Capitolo 22 - Un padre arrabbiato

Mi sveglio di scatto. "NO" Urlo non accorgendomi di essere nella mia stanza. Il mio corpo gronda di sudore, il respiro è affannoso ed il cuore batte con una velocità inimmaginabile. La porta si apre di scatto e sbatte contro il muro con un tonfo sordo. Giro la testa e vedo i miei amici entrare velocemente nella stanza. "Heart stai bene? Abbiamo sentito urlare e ci siamo precipitati il più in fretta possibile" Guardo Mario avvicinarsi e abbracciarmi "Tutto bene..." la mia voce suona bassa e roca quando parlo, ho la gola secca e dolorante per l'urlo. "Mi hai fatto preoccupare, cos'è successo?" Mi posa una mano sulla guancia ma quando apro la bocca per rispondere il bruciore alla gola aumenta costringendomi a stare zitta. Lyra fa un cenno a Lyon che da una pacca sulla spalla di Stefano "Andiamo a prendere un bicchiere d'acqua" si girano ed escono dalla stanza. Anna e Lyra si siedono sul lato destro del letto e mi guardano. "Non riesci a parlare?" La voce di entrambe mi rimbomba nella testa, le guardo capendo che vogliono parlare telepaticamente. "Non so la gola mi brucia, potrebbe essere stato l'urlo oppure l'incubo che ho fatto" Mi guardano annuendo e poi si girano verso Mario "Sta bene Mario, ha avuto un incubo e l'urlo le ha fatto bruciare la gola. Non riesce a parlare ma passerà in fretta" Lyra guarda Mario, lui annuisce non molto convinto. Lyon dopo avere portato il bicchiere d'acqua lo appoggia sul comodino. Dice qualcosa a Mario a bassa voce ed entrambi si alzano uscendo dalla stanza. "Chissà cosa sarà successo." Anna guarda la porta per qualche secondo poi la sua attenzione torna a noi. Bevo il bicchiere d'acqua tutto in un sorso e poi guardo Anna e Lyra "Non so cosa sia successo, però ora vado a lavare via il ricordo di quell'orribile incubo e del sudore che mi è entrato nella pelle." Parlo ancora telepaticamente, la gola non ci metterà molto ma se dovessi parlare sarebbe anche peggio di prima quindi meglio non rischiare. Mi alzo prendendo un cambio da dentro l'armadio e mi infilo nel bagno. Vado sotto il gelido getto d'acqua e appoggio la schiena contro il muro continuando a pensare all'incubo. Non so quanto tempo sto lì sotto. Quando esco da sotto la doccia mi vesto, lasciando i capelli bagnati. Torno in camera e prendo un telo pulito. In camera non c'era nessuno, probabilmente le ragazze erano andate via per lasciarmi i miei spazi. Esco dalla camera chiudendo la porta, scendo le scale ed esco da casa. Vado verso il lago appoggio il telo sull'erba e mi siedo sulla riva del lago con le gambe in acqua. Chiudo gli occhi prendendo un respiro profondo e poi studio il panorama cercando di non pensare a niente. Ad un tratto qualcuno mi tocca la spalla, mi giro di scatto pronta a combattere contro qualsiasi cosa. "Oh... tu sei troppo tesa per essere Heart" Rilasso il corpo appena vedo davanti a me le mie due migliori amiche. "Dopo il sogno l'allerta del mio corpo è andata alle stelle." Loro mi guardano, la voce mi è tornata mentre facevo la doccia anche se ancora un po' roca. "Ti stavamo cercando, pensiamo che una giornata di relax ti aiuterà a dimenticare il sogno" Anna prende parola e mi si avvicina mettendo una mano sulla mia spalla. "Pensiamo anche, visto che ora i ragazzi non ci sono, potresti raccontare un po' a noi di questo tuo sogno. Siamo sicure che in qualche modo tu ti voglia sfogare e..." Non le faccio finire la frase e sorrido annuendo. "Mettetevi dove volete sarà un racconto un pochino lungo" Mi siedo di nuovo sulla riva del lago, mentre alle mie amiche non dispiace il fatto di fare un tuffo in modo da bagnare anche me. Poco a poco inizio a raccontare il sogno omettendo alcuni dettagli e saltando qualche parte, pur volendo essere sincera con loro non voglio in qualche modo turbare anche le loro menti. "Quindi tu hai sognato tutto questo? Wow" Anna mi guarda stupita "Ora capisco di più l'urlo di stamattina" Ridacchio e, dopo qualche altra domanda, cambiamo discorso continuando a parlare.

