20. Dopo tutti questi anni

La donna ride in modo teso e scuote la testa, senza scomporre la sofisticata pettinatura che porta sulla testa coperta di capelli tendenti al grigio.

- Non sei l'unica a pensarla in questo modo, ragazzina. Anche molte di noi la pensano come te, ma io non sono tra queste. Vedi, non avrete alcun motivo per trascinarci in guerra, e anche se ci attaccaste, noi siamo pronte. E forti, più di voi. Per quanto numerosi possiate essere e per quanto possiate essere forti, due guerre-contro di noi e contro Satana-non riuscirete mai a sostenerle. - si volta verso le altre streghe attorno al tavolo e fa un cenno con il capo ad una di loro che non riesco ad interpretare. - Fatela entrare. - dice, per poi rivolgere un altro sorriso a me ed a mio fratello. Io mi volto automaticamente nella sua direzione, ma lui fissa nervoso con insistenza la donna che ci sta di fronte. Si tortura le unghie mal ridotte della mano sinistra con i denti, mentre con la destra raggiunge silenziosamente la mia per intrecciarci le dita e stringerla. Faccio lo stesso, e solo quel piccolo gesto da parte di mio fratello, inaspettatamente, mi rassicura. Non che l'ansia sia sparita, ma è come se l'enorme pressione che poco prima avevo sul petto ce la fossimo divisa, dimezzandomi l'angoscia.

Quando da una porticina sul fondo entra nella stanza una gabbia di vetro molto simile a quella che Megan aveva utilizzato per rinchiudere il cucciolo di Guardiano, il cuore mi sale di nuovo in gola e il petto ricomincia a farmi male. Dietro alla cupola di vetro c'è una donna di mezza età, con dei lunghissimi capelli neri lisci come i miei. Gli occhi stanchi sono cerchiati da profonde occhiai e la pelle bianca copre appena le ossa sottili. I lineamenti e i movimenti sono aggraziati, seppur molto affaticati. La donna davanti a noi ci regala un largo sorriso, mostrando i denti bianchi. Rhon affonda le unghie nel mio palmo, e io mi volto nella sua direzione nuovamente, presa alla provvista. Poi mi porto la mano libera alla bocca, capendo il motivo di quel silenzio carico di tensione. Quella nella trappola di cristallo è nostra madre.

- Nathalie, guarda che cosa ti abbiamo portato - sussurra ancora la donna con i sottili occhiali argentati, sospingendo bruscamente me e Rhon verso la gabbia. - traditrice. - dietro alla sottile barriera trasparente che ci separa, mia madre alza con fatica lo sguardo, e quando ci riconosce, si mette a gridare parole che noi non udiamo per colpa del vetro. Probabilmente non è del vetro normale, ma qualcosa di incantato dalle streghe.

- Cosa le avete fatto? Non ha fatto nulla di male! Come potete essere mostri del genere... - la donna mi zittisce con un gesto della mano, togliendomi letteralmente la capacità di parlare. Ridacchia aspramente, compiaciuta, per poi fare un altro piccolo pazzo verso di me con superiorità.

- Senti chi parla, la figlia del Mostro per eccezione, che si diverte a rovinare la vita agli umani. - lancia un'occhiata veloce in direzione di Nathalie, nostra madre, per poi rivolgersi nuovamente a me e a Rhon. - La vostra è una razza di mostri.

- Ma voi non siete noi. - mi sorprendo nel sentire parlare mio fratello, con la voce vagamente acuta: è rimasto tutto il tempo in silenzio, tenendomi saldamente la mano sudata. - Sei noi siamo mostri, siamo senza cuore, voi non dimostrate altro che non siete da meno. Punire nostra madre non cambierà le cose. Tenerla lontana da noi non vi servirà a nulla. Forse nostro padre farebbe una cosa del genere, ma da voi, la nobile razza delle streghe del Nord, mai me lo sarei aspettato. - rimango sorpresa dalle sue parole, ma m perdo ancor di più nello sguardo sognante con cui nostra madre lo guarda: è fiera di lui. Quando mi sembra che Rhon sia riuscito a l'anziana donna davanti a noi, interviene un'altra voce.

- Non sono d'accordo - è Luke a parlare, per questo io cerco di bruciarlo e incenerirlo con lo sguardo, ma mio fratello si mette tra me e lui, bloccandomi al visuale di proposito. - la punizione, non è da mostri, non è mostruosa quando è impartita per una giusta causa. La vostra non è una giusta causa, penso che le azioni di questa donna - indica Nathalie - siano state con amore, o perlomeno con amore. Non deve essere torturata per questo, ma piuttosto il Diavolo dovrebbe. Tutto quello che fa, lo fa solo per l'unica emozione che è in grado di provare: l'odio. - mentre io ho gli occhi fissi su di lui, Luke non mi degna di un solo sguardo fino alla fine del discorso. Alcune donne commentano le loro esposizioni, formando un brusio generale che si ferma solo ad un gesto solenne della mano della vecchia con gli occhiali d'argento. Mi indica con fare accusatorio, puntando in grinzoso dito verso di me, ad un paio di centimetri dalla mia fronte.

- Non illuderti in una tregua, Carry Dawson, non illuderti. Questo è solo per dimostrare la nostra superiorità di pensiero e di umanità.- dentro di me ridacchio, ma nella realtà asserisco ed assumo un'espressione rigida e comprensiva. Poi, aprono la gabbia, e Rhon corre ad abbracciare nostra madre, mentre io sto ferma dove sono, non sapendo come comportarmi. Sono passati quasi undici anni dall'ultima volta che l'ho vista. A dieci anni ho smesso di ricevere sue lettere o notizie della Terra, e adesso è di nuovo davanti a me. Più gracile, anziana e debole, ma è sempre lei, nel suo fascino misterioso nella pelle lattea e gli occhi e i capelli scuri.

Appena ha finito di abbracciare mio fratello, si avvicina con un sorriso amorevole sulle labbra. Provo a ricacciare indietro le lacrime che mi pungono gli occhi, ma non ci riesco. Mi stringe in un abbraccio materno che ho aspettato per anni.

- Andrà tutto bene... - mi sussurra con la poca voce che le è rimasta, accarezzandomi i capelli e, per una volta, sono convinta che si risolverà davvero tutto.


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