Sergio


Mi misi in testa di superare l'imbarazzo e una certa repulsione che mi provocava Sergio,pur di scoprire qualcosa di più sul conto di Salvatore e soprattutto come fare per rintracciarlo.
Era passato un anno o quasi dall'ultima volta che lo avevo visto,ma anziché dimenticarlo,mi ero attaccata ancora di più a lui e al suo ricordo.
Nei mesi precedenti avevo trascorso anche un momento "mistico",mi ero rifugiata nella fede;io in realtà non credevo completamente né osservavo il pensiero della Chiesa Cattolica,ma trovavo conforto nel pensare che esistesse il Bene e mi avvicinai anche ad una figura
ieratica,un frate che conoscevo da tempo.
Questi mi fece capire che se veramente io e Salvatore eravamo destinati a stare insieme,niente e nessuno ci avrebbe potuto separare,ma era valido anche il contrario.
Così mi ero affidata ad una "volontà superiore",certa che la forza dei sentimenti ci avrebbe riuniti.
Un giorno o l'altro.
Anche se morivo dal desiderio di rivedere Sasa',davo tempo al tempo,d'altronde non avevo le armi per fare diversamente.
Aspettare .Ero obbligata ad ad aspettare e ora mi si era presentata l'occasione,forse da Sergio avrei potuto trarre qualche notizia.
"Allora,signorina lo accetti un caffè? "Mi disse un pomeriggio che era sceso sulla spiaggia.
Il vederlo non mi rassereneva affatto ,quel suo sguardo Las cibo e insieme quasi prepotente mi suggerivano di fuggire,ma dissi di si.
Ci dirigemmo al bar della spiaggia,io pregavo che nessuno dei miei conoscenti mi vedesse con lui,se lo avessero scoperto i miei genitori la cosa avrebbe assunto proporzioni gigantesche,si sarebbero arrabbiati più dell'anno precedente,ma a me non importava.

Ci sedemmo in un angolo,nascosti dalla visuale.
"Mi fa piacere che hai accettato.Questo pomeriggio ho qualche ora di libertà. "

La sua voce era sgradevole quanto l'aspetto fisico,parlava un italiano approssimativo,il dialetto napoletano che adoravo ascoltare, sulle sue labbra sembrava orrendo.

"Ho poco tempo" sussurrai,portandomi i capelli sul viso,per nascondermi ulteriormente.
Per fortuna non frequentavo quel bar,i gestori non sapevano chi fossi,altrimenti avrei dovuto rinunciare a quel caffè, ma stavo lo stesso sulle spine.

"Va bene.Per ora mi accontento, ma la prossima volta ti voglio portare a fare un giro in auto.io non ce l'ho,ma me la presterà un amico".

Compresi che mi stavo cacciando in una situazione poco chiara, dandogli corda avrei alimentato idee non vere.

Tossicchiai appena per darmi un contegno.
"I miei non vogliono che..."ebbi appena il tempo di dire,che lui mi interruppe:

"Eh,queste scuse non attaccano con me.Anche a Savatore dicevi così? Penso di no..."

Mi sentii avvampare e mi odiai per questo.

"Ecco,lo vedi?stai dicendo una bugia"disse ridendo.
Io deglutii a vuoto,poi mi lanciai:
"Conosci bene Salvatore?"
"Si.Abitiamo vicino a Napoli,quest'anno non e' venuto,il padrone  del ristorante non li ha più voluti, né lui,ne' i suoi familiari specifico'."

Capii che questa decisione era stata pilotata da mio padre.
"Ma basta parlare di lui,parliamo di noi"disse tentando di prendermi una mano,che  prontamente sottrassi.

"Potrei avere il suo indirizzo?"chiesi spudoratamente.
Sergio mi guardò con occhi irritati:"ma per chi mi hai preso?io non ti do nessun indirizzo!E'per questo che hai accettato il caffè? "
Io rimasi in silenzio,lui si alzò,pagò il conto e andò via senza salutarmi.

Rimasi immobile, senza sapere cosa fare e soprattutto cosa pensare.
Come avrei rivisto Salvatore ,se tutto ci era contro?


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