Close To Me
Nel cielo di Shizuoka si stagliava un sole meraviglioso, caldo e luminoso, il vento della mattina portava un profumo di violette primaverili.
Nel campus gli studenti della Yuei si stavano recando verso la scuola; una macchina attendeva all'esterno dell'ingresso del cortile, ferma con le quattro frecce. Bakugou stava andando verso la vettura, dove stava già il professor Aizawa ad aspettarlo per andare a far visita per il secondo giorno di fila a Zana. I due non si parlarono per l'intero tragitto dalla scuola all'ospedale, tra loro c'era ancora tensione, se non si trattava di dover parlare anche con Zana. Arrivati davanti alla struttura ospedaliera, avanzarono verso l'ingresso, le porte scorrevoli fecero un lieve cigolio, entrarono e senza passare dalla reception presero l'ascensore in silenzio. Nel corridoio si sentiva un forte odore di fenolo, il disinfettante che usavano per le superfici dell'ospedale, Aizawa infastidito si mise una mano sotto il naso per non respirare l'aria dell'ambiente circostante; si fermarono a pochi passi dalla stanza di Zana, da dietro la porta si sentiva una voce:
«My hero, where did you go? You still echo deep inside my bones Still in denial, too much is missing I hate that it's so final Don't have nobody to blame The tears will dry Tomorrow's another day Let's get out in quiet You get a choice to those who wanted to bleed You gave a voice to those who wanted to scream To scream To scream Even with all your demons We knew they were real But all of those demons were part of the deal The deal...»
La porta della camera si aprì lentamente dando ai due visitatori la vista dell'interno, la stanza era immersa nella luce, che non proveniva da fuori ma bensì da lei, che stava seduta sul letto con la schiena appoggiata al cuscino e le gambe sotto il leggero lenzuolo d'ospedale, cantava senza sforzarsi, e senza perdere neanche una nota. Non si accorse della presenza di suo padre e del ragazzo sulla soglia della porta, si fermò guardando fuori dalla sua finestra, la luce si affievolì dando spazio alla luce naturale. Silenzio, per un breve istante l'unico suono era il brusio delle infermiere e dei medici che passavano nei corridoi e nelle stanze di altri pazienti. In breve tempo riprese a cantare:
«Been living in a fantasy Bad habits and blasphemy You wouldn't believe the shit I've seen You see Where I'm going you can't follow me It's so high it's getting hard to breathe I have a side I couldn't let you see Ask myself Who do you think you are? Oh no, who do you think you are? I'm nothing but a dreamer, dreamer Stay alive for the shivers Who do you think you are Cry me a river I bathe in the waves Throw me to fire I dance in the flames I'm nothing but a dreamer, dreamer Stay alive for the shivers, shivers Die for the fever, fever, fever...»
La ragazza si mise una mano sulla benda della ferita e se la strinse facendo una smorfia per il dolore, poi sorrise «...Die for a fever...» disse e sentendosi osservata girò la testa verso la porta, «Katsuki» sorrise al ragazzo che si fece avanti dicendo «Queste canzoni sono rivolte verso di me?» domandò alla ragazza che rispose «Forse in un certo senso... potrebbero.», con passo lungo arrivò al suo letto in una manciata di secondi, dietro di lui si affacciò Shota, l'espressione di Zana si rattristò «Ciao, papà...» arrossì pensando a come aveva chiamato il ragazzo al suo ingresso, e per ciò che aveva appena finito di dirgli. «Ciao...» disse Aizawa avvicinandosi, dal lato opposto di Bakugou, al letto, «Ti sei esercitata parecchio nel canto...» guardò sul suo comodino dove stavano fogli scarabocchiati, matite, un bicchiere d'acqua e dei fiori in un vaso con accanto un biglietto con scritto 'Guarisci, Princess' con il disegno di una piuma rossa come firma, Hawks. «Si, la voce mi è tornata...» poi si girò verso Bakugou, «Siete ancora arrabbiati, voi due?» indico prima uno e poi l'altro, «In un certo senso, si...» disse Bakugou osservando seccato Aizawa che guardava Zana con occhi languidi, «No... » disse poi Shota alzando lo sguardo sul ragazzo, «...ieri ho capito che non abbandoneresti mai nessuno, perché tu non sei tua madre!» guardando di nuovo sua figlia, le accarezzo i capelli e il viso, Zana sorrise, «Sono ancora dell'idea che a lei non piaccia la situazione...» gli occhi di Bakugou si abbassarono sulla stoffa del lenzuolo, stava reprimendo le lacrime che aveva in se, sapendo che mai il suo professore gli avesse dato la possibilità di stare con sua figlia, «Bakugou sei sicuramente il più appropriato a stare con Zana...» poi fissò la ragazza prendendola per mano «...avevi ragione, avevo paura di perderti, come è successo con Yuna...» il dolore per Shota era enorme, Zana si libero dalla sua presa per asciugare le lacrime sul viso di suo padre, «Non me ne andrò via.» rispose lei, con le lacrime che le rigavano il volto «Mi basta che tu accetti Katsuki come mio ragazzo oltre che come alunno...» sorrise tra i singhiozzi, mentre Bakugou stava ad osservare la scena, con il quale si commosse. «Dovete smetterla voi due, mi sta venendo il diabete, cazzo!» si asciugò le lacrime con la manica della felpa che indossava, «Ma se hai solo 18 anni?» gli sbraitò Zana, girandosi e guardandolo con occhi taglienti, scoppiò a ridere.