HEROBRINE

La sto ancora cercando. Non riesco a darmi pace la devo trovare, l'ho salvata per non perderla e non starò in pace finché non la troverò. Ho controllato un migliaio di villaggio, cercato in giungle, boschi e deserti senza trovare nemmeno una traccia. Credo di stare impazzendo. In questo momento in testa ho molte domande 'Lei dov'è? Sarà al sicuro? Lui l'avrà già presa oppure è riuscita a sconfiggerlo?'. La devo trovare assolutamente, io le devo parlare di molte cose. Lei deve tornare da me.

Mi alzo dalla roccia su cui mi ero messo seduto qualche ora fa e penso a dove possa trovarsi ancora o a come trovare qualche indizio. Decido di cominciare tutto dall'inizio, tornare sui miei stessi passi, omettendo le distruzioni per via della rabbia. Mi teletrasporto immediatamente al villaggio dove l'ho mandata a crescere, nell'intento che loro riuscissero a proteggerla al posto mio. Mi guardo intorno studiando il paesaggio intorno a me, ricordo come se fosse ieri quando ho distrutto questo villaggio con le mie stesse mani. Ghigno a quel ricordo e decido di mettermi seduto su un pezzo di legno che ha resistito alle fiamme. Il sole dalla posizione obliqua che aveva passa in posizione verticale da quando inizio ad aspettare. Poi un rumore attira la mia attenzione. Guardo verso la posizione del rumore e vedo dei cespugli muoversi. Il vento è molto debole quindi o è un animale che si trova qui intorno per caso, oppure è una persona; probabilmente un ex popolano del villaggio che ho distrutto che è riuscito a scappare in tempo. Sto in allerta per tutto il tempo e, qualche secondo dopo, vedo uscire il capo villaggio. "Ci incontriamo di nuovo!" Mi alzo esclamando questa frase. Lui si gira di scatto, l'espressione spaventata, mi guarda negli occhi e impallidisce. "Tu... che ci fai qui? Cosa vuoi di nuovo da noi? Non ti sembra di aver già fatto abbastanza?" Mi urla contro. Continuo a stare fermo e lo studio per tutto il tempo, nonostante la paura è riuscito a parlare così a me, non penso che sarà una mattinata piacevole per lui se non parlerà dopo il suo tono di voce. "Allora per prima cosa tu non hai il permesso di parlare così al principe delle tenebre, le uniche che possono farlo sono mia moglie e mia figlia. Capito capo villaggio dei miei stivali?" Inizio a camminare verso di lui e lo vedo tremare. Non risponde. "Seconda cosa. Sono qui per chiedere a stessa cosa per cui sono venuto l'ultima volta, rammenti vecchietto?" Ora sono davanti a lui e lo guardo dritto negli occhi, chissà come fa a stare in piedi mentre trema così. Deglutisce a vuoto e poi mi guarda "Posso darle la stessa risposta dell'ultima volta. Io non l'ho vista ma tu non sapresti mai se è una bugia oppure la verità. Nonostante tu abbia dei poteri essi non ti permettono di entrare nella mia testa per capirlo, o sbaglio occhi da lucertola?" I miei occhi si illuminano di più, sono nero di rabbia. Lo prendo dal collo e lo sbatto contro un albero "Ascoltami bene cervello da topo! Ora tu mi dirai la verità, perché nonostante i miei poteri non mi permettano di leggere nella tua minuscola mente. Mi permettono di torturarti e fare sentire così tanto dolore da non riuscire a sopportarlo. Mi hai capito bene? Ora dimmi se l'hai vista oppure potrai salutare i tuoi amici del villaggio rimasti in vita!" Lo tengo sospeso guardandolo con uno sguardo truce. "Lei è passata da qui..." Lo mollo e mi allontano, sempre guardandolo. "È stato un anno fa, forse è passato più tempo. Era in viaggio per andare da qualche parte, non mi ha detto dove. Insieme a lei c'erano altri cinque ragazzi, più precisamente due ragazze e tre ragazzi. Sembrava distrutta ma a noi non ha raccontato niente. Ci hanno detto solamente chi erano e che gli servivano delle provviste per il loro viaggio." Penso un attimo a quello che ha detto, poi lo guardo. "Chi erano quei ragazzi?" Lui guarda il terreno e pensa "Come ho detto è passato molto tempo e non ricordo esattamente quell'episodio..." Lo prendo dal collo e lo sbatto sull'albero per la seconda volta. "Ora tu farai uno sforzo. Sforza quel tuo minuscolo cervello e ricorda chi era con mia figlia!" Lui mi guarda spaventato e cerca di ricordare. "Penso si chiamassero Stefano, Lyon, Mario e Anna... insieme a loro c'era un'altra ragazza di cui non ricordo il nome... però, aveva i capelli rossi." Lo lascio e mi giro per andarmene. Non ci posso credere che quegli inutili dei WGF in questo momento siano insieme a mia figlia e la stiano aiutando! Va bene forse potrei chiudere un occhio per Lyra, è sempre la sua migliore amica dopotutto, magari posso farlo anche per Anna, di sicuro lei non sarà un problema; ma giuro, giuro che sei quei tre ragazzini le hanno fatto qualcosa o l'hanno anche solo sfiorata non la passeranno liscia. Con pochi tentativi e qualche incantesimo riesco finalmente a trovare la loro casa. State pronti idioti, non riuscirete a sfuggire alla mia ira nemmeno stavolta.

