Il bardo ofiuco

-Accendi un sogno e lascialo bruciare in te-

Chuckie stava camminando tranquillo tra le tubature familiari, fiutando l'aria in cerca di qualcosa da mangiare, quando udì quel suono; non capiva le parole, ma una cosa gli era molto chiara: c'erano degli umani nelle fogne, e la presenza di umani significava quasi sempre cibo. Iniziò a seguire le voci, muovendo in fretta le piccole zampe in quella penombra conosciuta.

-Ancora Shakespeare? – disse un'altra voce: Chuckie aveva ormai sentito parlare abbastanza umani da riconoscerne il tono esasperato. -Mi spieghi cosa c'entra con quello che ti ho appena detto? Faremmo meglio a ritornare indietro. Questo posto non mi piace e comunque non è un problema nostro-

-C'entra eccome. Non posso più tornare indietro, non capisci? Questo sogno è diventato parte di me, l'ho lasciato ardere e ora non posso più liberarmene- La prima voce sembrava sempre più vicina: si stava avvicinando alla fonte.

-Sempre con questa sindrome dell'eroe. Guarda che non sei Clark Kent, e questa volta i cadaveri ritrovati saranno i nostri, dentro a questa fogna puzzolente-

-Meglio i nostri che quelli di persone innocenti!-

Chuckie si fermò di colpò all'imboccatura di un largo corridoio, gli occhi abbagliati da un cono luminoso: li aveva trovati. I due bipedi si erano fermati e ora stavano in piedi sulle zampe posteriori, uno di fronte all'altro.

-Anche noi siamo innocenti! - replicò il portatore della seconda voce, che era piuttosto basso per la sua razza e leggermente tozzo; aveva una peluria rossiccia e scompigliata che gli ricopriva solo la nuca e, dallo strano tremore dei suoi muscoli, Chuckie dedusse che doveva essere molto spaventato.

-Ma non lo saremmo più, se facessimo finta di niente pur sapendo la verità! - Il portatore della prima voce era più alto di almeno una decina di centimetri e la pelliccia sulla sua testa era talmente nera da confondersi con l'oscurità delle fogne. Il suo fisico era più snello e i muscoli delle zampe anteriori ben sviluppati; a differenza dell'altro bipide, il suo corpo era fermo ed emanava un'aurea di decisione e sicurezza che dissuase Chuckie dal provare ad infilarsi nel suo zaino, nonostante l'inconfondibile odore di cibo proveniente da lì. Rimase quindi nascosto, in attesa del momento opportuno per agire.

-Ma quale verità? - ribatté l'Umano Basso, con una risatina nervosa. -Noi non sappiamo nessuna verità. È solo un'ipotesi-

-Le case delle vittime formavano un cerchio perfetto e queste fogne ne sono il centro. Lo hai visto anche tu, non può essere una coincidenza.–

-Certo che può esserlo! E comunque ti ripeto...-

-Ci siamo quasi- lo interruppe l'Umano Alto, indicando qualcosa sul foglio di carta. -Il centro è poco più avanti. Andiamo-

-Non mi hai neanche ascoltato...- borbottò l'Umano Basso, affrettandosi comunque a seguire il compagno, che si era già avviato lungo il tunnel buio. Chuckie li imitò. Dopo pochi minuti, i due bipedi, improvvisamente molto silenziosi, svoltarono lentamente a destra e poi si fermarono di colpo.

-Oh, mio dio...- sentì la seconda voce sussurrare, tremolante. Quando Chuckie li raggiunse vide un'ampia stanza debolmente illuminata: addossati alle pareti vi erano alcuni mobili ricoperti di fogli e di strani oggetti affilati; c'erano fogli anche appesi ai muri, e al centro della stanza si ergeva un tavolo metallico che sembrava sporco di uno strano liquido rosso scuro. Chuckie non aveva mai visto niente di simile all'interno delle sue fogne: quelli erano oggetti umani.

-Sono loro... le foto delle vittime...- mormorò l'Umano Basso, con un filo di voce, osservando le pareti con gli occhi sbarrati.

-E questi sono... appunti- sussurrò l'Umano Alto, con la voce lievemente più sicura, ma sempre in tono molto basso. -Appunti di esperimenti che...-

-Così mi avete trovato. Bravi-

Chuckie sobbalzò udendo quella terza voce e si voltò: da un piccolo corridoio che si apriva sulla parete opposta della stanza era appena comparso un terzo umano. Una pelliccia grigiastra gli copriva la parte inferiore del muso e una lama scintillante era stretta nella sua zampa destra: nella sua lunga vita da topo, Chuckie aveva imparato a riconoscere gli umani buoni da quelli cattivi, e questo apparteneva decisamente alla seconda categoria.

-Lei- disse l'Umano Alto, stringendo i pugni e ponendosi immediatamente tra il nuovo arrivato e l'amico, che osservava la scena spaventato. -Li ha uccisi lei-

-Sei sempre stato uno spavaldo arrogante- sibilò l'Umano Vecchio, avanzando di qualche passo, con la lama tesa in avanti. -Speravo di essermi liberato di te, quando ti sei diplomato. Invece dovevi per forza immischiarti-

-Lei è un professore!– quasi gridò il giovane -I suoi studenti si fidavano di lei!-

-Sono prima di tutto uno scienziato– replicò l'Umano Vecchio, ridendo. Subito dopo, si lanciò in avanti, agitando la lama verso il ventre del ragazzo; ma l'Umano Alto lo schivò agilmente, saltando verso sinistra, e con un rapido movimento colpì con un pugno il volto del più anziano, che barcollò e sputò un grumo di liquido rosso sul pavimento.

-Tutte quelle ore di educazione fisica ti sono servite, vedo...- disse l'Umano Vecchio, continuando a muoversi in una specie di semicerchio e costringendo l'avversario a spostarsi dalla parte opposta. -Vediamo come te la caverai ora- Con un movimento improvviso balzò a sinistra ed afferrò l'Umano Basso, che gridò e cercò inutilmente di liberarsi, e gli appoggiò la lama affilata alla base del collo.

-Lascialo andare!- gridò l'Umano Alto, ma Chuckie smise improvvisamente di osservare la scena: si era accorto che lo zaino era caduto a terra, semiaperto, proprio tra le gambe dell'uomo più anziano. Senza pensarci due volte, si gettò verso l'oggetto dei suoi desideri, aggrappandosi alla caviglia del bipede e poi fiondandosi dentro l'apertura della borsa. Mentre addentava la carta avvolta attorno al panino al salame sentì l'Umano Vecchio urlare di dolore.

-Maledetto topo!- Con la coda dell'occhio vide l'Umano Alto buttarsi su di lui, approfittando della distrazione, e colpirlo con forza, facendo volare via la lama. Dopo alcuni istanti di colluttazione, l'umano cattivo crollò a terra. Chuckie si irrigidì, vedendo l'Umano Alto chinarsi su di lui.

-Bravo topo- disse il giovane, con il bel volto aperto in un sorriso -Ti sei proprio meritato quel panino-

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