19. O con Lui, o contro di Lui
Seduta sul letto di Ashley, osservo alcuni disegni sul suo comodino. Sono tutti di animali, e sono fatto molto bene. Mi chiedo se li abbia fatti lei o magari una persona che le sta a cuore. Sfioro con delicatezza il ritratto di un'aquila che scende in picchiata verso chissà che cosa.
- Non toccare. Quello è mio. - Ashley entra con un panno umido tra le mani, e si avvicina a me senza degnarmi di uno sguardo. - Allora ti sei svegliata. – alza lo sguardo pieno di odio verso di me e mi fa segno di sdraiarmi. - Erano tutti in pensiero per te.
- Li hai fatti tu? - indico i disegni, soffermandomi ancora una volta sul disegno raffigurante l'aquila e poi la guardo negli occhi, noncurante delle sue parole. Se solo ho capito una cosa di questa ragazza è che non bisogna dar peso alle sue parole. Lei mi fa segno di no con la testa e mette il panno umido sulla mia fronte.
- Mia sorella. Le piace disegnare, ma nostra madre la considera una perdita di tempo. Amber, mia sorella, dice di detestarla, e in effetti io non posso darle torto. Solo che sono io la maggiore, io devo essere quella diligente, la più brava. Ma per mia madre esiste solo Ace. Soltanto lui. Pare abbia una dote innata nel fare della magia e nelle arti curative. Nostro padre ci ha abbandonati quando ha scoperto cosa erano in grado di fare nostra madre e Megan. Adesso voi. Tua madre è arrivata e ha incasinato ancora di più le cose coltivando un amore illecito con... con...
- Ashley, nessuno di noi ha avuto un passato tutto rose e fiori. Sta per scoppiare una guerra. Forse mia madre verrà uccisa da un Circolo di streghe pazze. Non so a cosa tu volessi arrivare con questo discorsi, ma sei riuscita solo a farmi capire quanto tu sia egoista. - non so da dove nasca tutta questa rabbia, ma so che quello che le ho detto non ha nulla a che fare con il suo discorso, ma con la situazione in cui ci troviamo. Mi alzo in piedi, ma mi fermo quando vedo delle lacrime percorrerle le guance. Mi osserva come se fossi un mostro.
- Egoista? Tu sei egoista, tua madre è egoista, tuo padre è egoista. Siete tutti della stessa razza, non posso che dar ragione alle streghe del Circolo. Tu mi stai dando dell'egoista... ma non sai nulla di me e dei miei fratelli. - la ignoro e la supero con una spallata, per poi fermarmi e, senza voltarmi, risponderle.
- So che i vostri nomi iniziano tutti con la A. - detto questo, esco chiudendomi la porta alle spalle. Il corridoio in cui mi ritrovo è lo stesso in cui siamo passati per andare nello studio, perciò riesco ad orientarmi. Scendo le scale per arrivare in soggiorno, dove, come previsto, ci sono tutti, la piccola Amber compresa. C'è anche quella che intuisco essere sua madre, cioè mia zia. Lo capisco dai lineamenti identici a quelli del piccolo Guardiano la prima volta che l'ho visto, solo che questa volta non sorride, sembra avere il viso così corrucciato da non aver mai sorriso in vita sua.
- Carry, mancavi solo tu. - dice la sua voce, più dura e distaccata di quanto immaginassi. Le rivolgo un sorriso tirato e vado a sedermi di fianco ad Alexia. Vorrei parlarle e chiederle come mai ce l'abbia ancora tanto con me, ma non mi sembra il momento. Tutti gli occhi sono puntati nella mia direzione. - Allora - continua la donna di fronte a me, avvicinandosi di un passo e squadrandomi dalla testa ai piedi. - il Circolo vuole vedere te e tuo fratello. Non aspettatevi un caloroso benvenuto. -
Non so neanche che cosa sia, un caloroso benvenuto.
- Seguitemi, il mio autista ci sta aspettando fuori. - continua, dirigendosi con risolutezza verso la porta d'ingresso. Si alzano tutti tranne Ace, Amber e Megan.
La macchina fuori è scura e sembra molto costosa, ci sediamo sui sedili posteriori in silenzio. Bethany mi si siede sulle ginocchia, ed al mio fianco c'è Luke.
- Non credi che dovremmo parlare? - gli domando senza guardarlo negli occhi e fingendo invece attenzione per il paesaggio fuori dal finestrino. Lo vedo con la coda dell'occhio scuotere leggermente la testa.
- No. Non credo. - Bethany tra le mie braccia ridacchia ed inizia a giocare con i miei capelli. Nell'auto nessuno osa proferire parola, e si crea un silenzio imbarazzante. Sono sempre più convinta di essere riuscita a farmi odiare da tutti tranne che da Beth e Rhon. Alexia e Ashley mi hanno detto la stessa cosa, anche se Rhon mi ha rassicurata dicendomi che si sbagliano. Ma... e se avessero ragione, se fosse lui ad avere torto?
Il viaggio in macchina non dura molto, dopo circa mezz'ora siamo davanti ad un grande palazzo e l'autista ci informa che siamo giunti a destinazione. Dentro c'è un'enorme salone dal soffitto altissimo, raffigurante diverse figure umane, angeli ed anche demoni in guerra. Sul fondo della sala si trova una rampa di scale coperta da un lunghissimo tappeto rosso. La madre di Ashley ci invita a salire, e così facciamo.
Dopo diverse rampe, ci troviamo in un lungo corridoio, di cui non riesco nemmeno a vedere la fine. Ci conduce ad una stanza con una grande porta di legno intagliato. Una volta entrati, vediamo un grosso tavolo, che è quasi l'unico mobile della stanza.
- Margareth, ci hai portato dunque i figli di tua sorella? - domanda un'anziana donna con stizza. Porta due piccoli occhiali argentati sul naso, si alza e si avvicina per squadrare uno per uno Alexia, Luke, Rhon, Bethany e me. - Chi sono tra questi? - ci indica tutti quanti con un dito bitorzoluto, sul quale porta un enorme anello con incastonata una pietra nera. Appena Margareth fa per aprire bocca io faccio un passo avanti, in direzione dell'anziana.
- Io mi chiamo Carry. Carry Dawson, e lui è mio fratello Rhon. - lo indico con un gesto veloce della mano. - Voi considerate noi e mia madre una minaccia per il vostro popolo, ma in realtà non avete altro che paura dell'inevitabile: una guerra. Quella che voi chiamate la nostra razza, quella dei figli del Diavolo, scatenerà una guerra, e voi non ne sarete escluse, se è questo che sperate. Chiederanno a tutti eccetto che agli angeli di prendere parte: la nostra, di opposizione a nostro padre, o la sua stessa. O sarete con lui, o contro di lui. -
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