Capitolo 4

Il tempo con  le sue  aspettative,
con  le  sue speranze e i suoi cambiamenti che porta inevitabilmente con sé.

Io che sono  la figlia del Tempo porto con me tutto questo e ne comporta un grande turbamento.

Nel giro di una sera, tutto era cambiato.

Ero stesa su un grande  letto, nonostante fossi  comoda, sentivo dentro me una grande agitazione.

La mia forma continuava di continuo a cambiare, quando ero fortemente in ansia non riuscivo a controllare i miei poteri, in questo caso quelli legati alle mie sembianze.

Lacrime calde, salate bagnavano il mio viso, annebbiavano la mia vista, mi sentivo spaventata, sola, tremendamente sola.

Pregai fortemente che arrivasse un Angelo a salvarmi, a portarmi via, donandomi un esistenza più serena, più vera.

Non so, quanto passai in quello mio stato di sofferenza.
Fino a quando Gabriele entrò in camera.

Vide che ero sveglia, con un sorriso si avvicinò al letto.
"Carissima, ti sei svegliata"
Si sporse in avanti guardandomi.

Vedendomi triste, il suo
sorriso sparì,
ma  per magia apparve un fazzoletto che dolcemente mi passò sul viso, asciugandomi le lacrime.

"Non piangere, sei al sicuro qui"
Mi disse, mentre si sedeva sul letto, riprendendo a sorridermi.
Il mio cuore fece una capriola, quanta dolcezza per me, Gabriele era dolcissimo, una sensazione di calore mi avvolse, sentendomi nascere nel cuore una nuova emozione, mai provata prima.

Imbambolata lo guardavo, purtroppo le emozioni presero il sopravvento e iniziai nuovamente a cambiare aspetto.

Mi vergognavo tantissimo, chiusi gli occhi per non vedere la perplessità nascere sul bel volto di Gabriele, ripresero a scendere le lacrime, odiavo sentivo così indifesa.

Sempre con gli occhi chiusi, sentii il figlio del Vento alzarsi dal letto.
"Celeste, calmati, mi spaventi così, a questo punto farò venire il medico a visitarti, è molto bravo, non preoccuparti, ma questo tuo crollo psicologico inizia a darmi pensiero."

Sentii i suoi passi e la porta chiudersi era uscito.

Il punto era che stavo malissimo, avevo un sacco di domande;
Dove ero finita?
Dove era mio padre?
Cosa succedeva ora?
Perché l'unica cosa che avevo capito era che tutto della mia vita sarebbe cambiato.
E perché Gabriele era cambiato, pareva persino più bello, forse lo vedevo io così reduce dal sogno in cui mi riportava in vita, con il suo soffio dall'anima.

Mi sentivo stanca, senza nemmeno accorgermi caddi addormentata.

Davvero troppe emozioni.

Mi svegliai al tocco di una mano che mi scopriva, abbassando le coperte, lasciandomi esposta con il mio pigiamino a fiori, mi accorgevo solo in quel momento dell'indumento.

Spaventata mi raddrizai a sedere, urlando.
"Haaaaaaaaaaaaaaaa"
Scansai la mano, e iniziai a urlare sempre più.

Fra le mie urla, sentii una voce arrivare profonda e sorpresa.
"Ma, è grave, gravissimo, mai visto una cosa simile!"
Si, perché fra le mie urla, il mio corpo aveva ripreso a cambiare forma.

Ero stanchissima, mi ribbuttai sul letto e svenni.

Cosa mi stava succedendo.

Mi svegliai, non so  quanto tempo era passato,
con razionalità, almeno un briciolo mi era rimasta, ricordai cosa era accaduto, deducendo che la voce udita appartenesse  al  dottore.
Era venuto  a visitarmi, dicendo che ero grave.

Lo credo bene, dopo la scena spaventosa che gli si è palesata davanti, stile esorcista...
Hiii, mi vengono i brividi, ma la protagonista ero io.

Mi sentivo afflitta.

"Bene sei di nuovo sveglia"

Sussultai leggermente spaventata, non mi ero accorta che c'era Gabriele.
Voltai la testa e lo vidi seduto in una bella poltrona, accanto al mio letto.

"Gabriele..."
Sussurai.

"No, non sono Gabriele"
Disse avvicinandosi, si sedette sul letto, mi sorrise, calmo.

Lo guardai, si, aveva un aspetto leggermente diverso, ma la luce che emanava era uguale a quella di Gabriele e poi gli assomigliava moltissimo.
Iniziai nuovamente ad agitarmi.
Lo sconosciuto si accorse del mio smarrimento.

"No, no Celeste non spaventarti sono Uriele"

I miei occhi si fecero grandi, grandi, mi raddrizai a sedere, un sorriso timido fece capolino sul mio viso...

"Uriele, l'Angelo delle imprese impossibili, mirabile guerriero, protettore e dolce con i viventi, che gioia nell'animo mio, grazie per essere venuto."
I miei occhi erano  colmi muovamente di lacrime, ma questa volta di speranza, di gioia, allungai le mani, dove pronte trovai le sue a stringerle con calore.


" Carissima,
Celeste,
nel cuor mio per vederti così bella e luminosa vorrei essere l'Angelo da te nominato,
ma haime mi duole recarti un dolore,
confessando che Uriele è solo il mio nome,
che porto da quando son nato,
all'inizio dei tempi in quanto fratello dei Venti. "

Mi disse.. Continuando poi...

" Sono lo zio di Gabriele, fratello di suo padre il Vento, noi apparteniamo ai venti minori, da sempre portiamo fresco sollievo e accompagniamo le nuvole a donar l'acqua benedetta. "

Sconvolta lo ascoltavo, ma non ero arrabbiata per l'equivoco.
Uriele era dolcissimo, mi parlava con un tono di voce basso, quasi musicale, solo ascoltarlo mi faceva stare bene, le mie mani ancora strette alle sue erano calde e  sentivo piccole scosse che mi facevano formicolare tutta.

Chissà se anche lui si sentiva così.

Mentre continuavo a fissarlo senza parlare, sentii la porta aprirsi, passi avvicinarsi.

Una voce piuttosto infastidita arrivò.

"Bene, vedo che hai conosciuto mio Zio, Celeste, vedo anche che sei sveglia!"

Lasciai di colpo le mani di Uriele, come colta a fare qualcosa di sbagliato, rossa in volto, guardai Gabriele che si sedette dall'altra parte del letto.

Fine 4 capitolo
Racconto che partecipa al contest "Il gioco dell'oca"di. Wulkoff

Giudice luna_marina_211

Urieleceleste 🌹🌈

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