Prologo
Acqua. Acqua ovunque, che sale e scivola giù dalle pareti, gioca con l'ambiente e si diverte. Il mio opposto, il mio incubo mi assale e fa di tutto per spaventarmi, mostrarmi chi è il migliore. Sento sangue rappreso su tutto il corpo, e credo di non potercela fare questa volta. L'acqua inizia a percorrere velocemente le mie gambe, arrivando a coprirmi tutto il corpo fino alle spalle e non riesco più a muovermi. Poi inizia a prendere forma, diventando una figura umana dietro di me. Le sue mani gelide si avvicinano al mio volto sottile, seguendo i miei lineamenti con discrezione e io inizio a tremare in mezzo a quel cimitero di ghiaccio.
- Mi sei mancata - sussurra la sua voce, che rimbomba nelle mie orecchie come se fosse stato uno spettro a parlare. Provo a rispondere, ma non ho più forza. Credo di stare per morire, guardo il terribile paesaggio che mi circonda e tento di sorridere, ma ciò che mi esce è solo un' increspatura sulle labbra in una smorfia amara.
Sappi che non avrai mai vinto, non sono l'unica che ha un domani incerto, e tu lo sai. Se io cado, tu sprofondi con me.
Penso, come se potesse sentirmi veramente. Vorrei che la finisse di giocare, di divertirsi con me. Eppure, dopo tutto quello che mi ha fatto, non riesco ad odiarlo. Se non posso ucciderlo, non posso fare altro che convivere con il fatto che lui esista. Provo a riempire i miei polmoni d'aria, ma mi ritrovo solamente ad ingoiare e sputacchiare sangue contemporaneamente. Stringo le mani in due pugni bagnati fino a far sbancare le nocche.
- Anche tu - sussurro acida, con le ultime forze che mi rimangono in corpo. La massa acquosa si inizia a spostare davanti a me, avvolgendomi in un abbraccio che credo sia l'unica cosa che mi tiene ancora in piedi. I suoi occhi mi osservano attenti, quando è davanti a me, e anche io lo guardo. Non è cambiato di una virgola dall'ultima volta che l'ho visto. - Ti odio. - aggiungo poi, mentendo, tossendo altro sangue e cercando di non piangere per il dolore. Un sorriso si fa spazio sul suo viso apparentemente angelico.
- Lo so. - risponde, senza smettere di guardarmi. Stringo ancora i denti, ma una lacrima solitaria mi riga il viso, mischiandosi con il sangue rappreso e con l'acqua che ricopre il pavimento di pietra nera.
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