14. Ashley
Fa freddo. Più freddo di quanto in realtà non abbia mai sentito. Per le strade la gente va e viene, un gruppo di ragazzine passa ridendo e parlando del ballo che ci sarà a scuola a Natale. Un cane abbaia, una macchina passa. Quante cose non ricordavo, quante cose sono cambiate. Tutta quella gente, i rumori, la luce fioca del sole che si fa strada tra la neve, senza mai scioglierla. Nessuno mi conosce, sa chi sono o cosa faccio. Lì sono solo una su sette miliardi di persone. Poi, dall'altro lato della strada, una bambina indica nella mia direzione allarmata gridando un: "Quella ragazza ha gli occhi rossi!". Faccio per coprirmi il viso, scappare, voltarmi. Ma la madre della bambina mi guarda e sorride alla piccola.
- Sono lenti colorate, tesoro. - ma i bambini, si sa, con la loro innocenza e ingenuità, vedono sempre la verità che agli occhi degli altri è invisibile. La bambina continua a fissarmi stranita, e io provo a sorriderle. Lei ricambia il sorriso, e mi fa ciao con la mano.
Ricambio il saluto, incerta, per poi girarmi verso Rhon. Prima di uscire non l'ho nemmeno guardato negli occhi. Non sono più rossi, ma verdi, lenti che camuffano occhi dal colore del sangue. Mi copro il volto, colta dalla vergogna e dandomi della sciocca per non aver pensato la stessa cosa. Luke si avvicina e me lo scopre, con un brusco movimento della mano. Lo guardo perplessa, rossa in viso.
- Piantala. Sei bellissima anche se non lo vuoi far vedere. - stringo i pugni e scuotono la testa.
- Piantala tu. - gli rispondo, ma non conosco il vero motivo di quelle parole. Alexia mi evita. Luke ha degli scatti rabbiosi. Demon se n'è andato. Pare che non sia l'elemento migliore all'interno del gruppo. Mi sento uno schifo.
Appena il mio sguardo si posa sull'enorme pizza sull'insegna di un ristorante, però, il mio cervello accantona istintivamente quei pensieri e si concentra sui crampi che non mi ero resa conto tormentassero il mio stomaco. Bethany guarda nella mia stessa direzione speranzosa.
- Ho fame! - urla infatti, alzando i furbi occhi verdi verso Rhon. Lui mi guarda e annuisce, mettendosi una mano sullo stomaco.
Il locale è più caldo, non come l'Inferno, certo, ma più caldo che in strada. Ci sediamo in un tavolino vicino alla vetrata che dà su High Street. Dopo aver ordinato della pizza tiro nuovamente fuori la lettera.
Se verrai o no, della tua scelta io conto terrò.
Non puoi scappare, nel cerchio devi stare.
La mostro a mio fratello senza aprire bocca. Lui la afferra e la studia per qualche minuto. Intanto, con un sospiro, mi volto a guardare Alexia, che pare non abbia ancora intenzione di rivolgermi la parola.
- Rhon! - un urlo acuto ci fa girare tutti verso l'entrata, dove una graziosa ragazza dai capelli biondi e gli occhi blu si incamminava verso il nostro tavolo. - Tu sei Rhon, vero? Ma certo che sei tu! Dove sei stato negli ultimi mesi? È da un po' che non vedo né te né tua madre! - il mio sguardo ora è fisso su Rhon. Lui però fissa la ragazza, con bocca e occhi spalancati.
- Ashley... - a sentire il suo nome la ragazza esulta, correndo da lui e soffocandolo con un abbraccio. Quando si stacca, si accorge finalmente della nostra presenza e ci guarda come se fossimo alieni.
- E questa chi è? - domanda finalmente Alexia, alzando gli occhi scuri dalla rivista che sta leggendo al suo posto, di fianco alla piccola Bethany. La ragazza sembra offesa, e la trafigge con i suoi occhi blu zaffiro. Sembra una barbie: il fisico perfetto, i lunghi boccoli biondi e degli occhi magnetici.
- Lei è... - mi guarda per un attimo, senza essere sicuro di cosa dire. Lo incito con un gesto della mano ad andare avanti. - mia cugina Ashely, figlia della sorella di mia madre. - Barbie sorride soddisfatta, per poi indicarci tutti e rivolgersi nuovamente a mio fratello.
- E loro chi sono? - Luke a quella domanda sorride, e la cosa mi preoccupa.
- Dei miei amici. - risponde, ma di tanto un tanto si gira a guardarmi in modo nervoso e agitato.
- E io sono la sua ragazza, tesoro. - sentenzia Alexia, e tutti la guardiamo pietrificati. Lei ricambia, maliziosa. - Ma certo, ragazzi, non guardateci così, volevamo dirvelo... - si alza e cammina con passo lento e deciso verso la sedia di Rhon, dalla parte opposta del tavolo. Passa davanti a Barbie e le rivolge un sorriso a trentadue denti, prima di sedersi elegantemente sulle ginocchia di mio fratello. Guardo la scena con la bocca spalancata, e mi riprendo solo quando Ashley apre di nuovo bocca.
- Sembri un barboncino. Mio cugino non si metterebbe mai con un barboncino. - a Luke scappa una risata che trattiene subito, mentre Bethany si alza e solleva la sua sedia con entrambe le mani. Mi tappo la bocca e corro a fermarla prima che la scaraventi contro Barbie.
- E questa bambina chi è? Perché vi portate dietro una mocciosa? - domanda la biondina con disgusto. Rhon non sa cosa rispondere.
- È la mia sorellina - intervengo improvvisamente, abbracciando Bethany con un sorriso esagerato sulle labbra. - Mia madre oggi lavora allora l'ho portata con me. Bethany però la guarda furente, e afferra con un gesto fulmineo della mano la saliera al centro del tavolo.
- Non farlo Beth, lei è... - fa per dire Rhon, ma la bambina è più veloce e lancia il sale dritto negli occhi di Ashely... no. I granelli di sale rimangono sospesi a mezz'aria, a qualche centimetro dal viso perfetto di Barbie, per poi ricadere a terra. - una strega. - conclude mio fratello, troppo tardi.
- Esatto. - continua scuotendo la chioma bionda Ashley. - Dementi. Credevate che io non sapessi chi siete? Che non sapessi chi fosse Carry? - mi indica fulminandomi con lo sguardo. - Idioti. So molte più cose di quanto voi non possiate immaginare. Ora, mia madre vuole vedervi. Seguitemi, prima che cambi idea e separi la vostra anima dal vostro corpo. - non ho idea se quella ragazza possa o meno separare la mia anima dal mio corpo. Eppure la seguo in silenzio, onde evitare spiacevoli inconvenienti.
Prima di svoltare l'ultimo angolo prima della casa di Ashely, però, vedo un'ombra. Ma scompare così velocemente che potrebbe essere stato uno scherzo della mia mente.
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