Epilogo

- Salve a tutti e benvenuti, siamo qui oggi in diretta con una nuovissima puntata. Questa volta i nostri ospiti sono giovanissimi, ma ne hanno passate molte di più di tutti voi messi insieme. Eh sì, avete capito chi sono... fate tutti un grande applauso a Mary Margaret Holmes e James Watson! - Mary e James entrarono in scena, entrambi con un'espressione che diceva "Cosa ci faccio qui, perché ho accettato di venire?"

- Ripetetemi come li abbiamo convinti... - disse John dalla sua poltrona, lanciando uno sguardo prima ai ragazzi imbarazzati che si sedevano sul divano della trasmissione e poi a Daisy e Sherlock, che invece erano seduti sul divano di Baker Street, insieme a lui davanti alla TV.

- Non ricordo neanche io - commentò Sherlock ridendo, e Daisy fece una faccia maliziosa:

- Io sì, invece – disse.

- Non ci credo, i conduttori del programma si chiamano Mary e James – commentò John quando gli intervistatori si presentarono - Non ne posso più degli omonimi. Ma perché tutti si chiamano uguale? –

- Mi dispiace, ma quando è nata Mary, questo era sia il nome preferito di Daisy che il mio - disse Sherlock di rimando.

- Quando è nato James, Moriarty non era ancora nelle nostre vite - sospirò John.

- Sono anche i due nomi più diffusi in tutto il Paese – sussurrò Daisy senza voler realmente prendere parte alla conversazione.

Le prime domande ricevettero risposte imbarazzate, ma poi i ragazzi si fecero prendere la mano e si accorsero che raccontare quello che gli era successo era solo una grande soddisfazione.
- ...Dimmi Mary, voi avete risolto molti casi, ma quest'ultimo si è rivelato molto più difficile. Come mai? – Mary si dovette trattenere dal roteare gli occhi: era un vizio dei giornalisti, o forse proprio il loro lavoro, quello di porre domande dalla risposta ovvia, giusto per innescare un discorso. Comunque, come al solito, gli disse quello che voleva sentirsi dire.
- Nel frattempo, appunto, abbiamo risolto molti altri casi, ma questo di Moriarty è cominciato nel 2004, continuato nel 2007, e arrivato fino a quest'anno. Penso che sia perché Moriarty era il criminale più spietato che avessimo mai incontrato, o forse perché la posta in gioco era la nostra stessa vita -
- Wow - commentò il giornalista.
- Fatto sta che nonostante i diversi anni che ha passato in carcere era sempre dietro di noi, avevamo sempre il timore che potesse evadere. E alla fine è successo -
Dopo aver dato il tempo al pubblico per digerire la risposta la conduttrice prese la parola e si rivolse a James.
- Mary ha citato il 2007, ci vuoi raccontare cosa è successo ad agosto di quell'anno? -
"No, non lo voglio raccontare" fu il primo pensiero di James. Cambiò posizione sul divano, a disagio, ma cominciò a raccontare.
L'espressione inizialmente finta dei conduttori si faceva sempre più sincera. Quando James raccontò l'arrivo di Moriarty uno lanciò un'occhiata nella telecamera.
- E che cosa hai provato... bè, quando... quando... - ora era l'intervistatrice a trovarsi in imbarazzo. La maggior parte delle persone che aveva intervistato fino a quel momento era formata da attori famosi, perciò quella che stava cercando di formulare era una domanda che non si era mai trovato a porre, e non trovava un modo adatto per farla.
James cambiò di nuovo posizione.
- Diciamo che il mio cervello era diviso in due parti – cominciò.
- Una parte che era completamente nel panico e mi diceva "Aiuto, non mi sento più le gambe, dove sono le mie gambe? Sono già un fantasma?" - I conduttori proruppero in una risata eccessiva, grati di poter scaricare un po' di tensione.
- Poi c'era l'altra parte del mio cervello, che incredibilmente aveva più o meno mantenuto la calma e mi diceva "Idiota, che cosa stai facendo? Questi potrebbero essere gli ultimi secondi della tua vita, dovresti... dovresti dirlo" -
- Dire cosa? - chiese la giornalista completamente presa dalla conversazione.
- Bè... - James si voltò verso Mary - Tutto ciò che avevo sempre voluto dire –

- Oddio... non ci posso credere... James e Mary? – capì improvvisamente John.

- Non te ne eri mai accorto? – Sorrise in tutta risposta Sherlock.

- Sul serio? Me ne ero accorta io, che sto qua da neanche un mese e non li avevo mai visti insieme prima! Ma era ovvio, fin da quando sono nati. È un classico – Aggiunse Daisy in risposta all'espressione stupefatta di John.

-E si può sapere che cosa hai detto? - chiese il giornalista.

James avvampò. Poi fece un gesto con la mano per rendere la faccenda poco importante.
- Non me lo ricordo. Probabilmente qualcosa di stupido, non ero molto lucido. Avrò detto "Ho voglia di un panino" o simili -
Mary incontrò il suo sguardo e vide tutti i segni del fatto che James stava mentendo. Certe volte si chiedeva come facesse la gente a non accorgersi delle bugie degli altri.

Dopo un attimo di pausa, il giornalista se ne uscì con una nuova domanda.
- Mary, ritornando a quest'anno. Si è scoperto chi è la persona che vi ha salvato? -
- La polizia sta facendo delle indagini, ma le prove sono veramente misere, perciò non sono ancora arrivati a nessuno - disse con tono vago.
Il giornalista si sporse in avanti e disse più piano, ammiccando al pubblico:
- Ma da quel che so tu riesci a superare la polizia in fatto di indagini... chi pensi che sia quella misteriosa persona che ha ucciso Moriarty per poi scappare? -
Mary inspirò forte, fingendo di pensarci su. Ma aveva un impercettibile sorriso sulle labbra e le sopracciglia alzate, e James, Daisy, Sherlock e John sapevano benissimo che questo voleva dire che conosceva perfettamente la risposta alla domanda. Per fortuna, però, il giornalista non lo sapeva.
- Ammetto che ero troppo occupata a guardare Moriarty che cadeva davanti ai miei occhi inspiegabilmente. Mi sono accorta troppo tardi di quella persona che scappava, tutto ciò che ho visto è un'ombra. Probabilmente era solo un ladro qualunque che passava di là e vedendo una persona con una pistola in mano puntata contro due ragazzi non ci ha pensato due volte e ha sparato. Poi si deve essere accorto di quel che aveva fatto e delle conseguenze morali e materiali che ciò avrebbe comportato e se ne è andato - il giornalista pareva deluso, ma raddrizzò la schiena e si preparò a chiudere la trasmissione. Daisy e Sherlock si strinsero sul divano e il volto di John si rilassò in un sorriso, i suoi occhi che andavano ben oltre la televisione.

- E, signore e signori, questa era l'ultima domanda. Purtroppo la nostra puntata finisce qui, ma ci rivedremo presto con dei nuovi ospiti con delle nuovissime storie da raccontare. Ancora un applauso per Mary e James! –

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