Riflessioni
Con gli occhi fissi sullo schermo del pc, mi ero persa nei ricordi di molti anni prima.
Sembrava che di fronte a me scorressero le immagini come in un film , mi vedevo giovane e innamorata accanto a Salvatore, in lacrime nella mia camera di ragazza , orgogliosa studentessa modello, poi moglie e madre, ma mai totalmente felice.
I miei figli mi avevano fatto conoscere l'amore più puro che una donna possa incontrare nella propria vita e di questo ne ero veramente grata, ma mi mancava anche l'altro tipo di amore, quello fra un uomo e una donna, che porta alla realizzazione di una parte di sè che non può essere fatta altrimenti, almeno nel mio caso; mi sentivo mancante di una parte vitale e questo era fonte di una sofferenza profonda, anche se mascherata abilmente.
Tornando alla realtà, iniziai a cercare su facebook il profilo di Salvatore, già pensando che non lo avrei trovato, ma tentare non mi costava nulla e così misi mano alla tastiera.
Al suo nome corrispondevano una decina di profili, alcuni li scartai da subito, in quanto non avevano proprio caratteristiche compatibili con lui, altri li vagliai con curiosità mista a scetticismo, scorsi le loro foto, le poche notizie pubbliche, quando un profilo attrasse la mia attenzione, la foto di "quel" Salvatore non aveva niente a che vedere con il "mio" Salvatore,ma ritratto insieme a lui in una foto di gruppo c'era quello che a me parve davvero Sasà.
Gli stessi occhi dal taglio allungato, lo stesso sorriso un po' triste, la stessa postura, non avevo dubbi, quello era il mio Amore, ma come avrei fatto a contattarlo? Non era taggato nella foto, non c'erano riferimenti di nessun tipo e sinceramente andare a contattare il Salvatore del profilo, mi preoccupava non poco. Cosa gli avrei detto? Come avrei giustificato il mio interesse?
Stetti almeno un quarto d'ora a pensare come sbrogliare la matassa, mentre una gioia dapprima leggera e poi sempre più prorompente si stava facendo strada dentro di me, fino a diventare quasi incontenibile, avevo ritrovato Sasà, lui era davanti ai miei occhi seppur in foto, era di aspetto curato e molto gradevole, i capelli dal taglio perfetto, abiti impeccabili, fisico atletico, ma dopo questa prima ondata di entusisasmo arrivarono le altre domande:
Sarà sposato?
Si ricorderà di me?
Come farò a contattarlo?
Misi da parte le prime due e per la terza decisi che non avevo nulla da perdere scrivendo al suo omonimo, così feci in un lampo.
"Buonasera", digitai "lei non mi conosce, ma per caso sono capitata sul suo profilo e ho notato un amico di molti anni fa che porta il suo stesso nome, Salvatore della Torre, vorrei contattarlo, se ciò fosse possibile, grazie, Anna".
Chiusi gli occhi e inviai.
Ormai era fatta, avevo buttato un seme che se avesse trovato terreno fertile avrebbe dato i suoi frutti.
Per non macerare nel dubbio e nell'angoscia che piano piano si stava sovrapponendo all'ondata di gioia, misi su una canzone, scegliendo fra le tante che facevano parte della mia collezione, "Una giornata uggiosa" di Battisti , questa melodia mi dette la carica necessaria a superare quel momento, mi piaceva, aveva un bel ritmo e mi ricordava situazioni positive quando al liceo ero una vincente, almeno nello studio.
Dopo un quarto d'ora ancora tutto taceva. Nessuna notifica di messaggi in arrivo, nessuno movimento da parte del contatto che avevo cercato.
Decisi di chiudere tutto e di non pensarci più. Fosse stato facile! Mi ero creata un nuovo motivo per sentirmi in balia degli eventi, cosa che detestavo.
Ormai l'immagine di Salvatore mi stava perseguitando. Lo vedevo ovuque, perchè era dentro di me.
Andai in camera da letto dove tenevo gelosamente custoditi i pochi ricordi che avevo di lui, come il carillon regalatomi da Rosa che inevitabilmente mi riconduceva alla nostra storia tormentata ed intensa.
Rosa era mancata da tempo e nonostante fosse rimasta sempre a servizio dei miei zii, date le tristi vicende della mia famiglia, non l'avevo più incontrata e così era venuto a mancarmi anche quel labile trait d'union con il ragazzo che amavo.
Osservai la delicata ballerina volteggiare al suono della musica che era divenuta un po' stonata con il passare del tempo e mi sentii pervadere dalla tristezza, anche la mia storia con Salvatore era diventata "stonata" con il passare del tempo, anzi, era diventata muta e probabilmente ero sola a volerla tenere in vita., ero sola come la ballerina che si muoveva su stessa, senza arrivare a niente.
No, a pensarci bene, non ero come quella ballerina, ero diversa, avevo lasciato la mia zona di confort per fare un passo avanti, non giravo a vuoto, andavo avanti, lentamente, ma andavo avanti e questa era la cosa più importante, non lasciarsi sopraffare dalle circostanze avverse e tentare di cavalcare l'onda senza rimanerne travolta.
Nella scatola che conteneva i vari oggetti del mio passato ritrovai anche la foto di Sasà, quella in cui usciva dall'acqua, con il costume azzurro e lo sguardo perso verso orizzonti lontnai.
Era stata scattata dalla mia amica Sally moltissimi anni prima, nei primi giorni in cui lo avevo conosciuto, mi ero sempre chiesta perchè Sally lo avesse fatto, forse era uno scatto non voluto, chissà... ma mi aveva regalato un momento di pura gioia, anche perchè dopo tanto tempo potevo avere davanti agli occhi il Sasà che mi aveva rubato l'anima.
Il suono del telefono mi distolse dai miei pensieri, piccole beghe di lavoro mi stavano riportanto nella realtà, chiusi la scatola dopo aver rimesso al suo interno il prezioso contenuto e provai ad essere la solita Anna di sempre, ma nulla era più come prima, sentivo che la mia vita stava subendo una svolta.
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