15. La casa delle streghe
Un altro pranzo saltato. Il mio stomaco comincia a risentirne, e Bethany anche. Continua a mandare occhiate piene d'odio verso Ashley. E non posso certo darle torto: non può certo saltare fuori all'improvviso e dirci di seguirla. Oltretutto, se non erro, essendo la figlia della sorella di mia madre dovrebbe essere mia cugina.
Siamo seduti attorno al tavolo accogliente di una cucina, dove Ashley sta mostrando dei fogli pieni di linee e cerchi a Rhon.
- Ashley. - dice una voce alle nostre spalle, proveniente dalle sue spalle. - Chi sono loro? - la strega alza il minimo indispensabile lo sguardo sul ragazzo che ha parlato, per poi tornare ad esaminare le carte che tiene tra le mani.
- Dei miei... amici, per così dire. - risponde senza nemmeno guardarlo in faccia.
- Tra cui c'è Rhon. "Scomparso subito dopo la madre due mesi fa", giusto? E poi Carry, "bambina morta in circostanze misteriose all'età di cinque anni"... oh, Luke! Povero umano strascinatosi negli Inferi di sua spontanea volontà! - il ragazzo sposta gli occhi blu-gli stessi di Ashley-nuovamente sulla ragazza, scettico. - "Tuoi amici"... Ash, che cosa... vorresti nascondermi?
- Non ti riguarda. È una cosa che devo fare da sola, e ricorda... - il ragazzo la interrompe bruscamente.
- "...che sono io la maggiore", come non ricordarlo. - si avvicina e si siede tra me e Alexia, rivolgendosi ad entrambe. - Scusatela, ha sempre paura che qualcuno metta in dubbio la sua autorità... solo perché è un'incapace.
- Ace! - Barbie si alza bruscamente dalla sedia, facendola finire a terra. - Piantala, esci immediatamente! - Ace si alza con un sorriso malizioso sulle labbra. Mi sorride e mi strizza l'occhio.
- Ma certo sorrellona, come vuoi tu. - ed esce regalandoci una risata cristallina prima di
varcare la soglia della porta. Ashley è paonazza: i suoi capelli non sono più tanto perfetti, e gli occhi blu fissano ancora furiosi il punto dove è scomparso Ace. Alexia scoppia a ridere.
- Sei proprio una sfigata! - le urla, ma Barbie pare non starla a sentire: presto si sistema i capelli e torna alle scartoffie sparse sul tavolo. Io sono impegnata a tenere a bada gli istinti omicidi che Bethany ha verso Ashley, mentre Luke scrive o disegna qualcosa su un foglio di carta.
Tutto questo dura pochi minuti, perché poi sento uno strano rumore proveniente dal soggiorno. Sento una porta che si apre, o che viene scassinata. Poi sento cadere qualcosa a terra, e mi alzo di scatto.
- Avete sentito? - domando. Tutti mi guardano perplessi, come se fossi diventata pazza. Raggiungo a grandi passi la porta che collega il soggiorno alla cucina, e vedo una figura nascondersi dietro al divano.
- Ma cos...? Chi è? - il tono della mia voce era sicuro, non avevo idea da dove venisse tutta quella determinazione. Ashley mi raggiunge poco dopo, proprio mentre una donna alta e snella si mostra e ci guarda intimidita. È una donna sulla quarantina: porta un completino da lavoro verde decorato da fiori neri di pizzo, i piccoli occhiali dorati sulla punta del naso, ed i capelli biondo spento sono raccolti in un impeccabile chignon.
- Mamma? - domanda Ashley, con diffidenza. - Avevi detto che non saresti tornata prima delle 9.00... - la donna ridacchia istericamente e stringe con forza la borsetta verde scuro che tiene tra le mani.
- C'è stato un cambio di programma, non sei contenta tesoro? - Ashley alla parola tesoro fa un passo indietro spaventata, ma poi mi guarda e rotea gli occhi, fino a farci segno di seguirla.
- Venite: la nonna vi aspetta. - arrivati davanti a una porticina di legno vecchio e scuro, ci annuncia che dobbiamo entrare. Nonostante le proteste di Luke, Bethany e Alexia, Ashley è irremovibile sul fatto che solo io e Rhon abbiamo il permesso di entrare. Né io né lui ci opponiamo a questa decisione.
Dopo la porta ci sono delle ripide e strette scale, che portano ad un'enorme stanza grande quanto il soggiorno. Inizialmente mi sembra una stanza normale: diversi libri sugli scaffali, un tavolo con delle sedie al centro e una minuscola e vecchia televisione in un angolo della stanza. Solo dopo qualche istante mi accorgo dei barattoli pieni si cose assurde su altri scaffali sulla parete destra della stanza. Uova di lumaca, scaglie di drago... e "mani di figlio del Diavolo". Mi tappo la bocca e indico il contenitore a mio fratello, che cerca di rassicurarmi prendendomi la mano.
In fondo alla stanza c'è una ragazzina di un paio d'anni in meno di me, che appena ci sente arrivare si gira e nasconde qualcosa dietro la schiena. Ashley pare non farci caso, e le mostra la rampa di scale che abbiamo appena percorso.
- Ash. Mamma. - china leggermente il capo per salutarle, per poi passarmi a fianco senza degnarmi di uno sguardo. Oltre il grosso tavolo al centro noto solo adesso un'anziana signora, intenta ad esaminare delle pietre, che io catalogo come semplici biglie colorate. Ci sediamo di fronte a lei, aspettando una sua reazione.
- Carry, eh? Ah, si... anche Rhon... i fratelli Dawson, dunque. - Non ci guarda, ma continua ad esaminare le pietre arrotondate. - So perché siete qui. Vi aiuteremo, tutto il nostro Circolo lo farà. - si interrompe un attimo per trarre un profondo respiro. - Ma... noi non potremo nulla contro ciò che dovrete affrontare voi... noi ci limiteremo a difendervi... dalle creature come lei. - indica con in dito bitorzoluto la madre di Ashley. Tutti ci scambiamo uno sguardo perplesso, finché la donna anziana non si alza e mostra a tutti noi i suoi occhi... completamente bianchi.
- Prustra! - grida sabbiosa, dando origine a un'esplosione che scaraventa all'indietro la donna dal vestito verde. Poi la nonna si gira verso di noi. - Correte di sopra. Ashley, questa non è tua madre. - faccio appena in tempo a capire quello che è appena successo, che sento dei vetri rompersi al piano superiore. E poi il grido disperato di Bethany.
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