ELIZABETH SPARK (Sherlock)
Troppo contenta di poter rivedere la figlia, Elizabeth Spark ci ripeté tantissime volte che ci avrebbe dato tutto quello che avremmo voluto. Ma in fondo a noi non ci interessava. Ero molto contento che avevamo ritrovato Annabeth, e la gioia mi bastava come premio. Elizabeth insisté di invitarci almeno a pranzo a casa sua e questo lo accettammo. Non mi dispiaceva l'idea di poter chiacchierare un po' con quella famiglia. Così tre giorni dopo tornammo alla casetta di Watford e fummo accolti con immensa riconoscenza. Ci sedemmo e cominciammo a mangiare chiacchierando animatamente. Io mi trovavo accanto a Elizabeth con Jhon, mentre Mary e James stavano accanto ai gemelli e ridevano con loro.
- I miei figli hanno sempre sognato di incontrarvi, ha visto la reazione di David quando ha saputo chi eravate. Scommetto che anche Annabeth avrà fatto una cosa del genere. Non potrò mai ringraziarvi abbastanza. Sul serio, se c'è qualcosa che posso fare per voi ...-
- Non si deve preoccupare, Elizabeth, è il nostro lavoro. Siamo contentissimi di aver trovato sua figlia e ci basta questo. -
- Pretendo almeno che mi diate del tu -
- E va bene. A proposito, hai dei figli fantastici. E poi sono così intelligenti! -
- Non parliamo dei vostri -
- Oh, beh, grazie -
- Grazie a voi -
- Di cosa ti occupi, Elizabeth? -
-Sono oculista - rispose lei guardando il piatto. Io mi bloccai e la fissai. Anche Jhon si ritrovò a fare come me. Notando il nostro silenzio, Elizabeth sollevò gli occhi e ci guardò.
- Cosa ...? - cominciò. Poi si interruppe anche lei e spalancò gli occhi.
- Io ... Io sono oculista - ripeté spostando gli occhi da me a Mary.
- N ... non ci avevo pensato ... io ... vedo se posso fare qualcosa ... -
- Grazie mille, ci farebbe un grande favore - dissi io, riprendendomi tutt'a un tratto dallo shock iniziale. Avevamo già consultato moltissimi dottori per la vista di Mary, ma tutti avevano detto che non c'era speranza. Mi voltai verso l'altra parte del tavolo, raggiante.
- Mary - chiamai. Lei si girò e ad un tratto pensai a come sarebbe stato bello se un giorno avesse potuto vedere tutto ciò che la circondava, a quanto sarebbe stata felice. - Elizabeth è un'oculista. - Mary ebbe la stessa reazione che avevamo avuto io e Jhon, si bloccò con il cucchiaio sollevato a mezz'aria. A James invece andò di traverso il riso che aveva in bocca. Il pranzo finì che avevamo tutti un grande sorriso stampato sulle labbra.
- Da quando mio figlio non è più a casa ho allestito il mio studio nella sua camera, così non devo fare avanti e indietro tra Watford e Londra ogni giorno, quindi se volete potrei fare un veloce controllo agli occhi di Mary già da ora - disse Elizabeth una volta che ci fummo alzati.
- Perché no - risposi io, cercando di mettere un freno alla fretta che avevo di sapere come sarebbe andata a finire.
- Va bene, allora, prego Mary, se vuoi seguirmi -
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