17. Bugie e tradimenti
Ace torna senza Bethany né la nonna, e la cosa mi preoccupa non poco. Lo vedo cupo in volto, sedersi al mio fianco sul divanetto nero del soggiorno. Quella casa, il suo viso triste, tutto in questo momento mi ricorda la morte. Fredda, dura, penetrante. Eterna. Un altro brivido (il millesimo, nell'ultima manciata di minuti) freddo e di paura mi percorre tutta, fino all'ultimo dei miei capelli.
- Che cos'è, quella bambina? - io, Luke e Alexia ci scambiamo uno sguardo preoccupato.
- Perché, cosa è successo? - domando di rimando, senza rispondergli. Il suo sguardo che solitamente schernisce il mondo, ora è distaccato, forse anche impaurito. Anzi, di sicuro. Sembra non voler dire nulla, ma magari sta solo cercando le parole migliori per raccontarci quello che è successo. Ma io sono troppo curiosa e ansiosa. - Allora? - lo incalzo, avvicinandomi maggiormente al ragazzo. Lui si gira verso di me e mi guarda, tagliente e feroce, ma anche spaventato e titubante.
- Avevamo quasi finito di curarla, - inizia a raccontarci - finché lei non ha iniziato a dare fuori di matto, dicendo di non toccarla, che tanto sarebbe sopravvissuta. Quando ha parlato, so bene che non era lei. Qualcun'altro è in grado di comandare una parte del suo cervello. Chi è, il Diavolo? È lui che la manipola a suo piacimento? - mi alzo i piedi e lo afferro per le spalle, scuotendolo con forza.
- Cosa sta succedendo adesso, là sotto? Cosa è successo a Bethany? Sta bene? - Ace sbuffa, rassegnato alla mia testardaggine nel voler scoprire la verità e nel non voler rispondere alle sue domande, per non perdere tempo. Mi accompagna giù, ovviamente con al seguito tutti gli altri. La bambina dai boccoli biondi è addormentata nella gabbia di vetro dove prima c'era il "cucciolo di Guardiano", e adesso invece ci sono addirittura due Bethany. Una è sveglia e guarda la sua gemella dormire. Mi volto allarmata verso la nonna, che guarda compiaciuta la scena, senza essersi nemmeno accorta della nostra presenza.
- C-come mai...? - Ace invece sorride e le si avvicina. Io, nonostante abbia comunque paura e sia ancora preoccupata, quel suo cenno mi rincuora.
- Sei riuscita a calmarla, alla fine. - dice, avvicinandosi con passo sicuro alla gabbia di vetro. Si rivolge all'anziana strega, che annuisce, ricambiato il sorriso con soddisfazione. Io ancora non capisco cosa stia succedendo. - E vedo anche che hanno fatto amicizia, i due. - fa un cenno verso la gabbia, con un'espressione compiaciuta in volto.
I due?
Guardo per un'ultima volta Bethany, per poi girarmi verso Ace in cerca di risposte, sempre più confusa. - Quel bambino può cambiare firma a seconda di quello che vuole, no? - annuisco - Probabilmente trova interessante la bambina, perché ha preso le sue sembianze. Ora, finché sono calmi e sappiamo che non possono ucciderci, andiamo di sopra: Megan vi deve parlare di una cosa.
- Megan? - domando ancora una volta, ma questa volta lo irrito, e lui non risponde, e mi supera con passo sicuro, risalendo, per almeno la ventesima volta in quel giorno, le scale.
Al primo piano ci sono quattro camere da letto e un vasto studio. Noi siamo in quest'ultimo, seduti di fronte ad una scrivania di legno massiccio e antico. Intorno a noi ci sono scaffali pieni di libri di ogni genere, dalle storie per bambini alla narrativa storica, o scientifica, ma ci sono anche diverse opere letterarie. Non ho mai amato i libri. Sono più una tipa da film dell'orrore o da mostre d'arte che da libri. Alexia legge tantissimo, fin da quando l'ho conosciuta, ogni sera, almeno prima della nostra partenza, leggeva. Non so cosa ci provasse, non so perché amasse tanto farlo, ma a me lei andava bene così. Era una fonte inesauribile di racconti e di conoscenza. Lei ammira gli umani, le loro culture e le loro diversità. Delle volte mi raccontava di voler scrivere e pubblicare un libro, sulla Terra, per raccontare di noi, nel nostro mondo, dell'Inferno. Io non ho mai avuto la passione della scrittura o della letteratura, ma ammiro da sempre Alexia. La sua forza di volontà.
Megan, che si è rivelata essere la nonna, mi riscuote dai miei pensieri stando dall'altro capo della scrivania, con la sia aria burbera e autoritaria, per mantenere le dovute distanze.
- È giunto il momento - dice, cercando forse di nascondere un velo di tristezza e delusione che le trapassa il viso. - di dirvi la verità, Rhon e Carry. Il Circolo sa bene dov'è vostra madre da molto tempo. - sospira e distoglie lo sguardo, fingendo interesse nel vecchio taccuino aperto posto al centro del piano davanti a lei. Mi giro a guardare Rhon, al mio fianco, che però non ricambia e rimane come incantato, ancora più deluso e amareggiato di me. Lui ha vissuto con quelle persone per una vita intera, per poi scoprire che la sua ricerca non è servita a niente, perché loro sapevano già dove fosse sua madre. Lo vedo stringere con ancora più forte i braccioli della sedia di legno. Lo vedo iniziare a tremare dalla rabbia, ma lascia finire Megan di parlare. - Non fraintendetemi, anzi non lo hanno detto per paura che saremmo poi andati a cercare vostra madre. Mia figlia... - inizia anche lei a tremare, e le vedo una lacrima scorrere lungo il viso, persa in freddi e bui ricordi che uccidono e sospendono con un filo il presente. La sua voce, benché incrinata dal pianto, continua a parlare - Hanno parlato di una punizione. Ci hanno detto che se voi... voi che siete figli suoi e del Demonio riuscirete a liberarla, dimostrando che i figli del Diavolo hanno un lato umano, non dichiareranno guerra al vostro mondo maledetto.
- Ci sarà comunque una guerra. Se le streghe non ne saranno coinvolte, ci sarà comunque tra padre e figli. - interviene inaspettatamente Luke, anche lui a testa bassa e con tono arrabbiato. Si alza a guardarci. I suoi occhi quasi bianchi si illuminano e mi sorride. È Ramon. - Tu con chi ti schiererai, Carry?
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