MARIO

Ancora molto preoccupato per Heart sono andato a sedere sul divano con gli altri ragazzi, siamo rimasti da soli a parlare di quello che è successo, nel mentre beviamo una bibita fresca. Siamo così concentrati a parlare da non fare molto caso nemmeno quando Heart passa uscendo dalla porta, seguita da Anna e Lyra dopo qualche minuto. "Mario ti devi tranquillizzare, le ragazze sanno come proteggersi sono state dal vecchio saggio per questo. Se venissero attaccate probabilmente con la loro destrezza Entity prenderebbe di mira noi invece che loro." Guardo Lyon con uno sguardo che esprime un misto tra preoccupazione e divertimento. "Peccato, avrei preferito vedere tutti e sei insieme ma a quanto pare non è così. Siete bravi a pensare ad Entity ma non riuscirete a calmare la mia ira!" Ci giriamo verso la voce che proviene dall'angolo più buio della stanza da cui sbuca Herobrine. "Come fai ad averci trovato? E cosa ci fai qui?" Ci alziamo in piedi di scatto pronti a combattere, mentre Lyon si fa avanti parlando. "Ho scoperto da alcune fonti che voi conoscete mia figlia. La voglio indietro, lei torna a casa con me in questo momento. Ditemi dov'è!" Questa volta sono io a fare qualche passo avanti andando contro di lui. "No! Lei non è un oggetto e non ti permetterò di portarla via. Almeno noi la proteggiamo tu cosa hai fatto per proteggerla? L'hai abbandonata in un villaggio qualunque lasciandola da sola. Non hai mai pensato che gli sarebbe potuto succedere qualcosa? E se Entity l'avesse presa prima che tu anche solo provassi a cercarla? Non se ne parla non ti diremo dove è solo per portarla via!" Herobrine alle mie parole pare sorpreso, all'inizio perlomeno mi sembrava così, ma proprio qualche secondo dopo il suo volto si corruccia dalla rabbia. "Voi tre stupidi ragazzini non potrete tenere me, il principe delle tenebre, lontano da sua figlia! Giuro che se scopro che l'avete anche solo sfiorata con mezzo dito, anche per sbaglio, vi uccido! Penso bene che uno abbia già fatto intendere che vuole morire!" Lui mi guarda ed io deglutisco a vuoto. "Ora voi verrete con me e rimarrete con me fino a quando non saprò dove è mia figlia! State sicuri che ci divertiremo un mondo insieme... anzi, mi divertirò!" Ride per poi guardare noi con uno sguardo omicida. In pochi secondi schiocca le dita e tutti e quattro ci ritroviamo nella sua fortezza nel Nether incatenati con le braccia al muro. "Ora vedremo quanta resistenza avete guadagnato in tutti questi anni" ci guarda divertito e ci viene incontro con un coltello nero in mano.


Revisionato in data: 16/03/2021

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