6. Il Confine
Dopo aver parlato con Rhon, sono corsa nel bosco a pensare. Come mio solito, mi sono rannicchiata sotto un grande pino ( logicamente non cresciuto in modo naturale, data la mancanza della luce del sole ) e ho tirato fuori la lettera. Mi sono concentrata sulla prima parte: "Fatti di luce, racchiudono l'ombra..." a cosa potrebbe riferirsi? Cos' è che è apparentemente lucente ma dentro è oscuro? Difficile pensare a qualcosa che potesse risplendere nelle profondità degli Inferi, ma mi sarei dovuta sforzare in ogni caso.
- Oh, ciao Carry. Sapevo che ti avrei trovata qui. Sei piuttosto prevedibile, sai? - non distolgo lo sguardo dal biglietto che tengo tra le mani, e mi limito a sbuffare seccata.
- Anche tu, sai? È piuttosto prevedibile che tu venga a disturbarmi ogni dannatissimo giorno! Che cosa vuoi adesso, Luke? - il ragazzo fa un sorrisino malizioso, e la cosa non mi piace.
- Che domande! Ovviamente sono qui per aiutarti! Cos' è che è fatto di luce ma racchiude l'ombra? - mi giro verso di lui, perplessa: come fa a sapere di... ?
- Oh, Carry, dovresti conoscermi ormai: so leggerti nella mente, no? Come Bethany. - sospiro e ripiego accuratamente la lettera, per poi riporla nella tasca dei pantaloni scuri. Decido di cambiare discorso.
- E come sta adesso, Bethany? - dopotutto, so di volerle bene come ad una vera sorella.
- Diciamo bene. Se l'è un po' presa per quello che le hai fatto. - alzo le spalle e mi sistemo meglio vicino al tronco dell'albero. Col tempo ho imparato a non pentirmi delle mie azioni. - Ma non cambiare discorso. Sai, quella lettera, è logicamente qualcosa di importante. Ed io posso aiutarti. - scuoto la testa e lo guardo seria.
- Non è un gioco, Luke, te l'ho già detto. Se aiutarmi significa farci uccidere, io... - non finisco la frase, che lui è davanti a me, con un dito davanti alle mie labbra. Per poco non urlo dallo spavento. Sorride debolmente, rassicurandomi con lo sguardo. Questo, però, non fa che rendermi più agitata.
- Sssht - sussurra, accarezzandomi i capelli - non mi farei mai uccidere per colpa tua, Carry, lo sai. Per una volta, voglio solo fare il bravo fratellino. - non voglio credergli, eppure, disperata, lo faccio. Annuisco e faccio un passo indietro, prendendo le distanze. Stare troppo vicino a lui mi provoca un insieme di emozioni che non riesco a sopportare, tutte assieme.
- Ma tu non sei mio fratello. Senti, Luke, il tuo gioco non mi piace. Io voglio solo trovare mia madre e vivere con lei sulla Terra. - mi sento impotente, perchè so che qualsiasi cosa io dica, non gli farà cambiare idea. Alla fine, devo sempre fare quelli che vuole lui. - Ah, non importa. - dico infatti, rassegnata - A cosa pensavi, tu? Quale tua assurda idea dovrò seguire, questa volta? - sorride, io no. Lo guardo scettica. - Allora?
- Beh, non è un'idea. Dobbiamo andare al confine del bosco. Capirai.
- No, aspetta... io voglio capire adesso! Dove stai andando? Luke! - lo inseguo, dato che ormai ha smesso di ascoltarmi e cammina deciso, senza degnarmi di uno sguardo. Luke è fatto così: riesce a farmi fare le cose più assurde senza nemmeno usare giochetti psichici. Mi da sui nervi. Lo raggiungo in fretta, ma non dico più nulla perchè so che sarebbe inutile. I rumori del bosco, in quel momento, sembrano amplificati. Il vento, gli animali, e il silenzio. Un silenzio che mi fa scoppiare la testa, un silenzio rumoroso che cerca in tutti i modi di dirmi qualcosa. Ma non lo ascolto.
- Alexia e Bethany ci stanno seguendo. - sussurra ad un certo punto lui, continuando a fissare davanti a sé, imperturbabile. Mi volto per un attimo, e sento un rumore di foglie schiacciate e rami spostati. Sorrido, ma cerco di non darlo a vedere. - Adesso, se non le smascheriamo, si crederanno brave a giocare agli agenti segreti. Glielo dici tu o io? - questa volta rido senza farmi problemi, e scuoto la testa.
- Ma dai, lasciale sognare! - più avanti, diversi rumori confermano la presenza di Bethany e Alexia, ma in quei momenti cerco solo di non ridere e di stare calma.
Camminare fianco a fianco con Luke mi provoca un senso di inquietudine di cui non conosco il motivo. In lontananza, poi, riesco a vedere un piccolo stagno che può quasi essere scambiato per un laghetto, e vicino ad esso, si trova un grande muro apparentemente di pietra. Mi vengono i brividi.
- Eccolo. - sussurra. Non sorride come fa solitamente quando è felice di avercela fatta, e questa cosa mi preoccupa. - Il Confine. Stai attenta. Tra poco escono. - mi volto istintivamente verso di lui, gli occhi sbarrati e persi.
- Escono? Bethany e Alexia? - sorride amaramente, e finalmente si gira a guardarmi. Tutto dentro di me si agita: sento che la miriade di emozioni che provo stanno per esplodere, ma qualcosa le precede. Lo stagno. L'acqua si alza e diventa luminosa, dorata, lanciando schizzi ovunque.
- No. I Brividi. Sono fatti di luce... - ormai lo stagno non è più solo acqua, ma anche oro. Osservando più attentamente, mi accorgo che l'acqua dorata si muove, e finalmente capisco cosa sono i Brividi. Sono i piccoli serpenti che si muovono l'uno sopra l'altro, con il solo risultato di un rumore di piccoli tuffi in acqua continuo, incessante. - ... e racchiudono l'ombra.
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So che questo capitolo è corto e che non è un granché, peró nel prossimo accadono molte cose, e non volevo concentrarle tutte assieme. Continuate a dirmi cosa ne pensate,
Emma.
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