino.
Per prima cosa spostò il pesante pezzo di acciaio alla sua destra e, badando bene che nessuno stesse passando troppo vicino al passaggio appena aperto, mise timidamente la testa fuori. Un sorriso si dipinse sul suo volto, i suoi calcoli erano giusti; si trovavano nell'arteria principale di quella zona della città. Dopo essersi rapidamente guardato attorno, però, mutò in un istante espressione.
Prima lo stupore, poi la rabbia e la determinazione colorarono il suo volto. Lo sguardo del capitano Trafalgar si era posato su un gruppetto di individui che discuteva animatamente. All'inizio pensò che non ci fosse nulla di strano, poi però, capì.
- Cazzo, è qui -.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top