13. Acqua e fuoco

Forse è perché sono in grado di comandare il fuoco. Forse è perché Demon è nelle vicinanze. Fatto sta, che l'acqua non mi sta ad ascoltare. Mi evita, mi gira attorno, si allontana. Non mi era mai successo prima. Esco dalla doccia allarmata, con indosso dei vestiti trovati nell'armadio della camera di mia madre. Semplici jeans, e il destino ha voluto, un orribile maglioncino viola con una scollatura a V orrenda. Per quanto abbia un meraviglioso ricordo di mia madre, a livello di stile dovrei insegnarle qualcosa. Corro al piano superiore, arrivando con il fiato corto. Tutti si girano a guardare nella mia direzione. Perfino la piccola Bethany.
- Demon. - non so cos' altro dire, ma lui appena apro bocca mi rivolge un sorriso. Uno splendido sorriso. Indico in direzione delle scale, tremante. - L'acqua... - si avvicina. È più alto di me, ma non troppo. Allora perché ho la sensazione di essere minuscola a confronto? Mi raccomando di non distogliere il contatto visivo e di non arretrare.
- Non offenderti. Non è che non le piaci perché sei brutta. - il suo sorriso diventa più dolce, in qualche modo. Vorrei sorridere anche io. Cioè, mi verrebbe naturale se non fossi completamente paralizzata. - Al contrario, ti considera troppo bella. - Il mondo scompare, o il tempo si ferma. Non riesco a capirlo con precisione. Ma succede qualcosa di strano. Di sbagliato. O di troppo giusto.
Ci baciamo. Non capisco come, ma succede. E non mi dispiace, il suo bacio. Breve, significativo. Sincero.
Appena il tempo scorre di nuovo e il mondo torna ad esserci, gli tiro uno schiaffo. E mi faccio anche male. Lui no, sorride ancora, più felice che mai, e avvicina la sua bocca al mio orecchio.
- Devo andare. - dice - Si accorgeranno della mia assenza. - non so a cosa si riferisca, ma annuisco lievemente. - Leggi il foglietto. Capirai. - come è davanti a me un attimo, quello dopo non c'è più. Tutti mi fissano sconcertati, con bocca e occhi spalancati. Tutti tranne Luke e Alexia. Luke mi fissa della serie "Te l'avevo detto" mentre Alexia sprizza odio, invidia e disapprovazione da tutti i pori. Mi riprendo e li fisso anche io, scettica.
- Che avete da guardare? È solo un cretino. - E ti innamori dei cretini perché lo sei anche tu? - interviene la vocina acuta di Bethany, sorridendo ingenuamente come suo solito. Sono sicura che pensa realmente quello che ha detto. Scuoto la testa e sbuffo spazientita.
- Io non sono "innamorata" proprio di nessuno.
- Neghi? Ancora? - adesso è Alexia a parlare, più furiosa che mai. - Tu sei PAZZA di lui. Non negare. Piantala! Piantala di fare la principessina timida che non sa che vestito mettersi al ballo o come dichiararsi al suo proncipe! Ma non ti guardi attorno? Non vedi quello che fai alle persone? Fai male, Carry! Fai sempre del male alle persone. Anche se fai l'angioletto, la santarellina, nostro padre rimarrà sempre il Diavolo. E tu sei la peggiore della nostra specie. Potrai incantare Demon o Luke, ma non me. - detto questo, mi supera con una spallata e mi supera, rabbiosa. Dopo tutte quelle parole mi sento malissimo. È davvero questo che sono? Una carta falsa? Sbuffo e mi siedo sul letto bianco in fondo alla stanza.
NO. IO NON SONO QUELLO CHE DICE LEI. LA SUA È SOLO INVIDIA.
Nonostante sappia che i miei pensieri sono fondati, ho l'impressione che Alexia covasse da parecchio tempo del rancore nei miei confronti. Non che la sua amicizia fosse falsa, ma a volte aveva impeti di rabbia nei miei confronti, frasi acide a cui ormai ero abituata. Non ho mai immaginato potessero avere un significato, pensavo fosse solo nervosismo, una cosa passeggera.
- Non è vero. - dice Rhon, sedendosi accanto a me. - Non ti conosco da molto, ma so per certo che non è vero. Quello che ha detto Alexia, intendo. Cioè, non del tutto... - mi volto verso di lui e lo guardo storto.
- Così non mi aiuti.
- No! Non intendevo dire che sei una brutta persona, solo... che anche secondo me Demon non ti è indifferente. - lo guardo negli occhi. Sorrido tristemente, accorgendomi improvvisamente di tutto. Riesco a sentire e toccare la realtà. Mio fratello, il mio vero fratello, è qui accanto a me e sta cercando di consolarmi. Non posso non apprezzarlo.
- Hai ragione, Demon non mi è indifferente. Ma mi ha fatto anche molto male in passato. Perciò non mi fido completamente di lui. - sorride, ma sembra una risata cattiva.
- Fai bene. - dice, ma non aggiunge altro. Si alza, mi guarda un'ultima volta, ed esce anche lui dalla stanza. Bethany ride. Luke no. Mi guarda, non arrabbiato, forse ferito, ma non riesco ad interpretare la sua espressione.
- Allora, chi è che aveva ragione? - sorride, si sforza di sorridermi, ma so che questa cosa non gli va a genio. Sospiro e mi sistemo più comoda sul letto.
- Tu. - dico, per farlo felice. Ama sentirsi dire che ha ragione. - Avevi ragione. - alzo le mani in segno di resa. - Hai vinto. - Luke sorride, ma non è felice. Mi dispiace, ma non posso farci nulla, purtroppo.
Fortunatamente esce dalla stanza senza che io o lui dobbiamo aggiungere altro. Appena rimango sola, e anche Bethany lascia la stanza, tiro fuori il disegno che ha dato Demon prima di uscire dagli Inferi.
Guardo il disegno della rosa mal riuscito e sorrido debolmente. Lo apro con cautela, stando attenta a non strappare la carta.
Dentro c'è scritto qualcosa, sicuramente non da una bambina. Inizio a leggere:

Avrei voluto scrivere sulla nostra promessa, Carry,

Ma era troppo importante per potermene separare.

Perciò ti scrivo sul disegno che mi regalasti prima che venissimo separati.

Dal tempo, da tuo padre.

Quando ti rinchiusi in quella gabbia, tempo fa, devi sapere che non ero io.

Sarà difficile fidarti della mia parola, oltretutto senza guardarmi negli occhi, ma è la verità.

L'ultima cosa che voglio è il tuo male.

Credimi, sei l'unica cosa che ho la speranza di avere,

Demon.

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