capitolo 47.
Inchiodo al primo posto libero e scendo velocemente per correre dentro l'ospedale.
<<Dinah dove siete?>> dico al telefono <<Secondo piano, sala d'attesa>> appena capisco la posizione metto giù e corro alle scale.
Appena entro abbraccio sia Dinah che Camila.
"Cos'è successo?" chiedo e mi fanno sedere: "Trevis, Trevis è entrato a casa di Normani e le ha conficcato un coltello nella coscia, poi, poi con il sangue sulla lama ha scritto sul muro una frase contro di te, non ci ha detto quale però" quando sento la spiegazione dalla bionda tiro un pugno al muro ricevendo l'attenzione di tutti addosso: "Merda, merda, merda, è meglio che non state più vicino a me, dobbiamo prendere le distanze, se succede qualcosa anche a voi io, io" mi muoiono le parole in gola, come può un essere umano essere così crudele? Perché quel vigliacco non se la prende con me? La vendetta dovrebbe essere solo per me.
Non riuscendo più a sopportare l'attesa esco dalla stanza e dall'ospedale.
Mi siedo per terra di fianco alla porta d'uscita, su una panchina, sfilando il pacchetto di sigarette dal giubotto.
"Ehy Lauren" mi giro alla voce calda di Camila e le sorrido: "Camz, ti prego, vieni qui, abbracciami e non lasciarmi più" rispondo e si avvicina sedendosi sulle mie gambe: "Hanno chiamato la polizia e stanno cercando Trevis, non è tornato a casa e per adesso non ci sono tracce di dove sia andato, so che me lo stavi per chiedere" mi legge nel pensiero e la stringo a me con la mano libera.
Apro gli occhi e guardo la stanza in cui mi trovo riconoscendola subito.
"Buongiorno stronza!" sto forse sognando? Mi giro e vedo Normani in sedia a rotelle spinta dalla sua ragazza: "Oddio Mani!" urlo e corro verso di lei, abbracciandola: "Mi sono presa un'accoltellata per te, adesso dimmi se puoi trovare un'amica migliore di me!" scherza e ridiamo: "Sai, Ally è stata la prima a venirmi a trovare questa mattina, mi ha fatto un sacco piacere, adesso è lì con Camila a parlare" mi giro subito per vederle e le raggiungiamo.
"Jauregay, vedi quello che vedo io?" mi chiede Normani a bassa voce: "Sì Mani, preparati" dico e mi allontano.
"Via!" urlo e iniziamo a far andare le ruote delle sedie a rotelle, stiamo facendo una piccola e tranquilla gara fino alla macchinetta, vinta da Normani.
"Ah stronza, chi è la più forte?" urla la nera e rido: "Tutto culo" ribatto e torniamo dalle altre.
La mattinata e il pomeriggio passano velocemente ed è ora di tornare a casa, mentre Normani rimarrà la notte qua per accertamenti.
"Camz, stai con me?" chiedo e mi avvicino a lei per baciarla: "Va bene amore, c'è Charlotte davanti alla macchina" mi giro e la vedo: "Andiamo" dico alla ragazza davanti a me e, prendendola per mano, ci avvisiamo alla mia Audi.
"Lauren, ti volevo chiedere una cosa, siamo sorellastra e vorrei anche conoscerti meglio, posso dormire da te? Ho paura di tornare a casa, sai, per via di Trevis" chiede diventando un po' rossa la ragazza dai capelli corvini e ridacchio: "Certo che puoi venire, ci mancherebbe, tutti in macchina!" esclama e la apro con il telecomandino.
Quattro e mezza di notte.
Pov Charlotte.
Ho molta paura, sto iniziando a conoscere Lauren ed è una ragazza meravigliosa e sempre disponibile, però ho davvero paura di mio fratello, ha dato una coltellata a Normani Kordei.
T non aveva mai fatto un gesto del genere, si era sempre fermato alle minacce, è per questo che voglio stare vicino a Lauren, così se prova a sfiorarla posso finalmente ucciderlo, odio la persona che chiamo fratello, è diventato un mostro.
Pov Lauren.
"Camz, Camz svegliati, sono le sette, dobbiamo andare a scuola" dico strattonando la spalla di Camila più volte, la mattina è davvero troppo pigra per fare ogni cosa: "Dai Lolo, saranno le sei e mezza!" si lamenta prendendo il cellulare dal comodino che segna 07:03.
Ci alziamo e facciamo tutto abbastanza veloce, doccia, denti, capelli.
Scendo le scale e mi accoglie un buonissimo odore di caffè.
*flashbacks*
"Ricordatevi bambini, non c'è colazione migliore se non quella fatta apposta per voi la mattina!" sento la voce di mio padre da fuori la cucina è entro: "Buongiorno" dicono in coro, mi chiedo dove la prendano tutta questa energia: "Ciao a tutti, papà riesci ad accompagnarmi a scuola oggi? Gli autobus non passano" chiedo e l'uomo mi guarda un attimo per poi prendere il giornale sulle sue gambe: "Va bene piccola mia, voi volete essere accompagnati?" chiede sorridendo e entra mia madre: "No, a loro ci penso io" risponde secca la donna che ha cambiato espressione e in un battito di ciglia: "Va bene, non c'è bisogno di dirlo così" alza la voce il marito e capendo già cosa succederà porto i bambini di sopra.
Metto la musica ad alto volume e iniziamo a giocare insieme, al piano di sotto voleranno insulti e qualche piatto, ma nessuno si farà male, almeno è quello che spero.
*fine flashback*
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