Aizawa aveva lasciato la stanza d'ospedale di Zana per andare a parlare con i medici. Rimasta sola con Bakugou, Zana si sentiva libera di parlargli a cuore aperto, «Forse dovremo renderlo ufficiale?» sentendo dire quelle parole il ragazzo si irritò a tal punto da zittirla con un bacio, si era alzato dalla sedia accanto a lei e si era seduto sul bordo del letto, dove con delicatezza la prese per le spalle e se la tirò a se, abbracciandola, per poi sfiorarle il viso arrossato per le lacrime e baciarglielo tutto, li faceva partire dalla guancia, passando poi agli occhi per poi arrivare alle labbra, erano come la seta, il primo bacio fu a stampo ma lei voleva di più, così gli prese il viso anche lei e con foga gli schioccò prima un leggero bacio poi aggiunse lentamente la lingua, lasciando il ragazzo imbarazzato, e tenendolo stretto a se. Bussarono alla porta delicatamente, i due si staccarono da quell'effusine che ormai durava da più di un quarto d'ora, si guardarono l'un l'altro arrossendo, Zana non aveva mai viso l'espressione di imbarazzo di Bakugou, sorrise e rispose al bussare «Avanti» la porta si aprì, il medico di Zana entrò con a seguito Shota, «Se vuoi oggi puoi tornare al dormitorio....» disse, Zana si illuminò per un breve momento ma subito si eclissò «C'è un 'ma' vero...» accennò lei, il medico annuì, «...devi riposare e non devi sforzarti per nessun motivo i tuoi compagni saranno obbligati a farti da assistenza» lo sguardo di Zana si posò sul ragazzo «Questo è quello che si chiama karma» rise lei, vedendo cambiare l'espressione di Bakugou in una orribile smorfia di rabbia, che scomparve alla vista del suo sorriso.
Zana fu dimessa nel tardo pomeriggio, la ferita stava già iniziando a rimarginarsi, sporcando di poco le bende di sangue. L'accolsero, in dormitorio, tutti i suoi compagni della 2-A più alcuni delle 2-B, i professori tra cui All Might e Shinsou della sezione C, che aspirava a diventare anche lui un numero uno. La ragazza non si aspettava tutto quello sfarzo per per essere stata dimessa dall'ospedale. Lo trovava bello avere tutte quelle persone davanti, ancora un po' senza forze si teneva all'avambraccio di suo padre per non dare dell'occhio troppo con la relazione che stava crescendo tra Bakugou e lei. «Zana!» la raggiunsero le sue compagne di classe, Ashido e Jiro per prime, in seguito Asui e Ochaco poi Yaoyorozu e Hagakure con alcuni maschi tra cui Kirishima e Kaminari, «Grazie ragazzi!» la ragazza sorride con le lacrime agli occhi per la commozione, «Non saprei che fare senza di voi!» si asciugò le lacrime stringendo il braccio a Shota, per via del dolore che la pervase in quel momento. «Devi riposare...» le disse Aizawa, sentendosi pressare il braccio, Zana annuì, proseguendo verso la porta d'ingresso del dormitorio, «Ti accompagno su?» chiese lui facendosi lasciare il braccio dalla figlia che stava già salendo le scale, si bloccò al primo gradino e si girò verso di lui, lei scosse il capo «No, grazie papà...» fissò tra i suoi compagni di classe in cerca di qualcuno, «...dov'è Bakugou?» si guardarono in torno tutti; il frigorifero della cucina era aperto e dietro l'anta stava proprio il ragazzo che cercavano, tutti lo fissarono, «Che c'è? Ora non si può più prendere una bottiglia d'acqua...?» guardò tutti male per arrivare poi a Zana che fisso con un'espressone diversa, il ragazzo chiuse lo sportello e la raggiunse porgendole il suo braccio per poi continuare a salire, assieme, le scale verso la sua camera.
