UN UFFICIO TROPPO INGOMBRANTE

Silente non aveva smesso di fissare i suoi luminosi occhi azzurri in quelli freddi e grigi di Lucius Malfoy.
"In ogni caso" proseguì Silente parlando con grande lentezza e scandendo le parole, in modo che nessuno potesse perderne neanche una, "lei si accorgerà che io avrò veramente lasciato la scuola soltanto quando non ci sarà più nessuno che mi sia fedele. E si accorgerà anche che a Hogwarts chi chiede aiuto lo trova sempre".

[Harry Potter e la Camera dei Segreti - J. K. Rowling]



L'unico ambito in cui la professoressa McGranitt si concedeva di uscire dagli schemi era il Quidditch. Era una tifosa sfegatata di questo sport. In particolare le stava molto a cuore che la squadra della sua Casa vincesse il Torneo annuale.
L'anno precedente, dopo aver notato il grande talento di Harry Potter nel volare, gli aveva regalato una delle scope migliori in commercio e lo aveva fatto entrare nella squadra (evitandogli anche una punizione). Inolte, prima delle partite di Grifondoro riduceva lievemente il carico di studio (cosa che non faceva per gli incontri delle altre squadre) e questo la diceva lunga su quanto tenesse al Quidditch.
Quella fresca mattina di aprile si sarebbe disputata la partita Grifondoro - Tassorosso, i giocatori erano già schierati in campo.
Tutto lo stadio restò di sasso quando all'improvviso proprio la professoressa McGranitt entrò di corsa, annunciando con un megafono che la partita era stata annullata. Sopra i fischi e le grida degli studenti accalcati negli spalti, la McGranitt comunicò che tutti dovevano tornare nelle proprie sale comuni.

Solo Harry Potter e Ronald Weasley furono chiamati da parte: la McGranitt li condusse in infermeria, avvisandoli con voce stranamente dolce che avrebbero avuto un grande shock.
Stesa su uno dei lettini dell'infermeria giaceva la loro migliore amica, con gli occhi vitrei.
Anche questa volta l'attentato era stato duplice: insieme ad Hermione Granger era stata trovata pietrificata una ragazza di Corvonero, Penelope Light.
La McGranitt guardò con espressione materna i due ragazzi, chini sull'amica. Dopo qualche attimo li accompagnò fino alla Torre del Grifondoro, annunciando cupamente anche agli altri compagni i provvedimenti che il Preside aveva deciso di adottare. Tutti gli studenti sarebbero stati scortati dagli insegnanti e le attività serali soppresse. A malincuore, spiegò anche che gli allenamenti e le partite di Quidditch erano rinviati a data da destinarsi.
L'espressione angosciata della McGranitt lasciò scioccati tutti i Grifondoro, soprattutto quando la professoressa confidò loro con voce soffocata che probabilmente la scuola sarebbe stata chiusa. Dopo essersi occupata degli studenti, la McGranitt uscì per cercare Silente, tuttavia non riuscì a trovarlo in tutto il giorno. Probabilmente, visti gli ultimi avvenimenti, aveva dovuto recarsi al Ministero.

Silente non si presentò neanche a cena quella sera, confermando le supposizioni della professoressa McGranitt. La strega si diresse quindi nelle sue stanze, con la speranza di dimenticare le preoccupazioni rifugiandosi nella routine della correzione dei compiti. Tuttavia, le aggressioni e l'assenza di Silente l'avevano lasciata in uno stato di ansia che le impediva di svolgere al meglio il suo lavoro. Gli ultimi avvenimenti erano davvero gravi, ormai c'era poco da fare, tutti gli studenti correvano un serio pericolo.
Qualcuno bussò alla porta, interrompendo definitivamente la sua attività. "Avanti" disse con apprensione, sperando si trattasse di Silente.
Le si presentò davanti agli occhi nientemeno che Lucius Malfoy, presidente del Consiglio Scolastico.
"Mi scusi per l'ora, McGranitt" il suo sguardo gelido cadde sulla vestaglia da notte scozzese della professoressa.
"Volevo venire di persona per metterla al corrente di alcuni avvenimenti che la riguardano".
"Allora parli, Malfoy" disse la McGranitt restando indifferente al tono affettato di lui e fingendo una sicurezza che non provava. Lucius Malfoy era il verme più perfido che conoscesse, dopo Salazar Serpeverde in persona.
"Come saprà, i recenti avvenimenti hanno messo a serio rischio l'incolumità degli studenti della scuola" cominciò Malfoy, prendendo il discorso alla larga per gustarsi di più il sapore della vittoria.
"Per questo il Consiglio ha deciso di sospendere Silente dalla carica di Preside. A quanto pare tutti hanno ritenuto che non si sia dato abbastanza da fare". Malfoy osservò con silenzioso godimento l'espressione esterrefatta della McGranitt.
Tuttavia la strega si riprese subito.

