Io e Sasà
Ritorniamo nel lontano 1979.
Dopo quella serata da cardiopalmo mi svegliai allegra, anzi, felice, sentivo che ti avrei conosciuto, avremmo parlato e questo al momento mi bastava,mi sarei accontentata di fare piccoli passi.
Speravo di rivederlo sulla spiaggia, altrimenti avrei messo in atto una serie di strategie che mi ero costruita mentalmente, pur di incontrarlo avrei fatto di tutto.
Il mio desiderio fu esaudito, alla stessa ora del giorno precedente tornòi sulla spiaggia, era vestito di bianco, aveva un telo colorato per stendersi al sole e calzava espadrillas nere, si accomodò vicino alla riva spogliandosi velocemente e rimanendo in costume, un semplice costume azzurro chiaro.
Aveva un corpo magro, da adolescente,nervoso e scattante, anche se i suoi movimenti non erano mai bruschi, ma elastici, eleganti. Ero incantata. Lo ammiravo in silenzio, da lontano.
Non poteva vedermi facilmente dalla posizione in cui ero e questo mi faceva sentire protetta, un'ansia incredibile mi stava invadendo, togliendomi lucidità, sapevo che dovevo approfittare di quel momento, probabilmente lui avresti fatto un tuffo, quattro bracciate e poi sarebbe tornato verso la pineta che jo avrebbe inghiottito con la sua folta vegetazione, togliendolo dalla mia vista, togliendomi la possibilità di concretizzare ciò che più desideravo.
Mi feci coraggio e andai verso il mio ombrellone situato poco lontano dal punto in cui aveva posizionato il suo telo.
Fu un attimo, si voltò mentre ancora godeva della freschezza dell'acqua marina e mi sorrise, il suo fu un sorriso aperto, direi gioviale, mi face un cenno con la mano, un saluto.
Il mondo in quel momento assunse altre forme, altri colori, mi sembrò di essere in una bolla d'aria, in un'atmosfera rarefatta, il respiro mi si era mozzato,f orse anche il sole sparì dalla mia vista, non ero più lì, ero altrove, in un posto indefinito, indefinibile.
Una forza che credevo non possedere, mi fece muovere verso le piccole onde che si infrangevano sulla battigia, lasciai che queste mi lambissero le caviglie, poi, mi tuffai anche io, ero un'abile nuotatrice, mi bastò poco per arrivare ad un tratto della scogliera piuttosto distante dalla spiaggia, mi issai sugli scogli sperando che mi raggiungesse, avevo risposto al suo saluto, aveva notato dove sarei andata.
Il sole asciugava le gocce d'acqua che rotolavano lungo il mio corpo, mentre una brezza leggera accarezzava la mia pelle, mi sentivo bene, elettrizzata, in attesa.
"Ciao, mi chiamo Salvatore, e tu?"
Una voce profonda confermò che la mia attesa era finita, era lì davanti a me che mi guardava con quei suoi occhi profondi, ridenti, anche se vi leggevo un velo di malinconia, un fondo di tristezza.
Aveva uno spiccato accento napoletano, per me molto gradevole, Il suono della sua voce così come il suo sguardo mi accarezzavano più del sole, più del vento, si avvicinò e si portò a sedere accanto a me.
"e quindi tu saresti Anna" ripetè il mio nome con dolcezza, dopo che te lo ebbi detto.
" E tu Salvatore"
"Sasà per gli amici".
Rimasi zitta, senza parole.
"Sei di qui o villeggiante?"chiese.
"Abito in una città vicina, ma passo molto tempo qui. Tu sei di Napoli? si sente dall'accento"
"Si, vengo qui per la stagione estiva con i miei fratelli , lavoriamo al ristorante dove ci siamo visti ieri sera e quando posso vengo a fare un bagno, ma il tempo è sempre poco. Anche ora, con enorme dispiacere devo ritornarmente là. Spero di rivederti, se vorrai".
"Certo,mi farà piacere Salvatore".
Mi guardò ridendo e mi correggesse :"Sasà, non Salvatore".
La felicità mi avvolse completamente, non c'era niente che potessi desiderare di più in quel momento.
Mi lasciai cullare dal vento,dal sole e dal mare,ma soprattutto dal pensiero di lui ,mentre udii l'ultima tua frase:" Adomani,stesso posto,stessa ora".
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