8. Incubi e paure

Rhon mi si avvicina e mi poggia una mano sulla spalla. Tengo le mani strette un due pugni, per controllare la rabbia.
- Io lo uccido. - sussurro a bassa voce - Io lo distruggo. Lo faccio a pezzi. Lo disintegro lentamente, per farlo soffrire. A mani nude. Io... - Bethany sorride, sembra volermi sostenere con lo sguardo, ma mio fratello mi afferra le spalle e mi volta verso di lui.
- Carry, calmati. Non importa, ce la caveremo da soli. - lo guardo negli occhi. Vedo il mio riflesso, esasperato, proprio come ha detto Luke. Non l'avrà vinta lui. Annuisco e mi avvicino nuovamente al laghetto dei Brividi. Un brivido di freddo mi percorre la schiena, facendomi tremare tutta.
Mi abbasso per afferrare uno di quei serpenti dorati.
- Allora forza.- dico, porgendo la viscida creatura a mio fratello. - Affronta la tua più grande... paura. - intanto, Bethany e Alexia cercano di guardare alle mie spalle.
Porgo l'arma a Rhon e lui la afferra. Gli si legge in faccia che non ha la più pallida idea di cosa gli aspetti. In un attimo, mi ritrovo tra le mani una manciata di fumo nero, che presto forma una figura. Anzi, più figure: c'è nostra madre, ma è più vecchia di quanto io ricordi, e ci sono io. Ci lamentiamo e piangiamo. Non capisco cosa stia succedendo. Dietro mia madre e me, c'è un uomo di cui non si vede il volto che pare ci stia torturando. Prima ancora che riesca a domandarmi chi è, Rhon gli è addosso. L'uomo non si accorge di mio fratello, perciò, nel giro di un minuto, torna ad essere fumo assieme a me e mia madre.
- Wow. - sussurro - È stata una cosa piuttosto veloce. - Rhon non parla. Non mi risponde, fissa il terreno davanti a sé perso nei suoi pensieri. Decido di non disturbarlo e mi giro verso il visino innocente di Bethany. Mi metto in ginocchio e la afferro per le spalle in modo da poterla guardare negli occhi.
- Beth. - dico pacata, il tono più dolce e deciso possibile. - Lo sai, vero, che è importante che tu non uccida TUTTI i Brividi dello stagno, vero? - lei sorride e annuisce. - Soltanto uno. Senza urlare. Senza usare i tuoi trucchetti. Capito? - alza le spalle con indifferenza e si avvicina al lago. Afferra un serpente dorato e lo stringe fino a farlo... esplodere. Esatto, proprio esplodere. Per un attimo sento che che mi viene da vomitare. Ma non faccio in tempo a pensarci, perchè il fumo nero ci circonda, e diventa cinque figure differenti attorno a noi. Davanti a me, lo vedo benissimo, c'è Ramon. Il suo sguardo gelido è fisso nel mio, ma non volontariamente. Lui mi fissa impassibile, solo perchè, in qualche modo, si è materializzato con i suoi occhi glaciali proprio di fronte a me. Ed io, pur sapendo che quella che vedo è solo una copia, una carta falsa, mi sembra di avere davanti il vero Ramon, quello che mi ha portato via mia madre, e allontanata da mio fratello. Non rimane fermo a lungo, ma a me sembra un'eternità che ci fissiamo negli occhi. Poi, si volta verso Bethany e la attacca. Assieme a lui si muovono Aaron, Gremel, Rhoost... e il padre di Bethany. La bambina grida. Alexia, davanti a Gremel e Rhoost, cerca di fermarli. Mio fratello sta bloccando Aaron, mentre io raggiungo velocemente Bethany per difenderla.
Suo padre è il primo ad attaccare. Nelle mani ha due siringhe piene di un liquido rosso che potrebbe essere sangue. Come fare? Mi guardo attorno, alla ricerca di qualcosa che possa essermi utile. Afferro un ramo. Un grosso ramo ai miei piedi, e gli do fuoco. Poi, con uno scatto, quando l'uomo è ormai ad un metro da me, lo trafiggo in pieno petto. Ogni volta che uccido uno di quegli esseri che si trasformano in polvere nera, mi sento male. Come se avessi ucciso una persona vera. Mi viene in mente quando ho gridato contro Bethany perchè mi aveva detto di aver ucciso suo padre. Anche a me sembra di aver fatto la stessa cosa.
Per un attimo tutto diventa scuro, ovattato, appannato e mi sembra di essere in un sogno. Non vedo più il bosco, il fumo nero e tutto ciò che mi sta attorno. Vedo solo uno sfondo nero, completamente nero, e non sento nulla.

Forse sono morta. Forse qualcuno mi ha uccisa alle spalle.

Penso, ma dentro di me so bene che non è possibile. Prima di morire si prova dolore, no? Oppure si muore così, senza provare nulla, senza capire che cosa stia succedendo?
Non sono morta. Lo capisco nel momento in cui Bethany grida, e io ritorno in un mondo a colori, dove ci sono rumori, e tutto si muove. Tutto va di fretta, e tu devi stare al passo col tempo. Non c'è tregua.
Mi volto, e vedo Bethany. Alle sue spalle c'è Ramon, che le tiene un coltello a qualche centimetro dalla gola della bambina, sono solo i poteri di Bethany che cercano di fermarlo. Ma, a quanto vedo, ci riescono a malapena. Le corro incontro, ma Ramon, o la sua copia, se ne accorge e mi lancia un pugnale. Un pugnale di fumo, che mi lascia un profondo taglio sul braccio. Inizialmente non sento nulla, poi non vedo nulla, ed infine mi riempie ovunque un dolore lancinante. Parte dal punto in cui sono stata colpita, e mi raggiunge il petto ripetutamente. Allora prima di morire si prova dolore...

È questo il mio ultimo pensiero.

La morte.

Poi più nulla. Non buio, freddo, paura. Nulla.

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