"Voi non potete!..." esclamò combattiva. Se avesse potuto, avrebbe fulminato Malfoy con gli occhi.
"Oh sì che possiamo" rispose l'altro, "e tutto il Consiglio si augura che lei faccia un lavoro migliore".
"Cosa vorrebbe dire che devo fare un lavoro migliore, Malfoy?" domandò la McGranitt irata.
"Mi risulta che lei sia la Vicepreside. Dunque, secondo il regolamento, lei fa le veci di Silente. Quindi adesso è Preside. Perlomeno fino a quando non ci sarà un'altra vittima" aggiunse beffardo.
La professoressa McGranitt si erse in tutta la sua statura, raggiungendo quasi l'altezza dell'uomo.
"Scoprirà" disse con orgoglio e fermezza, "di aver fatto un errore madornale, Malfoy. E se è il bene di Hogwarts che le interessa le consiglio di far tornare immediatamente Silente. Ci sono state varie aggressioni, è vero, ma senza Silente è solo questione di tempo prima che ci sia qualche morto".

Malfoy la guardò cercando di nascondere un ghigno sinistro. "Sa professoressa, Silente ha detto una cosa molto criptica oggi... Una delle sue solite frasi insensate: 'Si accorgerà che io avrò veramente lasciato la scuola soltanto quando non ci sarà più nessuno che mi sia fedele'. Ora credo di aver capito a cosa si riferiva" disse osservando la McGranitt, che aveva le guance arrossate per la rabbia, e le labbra sottili come lame.
"Ma davvero?" replicò la McGranitt nascondendo il piacere che le avevano procurato queste parole, "allora credo che dovrà sforzarsi molto di più per soddisfare i suoi interessi qui ad Hogwarts, signor Malfoy. Ora mi scusi, ma è tardi".
"Dovrà trasferirsi nell'ufficio del Preside. Ha bisogno di aiuto con qualche bagaglio? Le consiglio di non portarsi troppe cose, può darsi che non ci voglia molto prima che anche lei faccia la fine di Silente..." la sbeffeggiò l'uomo.
"Se ne vada, Malfoy!" sibilò la McGranitt con le labbra livide, "o il mio primo provvedimento da Preside sarà schiantare il presidente del Consiglio Scolastico".
"Che modi, madame. Le auguro una buonanotte nelle sue nuove stanze. Non ci si abitui troppo" disse freddamente l'uomo, e con un lieve inchino di cortesia girò i tacchi e uscì.

Senza minimamente badare a Malfoy, quella notte la professoressa McGranitt si coricò nel suo letto, ma riuscì a chiudere occhio.
Era perfettamente in grado di assumere la carica di Preside, quello che la tormentava era il modo in cui quel compito le era stato lasciato. Non era riuscita a discuterne con Silente, lui avrebbe sicuramente saputo dirle cosa fare in sua assenza. La McGranitt si rese conto con orrore che in casi come questo si sarebbe rivolta proprio a lui per chiedere consiglio.
'Domani cercherò di contattarlo', si disse la strega chiudendo gli occhi.
Tuttavia neanche questo pensiero la tranquillizzò, non aveva idea di dove fosse Silente.
Per tutta la notte si rigirò sotto le coperti pensanti, riflettendo sul da farsi e non riuscì a prendere sonno neanche per un'ora.

