Capitolo 12


Primi passi



I motori dell'aeronave vibrarono e spostarono il mezzo a grande velocità. Dear affondò fino a fine corsa il comando dell'acceleratore, facendo fuoriuscire dai reattori grandi vampate di calore color blu simili a fiamme. Il veivolo si mosse rapido fuori dalla Piramide e schizzò nel cielo a velocità impressionante e la progressione fu talmente costante e dirompente che i corpi dei passeggeri rimasero inchiodati ai sedili fino a quando Dear, quasi in stato di trance per la concentrazione, non si rese conto che ormai l'aeronave si era portata a molti chilometri di distanza dal luogo di decollo e decise di portare la potenza dei motori a medio regime.

Rallentata la corsa, la conducente si voltò verso i compagni. Elos era cosparso di vomito, ma cosciente, Not, invece, era intento a tamponare la ferita riportata al setto nasale, mentre Mister Onion aveva uno strano sguardo fisso, impassibile. Ogni singola cellula del capo dell'HOPE sembrava essere immobile, a partire dai pochi capelli e dai folti baffi bianchi, passando per la bocca sottile e gli occhi verdi, ora più che mai di pietra.

Aveva uno dei nasi più regolari e simmetrici che Dear avesse mai visto in vita sua, quel vecchio strambo che ora pareva la statua di sé stesso. Mentre la ragazza lo fissava, provò a chiedergli quale fosse ora la loro destinazione.

- Draft City, per forza-, rispose imperturbabile l'anziano.

- Draft City, si certo Maestro. Non siamo molto distanti-, obbedì la ragazza impostando la rotta ottimale sul computer di bordo.

- Mandarine ha molti affari e contatti lì, crede sia saggio andare nella tana del lupo in queste condizioni? -, si intromise Not nella conversazione.

Faceva fatica a parlare e per farlo, era costretto a guardare all'insù per arginare la perdita di sangue. Il traditore l'aveva strategicamente colpito in uno dei punti che non erano stati resi meccanici, quali bocca, lingua, cosce e, appunto, setto nasale.

- Proprio per quello voglio andarci. Voglio colpirlo dove gli farà più male. Voglio scardinare ogni singolo affare che ha in questa città. Pensare che l'H.O.P.E. ha sempre chiuso un occhio sui suoi traffici illeciti... Che errore non essersi accorti prima della sua vera natura-.

Il fondatore dell'H.O.P.E. si sentiva tradito, ferito da uno degli uomini più fidati, colpito alle spalle da un amico.

La nave, comandata dall'intelligenza artificiale del computer di bordo, viaggiava a velocità sostenuta sopra le nuvole in modalità stealth, in modo da non essere rintracciabile dai radar. Dopo circa un'ora di volo la notte diede il cambio al giorno, che salutò la sua venuta con un agrodolce tramonto dalle tinte acide e calde, avvolgendo il veivolo nell'oscurità più profonda, squarciata solamente dalle luci di posizione intermittenti poste sull'anteriore e sul posteriore.

Il tempo necessario per raggiungere la città a quella andatura era di circa sei ore, che passarono lentamente tra l'indifferenza di Not, il sonno profondo di Elos e l'imperturbabilità di Mister Onion, ormai un suo marchio di fabbrica.

Anche i motori dell'aeronave sembravano sonnecchiare quando il computer iniziò la discesa per l'atterraggio e, scagliando il mezzo tra le nuvole soffici, rivelò ai passeggeri la "città dell'inganno" dall'alto in un tripudio di luci, altissimi palazzi e puntini che si muovevano freneticamente nelle strade illuminate, probabilmente mercanti intenti ad insultare i passanti disinteressati alla mercanzia così gentilmente loro proposta.

La manovra di discesa svegliò Elos, che dopo essersi stropicciato per bene gli occhi si buttò sul finestrino per non perdersi lo spettacolo di contrasti tra la buia notte e l'illuminazione cittadina.

- Emozionante, vero?-, gli fece Dear prendendo i comandi della nave per la delicata manovra.

- Si, in realtà la capitale è molto più imponente dall'alto, ma ho sempre adorato panorami suggestivi come questi.-, rispose Elos senza distogliere lo sguardo dal vetro temperato ad alta resistenza che lo separava dall'aria fresca dell'Hellaway.

Individuato il posto adatto, la giovane conducente completò la sequenza di atterraggio. Zampe metalliche uscirono dalla scocca del mezzo e si posarono con delicatezza sul cemento logoro di Draft City e rapido Not si slacciò le spesse cinture di sicurezza.

Gli altri membri dell'equipaggio fecero lo stesso, si misero poi davanti al portellone dell'aeronave e Dear premette il bottone di apertura, che mise in moto i pistoni idraulici, che a loro volta stimolarono il portellone ad iniziare il suo movimento verso terra.

- Eccoci a Draft City, finalmente. Occhi aperti, non sappiamo quanti alleati abbia la nuova H.O.P.E. qui.-, ammonì il gruppo l'anziano capo.

- C'è solo un'H.O.P.E. per quanto mi riguarda-, disse sogghignando Not mentre batteva il pugno destro nel palmo della mano sinistra.

- Oh, puoi dirlo forte!-, lo supportò con enfasi Elos calpestando per la prima volta il suolo della "città dell'inganno", sperando, in cuor suo, che quello fosse solo un nomignolo per spaventare i turisti.

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