Capitolo 7
Gabriele ricordava perfettamente il resto della conversazione con Cristal, mentre seduto a quel tavolo guardava Celeste che tremava triste, perché aveva appreso da suo padre, verità che nemmeno lontanamente si immaginava.
Gabriele era lì, in veste di amico del Re della neve per accompagnare Celeste nel suo regno.
Avevano concordato che quel gesto veniva fatto in nome della loro profonda amicizia, ma che sarebbe stata Celeste unica padrona della sua vita, e avrebbe poi deciso, dopo un soggiorno di conoscenza al palazzo del Re e del Re stesso, se convolare a sentite e giuste nozze, nessuna costrizione, solo ciò che desiderava la ragazza.
Con questo animo Gabriele era partito all'avventura di farsi conoscere e essere accompagnatore della fanciulla.
Celeste era immobile a tavola, mentre suo padre, allegro beveva e mangiava.
Iniziò nuovamente a cambiare forma, si sentiva troppo male.
"Figlia mia, non va bene questo tuo continuare a cambiar forma, devo vedere di sistemarti, non puoi certo presentarti con questo grave difetto al Re Cristal!"
Proclamo' il Signore del Tempo interrupendo un attimo di mangiare. Fissando pensosamente la figlia.
Per Celeste era davvero troppo, si alzò di scatto, quel brusco gesto esordì l'effetto di far cadere la sedia a terra, scappò via, piangendo...
Veloce Gabriele le corse appresso.
"Aspetta Celeste, fermati"
Urlò il ragazzo.
Celeste non voleva fermarsi, voleva proprio sparire, se lo sentiva che la sua vita stava per cambiare, ma certo non immaginava una svolta così radicale.
Corse, non sapeva dove andare e si ritrovò fuori in strada.
Si fermo' e prese a camminare per le vie di quel luogo a lei sconosciuto, ormai era sera...
'Sono, un ibrido'
Pensava Celeste
'Sono stata creata da un esperimento di mio padre, per spezzare la noia di un'eternità '
Triste si fermò, dinanzi a una piazza, vi era una bella fontana.
Celeste si sedette al bordo.
La voce di Gabriele si fece strada nei suoi tristi pensieri.
"Celeste, vieni ti accompagno a casa"
La tristezza si muto' in rabbia che sfogo' sul principe del vento.
Alzandosi furiosa, guardò Gabriele...
"Sei un mostro, sapevi tutto, non mi hai detto nulla.
Facevi tanto l'amico e in realtà sei qui solo per portarmi in sposa ad uno sconosciuto.
Sappi che non verrò con te.
Io non sposo nessuno.
Voglio andare via, dimenticare tutto, tutti, ritornare alla mia vecchia vita"
Nel suo monologo Celeste aveva tenuto le mani strette a pugno, conficcandosi le unghie nei palmi, sentiva quel dolore fisico che dava quasi un po' di sollievo al dolore dell'animo.
Gabriele stava fermo, ascoltando la sua rabbia scemare ad ogni parola.
Soffriva per Celeste, soffriva forse più di quello che poteva essere normale per un semplice conoscente.
"Vieni, ti porto a casa"
La ragazza piangeva, non riusciva a parlare, voleva capire, fare domande, ma le parole non le uscivano.
Il ragazzo le prese delicatamente la mano, e la condusse alla villa di suo Zio Uriele.
Non dissero una parola, Celeste piangeva e singhiozzava, camminava lenta, con la mano nella mano di Gabriele fonte di calore.
Che bella sensazione quel contatto, brividi e sicurezza.
Piano, piano si calmo', 'forse uno dei poteri del principe del Vento era rasserenare gli animi angosciati.'
Pensò.
Più conosceva Gabriele più lo apprezzava.
Lentamente dimenticò l'attrito che provava nei suoi confronti, per averle nascosto molte verità che conosceva.
Arrivò fino alla sua stanza.
Gabriele le lasciò la mano, le accarezzo' piano la guancia, dolcemente parlò
"Ora riposati, che si è fatto tardi, non pensare a nulla, ci vediamo domani, sarai più calma. Parleremo di tutto, vedrai non è così brutto come sembra."
Sorrise.
"Sai che facciamo, ti porto in giro per il paese, tu, ti riposi bene, vengo a prenderti nel pomeriggio, diciamo verso le cinque, e poi ti faccio divertire.
Sai che c' è un bel luna Park, vedrai, parliamo, tu sarai più contenta e poi a divertirci.
Si, ti va? "
Mentre diceva tutto ciò Gabriele si era avvicinato, la sua bocca vicinissima alla bocca della giovine, che ormai sentiva solo il battito del suo cuore impazzito.
Cercò di rispondere con una parvenza di normalità, in realtà sentiva solo pura gioia, avrebbe voluto abbracciarlo e dire, tipo, cento volte siii...
Invece succhiuse gli occhi con fare da grande, un po' in modo civettuolo rispose, guardandolo dritto nei occhi, mentre sentiva il suo respiro caldo.
Che la faceva letteralmente svenire.
"Mmm, Gabriele, sembra che mi stai chiedendo un appuntamento"
Il ragazzo, che serissimo le stava vicino, d'istinto l'abbraccio'
"Si, si è un appuntamento."
Celeste ormai era sicurissima, che sarebbe svenuta da tante emozioni, fra le sue braccia.
Ed era altrettanto sicura che poi Gabriele, l'avrebbe presa in giro per l'eternità del suo gesto.
Iniziando a ridacchiare imbarazzata, lo allontanò.
" Grazie, Gabriele, sono contenta del nostro appuntamento.
Allora ci vediamo domani.
Mi voglio fidare di te."
Gli disse sorridendo.
Gabriele era felice, era riuscito nel suo intento di vedere tranquilla Celeste.
Fece un passo indietro, realizzando che era davvero sempre appiccicato a lei, pensava che non andava niente bene, il fatto di volerla sempre toccare e abbracciare, doveva smetterla, contenersi.
Così sorrise,
"Bene piccola, a domani e fai sogni d'argento"
"Come sogni d'argento?
Intendevi sogni d'oro..."
Gli rispose Celeste sorpresa
"I sogni d'oro saranno i miei, se sogno te."
Rispose in un sussurro il giovane.
Poi si voltò e se ne andò nelle sue stanze.
Gran parte della notte si rimproverò del suo modo assurdo.
L' altra parte della notte sperò ardentemente di sognare la figlia del Tempo, che rideva e passeggiava con lui.
Sapendo che sarebbe stato un sogno che si sarebbe realizzato fra poche ore.
Celeste nel frattempo, dormiva serena, scaldata nel cuore e nei suoi turbamenti dalla dolcezza e sensibilità di Gabriele.
Si, era sempre più convinta che il figlio del Vento, sotto quella scorza da duro, vi era il ragazzo più splendido del mondo, poco importava che era anche l'unico ragazzo che avesse mai conosciuto, e che aveva mai parlato prima, e, era anche il suo primo appuntamento.
Sorridendo felice dormì profondamente tutta notte.
Fine capitolo.
Racconto ideato per il contest di Wulkoff
Il gioco dell'oca
Giudice
luna_marina_211
Scritto da Urieleceleste 🌹🌈
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