Il giorno seguente fu ricordato dagli studenti come il peggiore giorno di lezione che la McMgranitt avesse mai tenuto. Era visibilmente alterata e gli occhiali squadrati non riuscivano a nascondere le profonde occhiaie sulle palpebre inferiori.
Ogni tanto interrompeva le spiegazioni per soffiarsi il naso e poi ricominciava partendo da un punto diverso rispetto a dove erano rimasti.
Tuttavia nessuno si fidò a dire nulla: era incredibile e spaventoso vedere la professoressa McGranitt in quello stato. A fine lezione si dimenticò perfino di assegnare i compiti, e gli studenti se ne andarono increduli e soddisfatti.
Prima del pranzo fu chiaro a tutti il motivo per cui la McGranitt era così sconvolta. In Sala Grande centinaia di sguardi curiosi volavano verso il tavolo degli insegnanti: la McGranitt era seduta al posto del Preside e Silente non era presente. Prima che gli elfi facessero comparire gli antipasti, la professoressa si alzò, facendo calare immediatamente il silenzio.
"Come avrete capito, il Preside Silente è stato sospeso" annunciò col fiato corto. "Io ne assumerò le veci, almeno fino a quando ci saranno nuovi sviluppi. Inutile dire che esorto chiunque abbia informazioni sulle aggressioni a farsi avanti. Non vi nascondo che probabilmente Hogwarts verrà chiusa per sempre." confidò cercando di mantenere ferma la sua voce strozzata.
A queste parole, centinaia di occhi si spalancarono increduli e impauriti. Hogwarts era per tutti loro una seconda casa e un posto amato.
"Se qualcuno avesse bisogno, mi troverà nell'ufficio del Preside" concluse infine, sedendosi.
Subito le lunghe tavolate si riempirono di pietanze, ma gli studenti ci misero un po' prima di cominciare a mangiare, presi dai discorsi concitati sull'accaduto.

Finite le lezioni, la professoressa McGranitt si trasferì nelle stanze del Preside. Gli elfi avevano fatto spazio negli armadi e ripulito la camera da letto, lasciandola limpida e impersonale. La McGranitt ripose le poche cose che si era portata: sperava che Silente tornasse presto. In fondo era solo stato sospeso, presto il Consiglio Scolastico avrebbe rivalutato la situazione, ne era sicura.
A differenza delle stanze private, lo studio non era stato toccato, forse proprio su ordine di Silente. I suoi strani aggeggi erano ancora sparsi sopra i tavolini, sulla scrivania spiccava la riserva di caramelle e si era mantenuta immutata l'atmosfera accogliente e tranquilla di quella stanza, come se il Preside fosse ancora lì. La McGranitt ebbe un colpo al cuore.
Si sedette titubante sulla poltrona di Silente, come se non ne fosse degna. I vecchi presidi la osservarono silenziosamente dalla parete, senza osare disturbarla.
I ritratti! Con una fievole speranza che si accendeva, la McGranitt fece scorrere lo sguardo su di loro domandandosi se per caso ci fosse anche Silente. Quel desiderio venne subito disatteso e la strega si diede della sciocca. Non poteva esserci il quadro con Silente: i ritratti venivano appesi alle pareti solo dopo la morte dei Presidi.
Per qualche motivo quel pensiero le tolse il fiato. Non poteva nemmeno immaginare Albus morto: la sua assenza era intollerabile già così, ed era solo stato sospeso. 'Solo stato sospeso' si rassicurò cercando di scacciare quella sensazione orribile. Certo, era stata una piccola delusione non vedere la sua immagine, ma quanto meno non era niente di irrimediabile.
Spinta da questa considerazione, decise che avrebbe fatto di tutto perchè Silente tornasse: l'indomani stesso avrebbe scritto una lettera indirizzata a tutti i dodici membri del Consiglio chiedendo la riabilitazione di Silente. Era sicura che quel serpente viscido di un Malfoy ci avesse messo del suo, per convincere -o meglio, minacciare- gli altri.

Tuttavia, ben presto, un altro pensiero oscurò la positività appena acquisita, facendo ripiombare La McGranitt nello sconforto. Si nascose il volto tra le mani. Avrebbe atteso con ansia il ritorno di Silente, ma nel frattempo come avrebbe fatto? Se lui non era riuscito a fermare le aggressioni, come poteva riuscirci lei?
Silente di sicuro aveva qualche piano. Lei non sapeva nemmeno da che parte cominciare.
Si sentì oppressa dal peso della responsabilità: poteva accadere che proprio mentre la scuola era sotto la sua guida si verificasse il primo caso di morte. Non se lo sarebbe mai perdonato. Negli occhi della McGranitt calò un velo opaco. Come faceva Silente a sopportare questo peso ogni giorno? Doveva convivere con la consapevolezza di avere delle vite a carico e in grave pericolo, e nonostante questo riusciva ad essere sempre allegro e sicuro di sè.
Ora che la scuola gravava sulle sue spalle, la McGranitt si sentì più che mai vicina a Silente e si rese conto di provare un'immensa mancanza.
Guardò Fanny, graziosamente appollaiata sul suo trespolo. Si alzò per poter accarezzare la testa della fenice.
"Come faceva Albus a sopportare tutto questo, Fanny?" sussurrò rivolta più che altro a sé stessa.
Il nobile uccello emise un gorgoglio di piacere.