Entrata in camera, Zana salutò subito Mochi come prima cosa, poi si sedette sul letto cercando di non mettersi in una posizione troppo scomoda per non fare riaprire la ferita, «Katsuki...» disse mentre il ragazzo chiudeva con calma la porta con ancora la bottiglia d'acqua in mano. La raggiunse porgendole la bottiglia «Che c'è?» lei lo guardò alzando di poco il viso «Vorrei cambiarmi...» disse un po' imbarazzata, «...mi aiuti?» arrossì lei dopo quella richiesta, Bakugou un poco imbarazzato con testa alta annui lasciandosi sfuggire un 'uhm' di interesse. «Riesci ad alzarti?» chiese lui, la ragazza si alzo dal letto lentamente, «Sembra di si.» sorrise «Okay, ora...» si guardò in giro «...che cosa vorresti mettere?» si avvicinò alla cassettiera, mettendo la mano sul maniglia per aprire il cassetto, «Non aprire quel....» Zana non fini la frase che il ragazzo si ritrovò davanti i completi di intimo che stavano all'interno, lo chiuse di scatto e arrossì mettendosi una mano in faccia per nascondere il viso arrossito. «Mi puoi dare la tua felpa?» disse lei indicando il tessuto arancione che indossava Bakugou, lui se la sfilò subito, avvicinandosi poi al suo letto e aiutarla a sfilare una maglietta, logora, nera che le avevano dato in ospedale, rimanendo così in reggiseno e tuta; la fasciatura le cingeva tutto il basso ventre con almeno un metro di benda chiuso da un paio di punti di graffette, «Alza le braccia, Zana.» sentendo dire il suo nome la ragazza ebbe un brivido dietro alla schiena che la fece tremare un po' tutta, «Allora...?» domandò lui, Zana alzò piano le braccia, e Bakugou le mise la felpa arancio addosso, per poi stringerla in un calorosissimo abbraccio, Zana non riusciva più a reggersi in piedi e cadde seduta su suo letto. Sfinita, Bakugou l'aiutò a mettersi sdraiata, «Grazie...» disse con un dolce filo di voce, il ragazzo si era messo accanto a lei e gli faceva da cuscino, in poco tempo si addormentò; Bakugou la guardava con volto malinconico, si sentiva colpevole dell'accaduto ma allo stesso tempo era pervaso da un sentimento a lui poco conosciuto, provava un enorme affetto verso Zana, che un padre o un fratello non potevano dare, le accarezzò i capelli e con delicatezza si abbassò sul suo viso lasciandole un bacio sulle labbra, dopo di che si addormentò anche lui, con i loro visi uno vicino all'altro.
Si erano fatte le 19:45, i due dormivano profondamente, e quando Shota bussò, senza ricevere risposta, entrò, vedendo i due in quello stato fece subito dietro front e si richiuse dietro la porta delicatamente.
Il sole era ormai tramontato, le poche nuvole avevano un colore dorato, una brezza lieve faceva arrivare un dolce profumo, le prime stelle comparvero nel cielo, facendo scattare il Quirk di Zana che prese a illuminare tutta la stanza, si strinse alla prima cosa che aveva accanto, sentendosi protetta, la ferita si era quasi completamente rimarginata, il suo Quirk di luce aveva la particolarità di attivare un sistema di rigenerazione velocizzata delle cellule grazie alla ricarica con alcuni allineamenti di pianeti e stelle; sua madre era là, fuori da qualche parte che la proteggeva.
«Close To Me...»
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