Alla McGranitt non era mai capitato di subire una lontananza forzata da Silente, e questo aveva avuto su di lei un effetto devastante.
Ben presto la strega si rese conto che quell'ufficio era troppo ingombrante, troppo pieno di ricordi. Ovunque puntasse gli occhi, c'era qualcosa di Silente che le faceva balenare in mente il suo viso sorridente e gentile, e i suoi rassicuranti occhi azzurri.
Minerva ricordò il giorno di San Valentino e la sorpresa inaspettata che il mago le aveva fatto trovare in camera, a riprova che Silente sapeva sempre come sostenerla nei momenti difficili.
D'improvviso la McGranitt si rese conto che ogni sua espressione e ogni sua mossa erano seguite con curiosità dai ritratti dei Presidi, in completo silenzio. Cercò di calmarsi e darsi un contegno, tornando a sedersi sulla poltrona del Preside, fingendo di aver adocchiato un libro.
Inutile dire che era troppo scombussolata per leggere. Le tornarono in mente invece le parole di Malfoy: Silente non avrebbe mai abbandonato la scuola finchè ci fosse stato qualcuno a lui fedele. Si sentì orgogliosa e commossa, tanto che non potè impedire ad una lacrima di precipitare sulla prima pagina del libro, lasciando una macchia salata. "Io ti sono fedele, Albus" sussurrò con un filo di voce.
Come in risposta, si udì un leggero rumore e si materializzò una fenice di fumo argentato, il Patronus di Silente.
Alla McGranitt sfuggì di mano il libro, che precipitò rovinosamente a terra. Poi si udì una voce, quella voce cordiale e serena che le era mancata così tanto.

"Minerva... come avrai certamente saputo il caro Lucius è finalmente riuscito a mettermi da parte. Non a lungo, credo. Sono sicuro che gli altri membri del Consiglio sono in buona fede e prevedo di tornare quanto prima.
Nel frattempo, ti consiglio di proseguire con una vigilanza continua sugli studenti, non c'è molto altro che si possa fare. Non sai quanto mi rallegra sapere di avere una sostituta così competente e capace quale tu sei... e così fedele.
Sono certo che saprai reggere la scuola più che bene in mia assenza, e quel brontolone di Phineas finalmente avrà qualcosa di bello da guardare al posto del solito vecchio barbuto -Il ritratto di Phineas Nigellus lanciò un versetto indignato e la tela sulle sue guance si tinse inequivocabilmente di rosso-.
Per ogni evenienza, c'è una scorta segreta di caramelle nel secondo cassetto della scrivania. È ciò che mi aiuta di più nei momenti difficili, ti consiglio di provare.
Inoltre spero, cara Minerva, che per il mio ritorno mi ricambierai la cortesia della vasca da bagno calda... sarebbe una cosa oltremodo gradita -Questa volta fu il turno della McGranitt di arrossire-.
Ti auguro un buon lavoro, e sono sicuro che sarà così. Sei sempre stata la mia allieva migliore e la miglior collega che potessi avere."

La fenice argentea svanì nel nulla, facendo sprofondare di nuovo lo studio nel silenzio e lasciando la professoressa McGranitt molto scombussolata. Avrebbe voluto fermare il tempo, e ascoltare quella profonda voce rassicurante ancora a lungo. Avrebbe voluto che ci fosse Silente in persona, non solo la sua voce.
La McGranitt fece un respiro profondo e finalmente riuscì a recuperare il suo autocontrollo.
Si sentiva stanca, spossata e aveva avuto una delle giornate peggiori della sua vita: era prevedibile il crollo emotivo che aveva avuto quella sera.
Tuttavia le poche parole di Silente erano bastate a rincuorarla: quella notte avrebbe dormito, e domani si sarebbe rimboccata le maniche occupandosi di Hogwarts.
Lo avrebbe fatto bene, come sempre. Lo avrebbe fatto per Hogwarts, per gli studenti e per Albus Silente.

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